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Ritratti | Le imprese del capitano Colaninno, dai telefoni alla Vespa.

Il quinto podcast di Ritratti è dedicato a Roberto Colaninno. Imprenditore. Nella sua vita c’è stato sempre un prima e un dopo. Prima dell’Olivetti, dopo l’Opa Telecom, prima della “razza padana”, dopo il tentato salvataggio di Alitalia, prima di Silvio Berlusconi, dopo Massimo D’Alema. E poi c’è il presente, la Piaggio di cui è presidente. Mantovano, classe 1943, diplomato in ragioneria, Colaninno ha sempre rifiutato l'etichetta del finanziere spregiudicato. E con una parte del ricavato di Telecom, spezzato ogni legame con i bresciani di Hopa, è ripartito dalla Piaggio, rilevata nel 2003 sull'orlo del fallimento dopo una lunga trattativa con le 28 banche creditrici di 580 milioni di debiti, e poi portata in Borsa. Sono gli anni in cui ha consolidato la propria reputazione imprenditoriale tessendo relazioni internazionali con fondi, banche e investitori americani, asiatici, arabi ed essendo tra i primi ad aprire fabbriche in India e Cina. Questa è la sua storia. Buon ascolto.

  • Leggi la guida sintetica
  • Colonne sonore: CAKE - I will survive (Officail HD Video); Mina - Se telefonando - 1966; LUNAPOP - Vespa 50 special; Frank Sinatra - Come fly with me (2008 remastered).
Morto l’imprenditore della sinistra a debito e re delle due ruote
Roberto Colaninno (Ansa)
Addio a Roberto Colaninno, presidente Piaggio, da lui risanata. Guidò la scalata Telecom e i «capitani coraggiosi» di Alitalia.
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Dopo la visita della Meloni in India si sblocca l’acquisto di Piaggio Aero
Imagoeconomica
Tra gli accordi con Nuova Delhi, la società di Savona. Nominati altri due commissari.
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Quando l'industria lombarda dominava cieli e strade
Enrico Piaggio e la Vespa nel 1962 (Getty Images)
  • L'industria motociclistica italiana derivò in molti casi da quella aeronautica. La riconversione postbellica e l'origine dei progettisti segnò il forte legame tra i due settori. Da Piaggio a Guzzi ad Aermacchi e Caproni.
  • La storia di tre case motociclistiche lombarde oggi quasi dimenticate: Sertum, Rumi e Mi-Val, che nella loro breve esistenza interpretarono al meglio la qualità Made in Italy.

Lo speciale contiene due articoli.


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oto melara fincantieri commesse militari sindacati
Cannone Oto Melara da 76mm su una nave della Marina olandese (Getty Images)
Leonardo pronta a cedere quote della società spezzina. Nessuna mossa dal gruppo di Bono. La soluzione ottimale? Un consorzio.
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