2025-10-23
Zelensky ora ragiona: «Congelare la linea del fronte, ma senza cedere i territori»
Volodymyr Zelensky e Mark Rutte (Ansa)
Rutte: «Donald è il solo che può ottenere la pace». Il Cremlino: nessun ostacolo all’incontro. Che fa litigare magiari e polacchi.La proposta americana di congelare le attuali linee del fronte per avviare i negoziati per la pace in Ucraina ha il via libera di Kiev. «È un buon compromesso», ha infatti dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ricordando che l’omologo statunitense, Donald Trump, ha suggerito a Mosca e a Kiev di «fermarsi dove sono» e «iniziare una conversazione». Ha però ribadito di non essere disposto «ad abbandonare determinate aree e consegnarle all’aggressore». Ad accogliere positivamente l’apertura di Zelensky è stato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha sostenuto: «Sull’Ucraina mi pare che il dibattito stia evolvendo», aggiungendo che «sarebbe un passo in avanti rispetto al dibattito che facevamo qualche settimana fa sulla cessione di territori».Dall’altra parte, il niet del Cremlino sull’offerta del tycoon non ha comunque frenato i preparativi per il vertice di Budapest tra lo zar russo, Vladimir Putin e Trump. Nonostante martedì fossero insistenti le voci che il summit fosse spacciato per le vedute opposte tra Mosca e Washington, è stato lo stesso presidente americano ad aprire uno spiraglio: «Non voglio perdere tempo, non voglio sprecare un incontro», ha commentato, specificando che deciderà «nei prossimi due giorni». Ha intanto accolto il segretario generale della Nato, Mark Rutte, sempre per parlare di Ucraina. Il capo della Nato è convinto che Trump sia «l’unico» che può raggiungere la pace.Riguardo al summit, anche Mosca ha messo i puntini sulle i. Il viceministro degli Esteri russo, Sergej Ryabkov, ha chiarito che non ci sono «ostacoli» che intralciano l’incontro tra i due presidenti, spiegando che «i preparativi per il vertice stanno continuando». L’interrogativo riguarda piuttosto «se i parametri definiti dai presidenti ad Anchorage saranno concretizzati». Ryabkov è anche intervenuto in merito alle notizie trapelate dai media sulle frizioni tra la Casa Bianca e il Cremlino, sottolineando che «voci e falsi» che arrivano «da fonti anonime» soprattutto «nello spazio informativo controllato dai media occidentali non aiutano la causa». Anche il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha sentenziato che il vertice di Budapest è accerchiato da «un gran numero di speculazioni, di voci. La maggior parte di queste sono completamente non vere». La data «non è ancora stata decisa» perché serve «una preparazione completa». E a riprova che l’organizzazione del summit sia in itinere, anche il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, ha reso noto che «il ministro degli Esteri ungherese è a Washington» per i preparativi. Ma che alcuni Paesi europei stiano cercando di mettere i bastoni tra le ruote al summit ne è convinto anche il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto. Su X ha criticato la posizione della Polonia che martedì non si era tirata indietro su un eventuale atterraggio forzato dell’aereo di Putin nel caso in cui attraversi i cieli polacchi, qualora l’iniziativa sia presentata da «un tribunale polacco indipendente». Szijjarto ha quindi commentato: «È la stessa corte indipendente che, su ordine del primo ministro, Donald Tusk, si rifiutò di estradare il terrorista responsabile per l’esplosione del gasdotto Nord Stream?». Ma il capo della diplomazia ungherese ha anche messo in luce che sin da quando «è stato annunciato il summit è stato ovvio che molti avrebbero fatto tutto il possibile per impedirlo». Chi boicotta il vertice sono «l’élite politica pro guerra e i suoi media» che si «comportano sempre in questo modo prima di eventi che potrebbero rivelarsi decisivi». Ecco quindi che per Szijjarto il copione si ripete «prima di quasi ogni riunione del Consiglio europeo, prima delle decisioni sulle sanzioni».E a tal proposito al Consiglio europeo di oggi è atteso pure Zelensky. A confermarlo è stato António Costa, che ha precisato: «Discuteremo di come sostenere ulteriormente l’Ucraina nell’affrontare la guerra di aggressione della Russia». Sembra però che le conclusioni saranno adottate a 26, senza quindi l’Ungheria, con Orbán che non sarà presente quando ci sarà il leader di Kiev. Peraltro, in tema di sanzioni, la Slovacchia potrebbe rimuovere il veto al diciannovesimo pacchetto contro la Russia nel caso in cui ricevesse le garanzie sull’automotive e sul fronte energetico. Nel frattempo, l’ottimismo di Bruxelles sull’uso degli asset russi si è scontrato con la realtà: «Non si è arrivati a un consenso a livello degli ambasciatori», ha reso noto una fonte diplomatica europea, dunque «il testo delle conclusioni andrà tra parentesi ai leader, perché è troppo importante». In ogni caso Zelensky si è recato in Norvegia e in Svezia e non è tornato a mani vuote. Oslo fornirà all’Ucraina 150 milioni di dollari per l’acquisto di gas nel periodo invernale, mentre Stoccolma venderà a Kiev 150 caccia bombardieri Gripen. Con il premier norvegese, Jonas Gahr Store, il leader di Kiev ha parlato anche «della produzione di droni e missili e dell’ampliamento dell’iniziativa Purl», oltre ad aver «coordinato le posizioni e gli incontri che si terranno questa settimana in Europa». Il presidente ucraino prenderà poi parte domani alla coalizione dei «volenterosi» in cui si potrebbe affrontare il piano di 12 punti per la pace proposto dai Paesi europei. Sul campo, Mosca ha lanciato nella notte 405 droni e 28 missili: tra i bersagli Kiev e le regioni di Dnipro, Zaporizhzhia, Cerkasy, Cernihiv e Odessa. Nella regione di Kiev si contano almeno sei morti, inclusi due bambini. A Kharkiv i droni russi hanno colpito anche un asilo: non si sono registrati però feriti. Dall’altra parte, Kiev ha preso di mira un impianto chimico situato a Bryansk, a Sudovest di Mosca.
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