pecorino

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I formaggi Dop e Igp, un tesoro che l’Italia non valorizza appieno
(IStock)
  • Sarà forse perché all’alta qualità siamo abituati, ma solo un ristorante su dieci precisa nel menu che i suoi prodotti sono certificati. Eppure vantiamo il primato mondiale delle etichette di pregio.
  • Il presidente Afidop Antonio Auricchio: «Nei supermercati vorrei scaffali dedicati. Il Nutriscore va combattuto: all’estero non ci amano e cercano di boicottarci con iniziative come il bollino rosso sul Parmigiano o sul Pecorino».

Lo speciale contiene due articoli.

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Era «marchignola» la cucina gourmand di Benito e Claretta
Panorama nei pressi di Carpegna. Nel riquadro il prosciutto locale (IStock)
Benito Mussolini si incontrava con l’amante in Montefeltro. Entrambi apprezzavano la gastronomia «di confine» del duca di Urbino.
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Pecorino. L’«italcacio» che sfida a casa sua il Parmigiano reggiano
iStock
È tra i prodotti caseari nostrani maggiormente apprezzati. Le qualità più note arrivano da Toscana, Lazio e Sardegna, ma c’è una Pat perfino sull’Appennino emiliano. Ricco di calcio e fosforo, è un’alternativa alla carne.
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Il pecorino d’amore creato per la moglie del sire normanno
iStock
Adelasia era sempre triste, un contadino fece il piacentinu ennese inserendo lo zafferano, energetico e antidepressivo.
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Pecorino romano, il sostegno dei legionari
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La razione quotidiana dei militi dell'Impero ne prevedeva 27 grammi con pane e zuppa di farro. Furono loro a esportare in Sardegna la tipologia di lavorazione. Decisivo nel 1884 il divieto ai pizzicaroli di salarlo nella Capitale. Tante le varianti regionali, molte di nicchia.
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