2025-08-24
La commissione acquisirà i filmati
Marco Lisei (Imagoeconomica)
Per il presidente della bicamerale Marco Lisei sono «un elemento utile da valutare». E i dem vanno in tilt. Boccia: «Strumento goffo per attaccare l’opposizione di oggi».Il video del Cts pubblicato dalla Verità, risalente al giorno prima della morte di Camilla Canepa, avvenuta il 10 giugno 2021, sarà acquisito dalla Commissione Covid. Lo ha annunciato il presidente Marco Lisei (Fdi) in una nota, evidenziando come tale filmato rappresenti «senza dubbio un elemento di interesse e valutazione per la commissione che presiedo e per i suoi commissari». «Pertanto», continua, «procederemo all’acquisizione di questo e di ogni altro eventuale video disponibile relativo alle riunioni in questione. La commissione sta procedendo con le audizioni e le desecretazioni, presto mettendo insieme tutto il materiale saremo in grado di avere un quadro definitivo. Questo documento video conferma le parole di Ippolito, Urbani e Dionisio, ossia che fosse la politica a prendere le decisioni; l’intervento dell’ex ministro della Salute Speranza mi pare vada letto in questo senso».Intervento in cui Roberto Speranza, di fronte al comitato tecnico scientifico, pare più interessato alla credibilità e alla coerenza delle sue comunicazioni che alla reale sicurezza delle sostanze che venivano iniettate nei corpi dei cittadini. Chi ha governato il Paese durante la stagione pandemica è stato spesso accusato, anche da questo giornale, di «navigare a vista», ma perché pubblicamente, intanto, ostentava certezze, tanto da imporre obblighi. Tolte le primissime fasi, in cui l’assenza di un piano pandemico (o, meglio, la presenza di un piano pandemico datato e ignorato) ha determinato una certa inerzia nel reagire, con tutte le conseguenze del caso, è piuttosto naturale che, con sostanze preparate in fretta e furia, si navigasse a vista. Il problema, piuttosto, è stato non ammetterlo. Il ministro si preoccupava di non sprecare il «patrimonio» di «una campagna di vaccinazione che sta avendo un risultato straordinario» e di non spegnere il «vero e proprio entusiasmo» sui vaccini dettato dall’«arrivo delle vacanze» e dalla «voglia di libertà». «Sono per un approccio molto molto prudente», affermava, «cioè prima di ritoccare cose dobbiamo essere, uno, convintissimi al 100% che sia la scelta giusta e, due, dobbiamo essere convinti che la scelta che facciamo non è più rimettibile in discussione». E se poi fossero emerse evidenze di un pericolo non preventivato? Nel frattempo, il giorno dopo moriva la giovane Camilla a causa del vaccino Astrazeneca ricevuto circa due settimane prima.Lo spiega anche Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Covid, in un’altra nota: «In piena campagna vaccinale, mentre iniziavano a presentarsi le prime circostanze di sospetti effetti avversi, Roberto Speranza, di fronte ai dubbi del Cts, tirò dritto. L’allora ministro della Salute si diceva “spaventato” di “rimettere mano alla materia” dato il rischio di ostacolare l’adesione massiccia degli italiani alla campagna vaccinale. È quanto emerso da un video di una riunione del Cts […] pubblicato sul sito de La Verità». «Speranza», prosegue, «ha sempre ribadito che fosse la scienza a dettare le sue scelte in piena pandemia, ma da questo video emerge chiaramente come fosse la sua politica a voler piegare le ragioni della scienza». I dem provano a difendersi attaccando. Per la senatrice Ylenia Zambito, capogruppo Pd in commissione Covid, «tutto è ammesso, purché l’inquisizione colpisca». Mentre per Francesco Boccia la commissione presieduta di Lisei «è diventata un goffo e smaccato strumento di attacco politico all’opposizione di oggi».Antonella Zedda, vicepresidente dei senatori di Fdi, anche lei membro della Commissione Covid, denuncia invece il meccanismo perverso di scaricare sulla scienza, ammantandole di oggettività, scelte evidentemente politiche: «Perché Speranza non si assume le sue responsabilità politiche anziché scaricarle altrove?», domanda commentando il filmato. «Bene ha fatto La Verità a pubblicare sul proprio sito il video della riunione in oggetto. È importante che resista un giornalismo con la schiena dritta. La censura di queste voci coraggiose, che pure qualcuno ha evocato nei giorni scorsi, non appartiene alla nostra civiltà».
Simona Marchini (Getty Images)