2024-12-22
Anche gli ucraini ora ammettono l’agonia: «Mandiamo al fronte vecchi e alcolizzati»
I racconti dei soldati al «Guardian»: «In prima linea addetti all’antiaerea e sbandati incapaci di tenere in mano un’arma».Ora che anche i giornali più bellicisti hanno ammesso che l’Ucraina non può vincere la guerra (dopo aver dato dei «putiniani» fino al giorno prima a chiunque sostenesse il contrario) e che parlare di territori persi e negoziati non è più un tabù (tranne per qualche ultimo giapponese del Pd), arrivano a valanga notizie sulla reale condizione delle forze armate ucraine. Spoiler: un disastro colossale. E a dirlo sono gli stessi soldati ucraini. In un reportage del Guardian, un soldato della Centoquattordicesima brigata di difesa territoriale ha rivelato: «Le persone che riceviamo ora al fronte non sono come quelle che c’erano all’inizio della guerra. Di recente abbiamo ricevuto 90 reclute, ma di loro solo 24 erano pronte per essere inviate alle loro posizioni», spiega la fonte, che continua: «Le altre erano vecchie, malate o alcolizzate. Un mese fa vagavano per Kiev o Dnipro, ora si trovano in trincea e a malapena sanno tenere in mano un’arma. Sono scarsamente addestrate e scarsamente equipaggiate». Un quadro desolante, che conferma la penuria di uomini in età di leva da mandare a combattere al fronte, senza far venir meno la protezione delle città sotto gli attacchi di Mosca. Come spiegato, sempre al giornale britannico, da due fonti della difesa di Kiev. Molti uomini che operavano nelle unità antiaeree che ogni notte abbattono ondate di droni e missili russi, operatori esperti, affiatati e ben coordinati, vengono infatti spostati al fronte per rimpolpare le file della fanteria in trincea. «Si sta raggiungendo un livello critico in cui non si può più essere sicuri che la difesa aerea possa continuare a funzionare come si deve» spiega una delle fonti, «queste persone conoscevano veramente bene la macchina della difesa antiaerea e avevano capacità reali. Ora vengono inviati al fronte a combattere senza avere alcun addestramento». La mancanza di soldati è tutt’altro che un nuovo problema per Kiev. In questi quasi tre anni di guerra, si stima siano 500.000 i giovani scappati dal Paese, malgrado il divieto di espatrio, per evitare di finire uccisi in trincea. Molti si sono rifugiati in Polonia, ma tanti sono morti nelle acque del fiume Tibisco, che separa l’Ucraina dalla Romania, mentre cercavano di scappare. Fughe dettate da un istinto di sopravvivenza sempre più radicato nella popolazione ucraina, sfinita dal conflitto e contraria a mandare i propri figli in guerra (malgrado le trionfali previsioni sul destino ucraino degli editorialisti con l’elmetto seduti sul divano che per anni si sono sprecate sulla quasi totalità dei media mainstream). Un sentimento generale ben noto al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky che, dopo aver permesso ai carcerati di arruolarsi nell’esercito in cambio della libertà, si è infatti rifiutato (almeno per ora) di abbassare l’età della leva da 25 a 18 anni, come invece insistentemente chiesto dall’amministrazione americana di Joe Biden. Una misura troppo impopolare, in un Paese che, stando alle stime dell’Onu, ha registrato oltre 12.340 vittime e più di 27.836 di feriti, solo tra i civili, da quando è iniziata l’invasione russa. Una carneficina, alla quale si somma la devastazione economica. Ma anche lo spettro della crisi demografica, che d’altronde aleggia pure in Russia. La quale, però, può contare su un maggior numero di soldati e truppe inviate dai Paesi alleati, come la Corea del Nord. «Penso che il prossimo crimine ucraino sarà abbassare l’età di mobilitazione a 18 anni», ha commentato qualche giorno fa Vladimir Putin, «ma anche abbassandola a 14 anni come nella Germania di Hitler, creando una “Gioventù hitleriana” la situazione sul campo non cambierà». Previsione, quella del Cremlino, piuttosto plausibile. Intanto, mentre gli attacchi continuano da entrambe le parti, dopo la recente decisione di Zelensky sullo stop al transito di gas russo attraverso l’Ucraina dal 2025, il premier slovacco Robert Fico avrebbe programmato un incontro con Putin a Mosca la settimana prossima proprio per discutere degli approvvigionamenti di metano. A darne notizia è stato ieri il presidente serbo, Aleksandar Vucic: «Lunedì Fico incontrerà Putin in qualità di leader di un paese dell’Unione europea, e non devo dirvi che tipo di reazione susciterà tra gli altri leader dell’Ue», ha dichiarato Vucic in un’intervista ai media serbi. Il Cremlino non ha ancora né confermato né smentito l’imminente bilaterale. Nel frattempo, dopo diversi rimpasti e purghe tra ministri e forze armate, ieri Zelensky ha rimescolato gli ambasciatori ucraini, rimuovendo anche Pavlo Ryabikin a capo della strategica ambasciata dell’Ucraina in Cina. Tra gli altri diplomatici sostituiti anche quello in Giappone, Ruanda, Slovenia, Lituania, Indonesia, il rappresentante permanente dell’Ucraina presso le organizzazioni internazionali a Vienna e l’ambasciatore dell’Ucraina presso l’Ufficio delle Nazioni unite e altre organizzazioni internazionali a Ginevra.
Jose Mourinho (Getty Images)