Il «punto di stabilizzazione» della brigata Azov sul fronte di Toretsk (Niccolò Celesti)
I soldati feriti vengono portati in una struttura sottoterra. I «medici» in servizio hanno anche 19 anni. Il sangue cola sugli abiti e nelle ciabatte dei soccorritori. Una dottoressa si toglie i guanti di lattice e prepara la cena.
A Toretsk, poco distante dai combattimenti, nessuno ha voglia di festeggiare. Un ufficiale consola le truppe, ma deve ammettere: «Il 2025 sarà l’anno peggiore».
Da ieri chiusi i canali che rifornivano l’Europa attraverso l’Ucraina. E il prezzo ricomincia a volare.
L’escalation con la milizia foraggiata dall’Iran costringe l’esercito a ridistribuire le forze dalla Striscia al confine Nord. E tornano i dubbi sulla resistenza di Iron Dome.
Il leader del Cremlino sa che il momento è propizio per sedersi al tavolo delle trattative viste le difficoltà sul campo di Zelensky. Intanto prepara il vertice con il presidente turco.