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Il «democratico» Macron prova a ignorare il voto
Emmanuel Macron (Getty Images)
Il presidente congela le dimissioni del premier con la scusa delle Olimpiadi ma il gioco è chiaro: sterilizzare il doppio boom di sinistra radicale e Marine Le Pen. Può farcela, ma il «problema» esploderebbe con in palio l’Eliseo.
Agli anti Le Pen resta solo il tecnopastrocchio
François Hollande (Ansa)
Macroniani ed estrema sinistra fanno desistenze contro il Rassemblement national, ma entrambi dicono no a un governo di larghe intese. E se vincono loro, che succede? Sempre più possibile un esecutivo tecnico, ma François Hollande sgomita per tornare in ballo.
Orbán prova a ridisegnare la destra. Salvini e Le Pen tentati dai Patrioti
Viktor Orbán (Ansa)
Il contenitore creato dal premier ungherese riscuote successo. I portoghesi di Chega entrano, ma l’obiettivo restano i big. Il capo della Lega: «È la strada giusta». Ecr osserva, Id rischia di sparire, Afd finisce ai margini.
Meloni esulta, Bruxelles abbassa la cresta
Giorgia Meloni (Imagoeconomica)
La vittoria senza trionfi di Marine Le Pen e la batosta presa da Emmanuel Macron rilanciano il premier, che gongola: «Cadono le vecchie barriere». Ora il Ppe deve trattare e Antonio Tajani spinge: «Bisogna aprire ai Conservatori. Mancano grandi leader per gestire queste trattative».
Quasi 170 candidati ammessi al secondo turno, tra cui tre ministri, hanno rinunciato a presentarsi in nome del fronte anti lepenista. Altri membri del governo annunciano che non voteranno a sinistra. Carta della disperazione di Gabriel Attal: stop alla riforma dei sussidi.
Le Firme

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