Lo scoop del «New York Post» sugli affari opachi di Hunter venne nascosto dalle piattaforme, su ordine del Bureau. Il pretesto? «Disinformazione russa».
Censurata la petizione della Confederazione contro il cibo artificiale. Il social fa le pulci alle definizioni ma finge di non sentire l’allarme di Fao e Oms sui pericoli per la salute: il business non ammette ostacoli.
Mark Zuckerberg (Jakub Porzycki/NurPhoto via Getty Images)
Uno studio smonta le operazioni di fact checking lanciate da Mark Zuckerberg: presunti esperti scelti a priori in base ai follower e non alle competenze sul tema e già schierati pubblicamente. Prof di Harvard fa causa a Joe Biden: «Negata la libertà di espressione».
Guerra social: Facebook impazzisce e Twitter gongola per l’incidente. Malfunzionamento della bacheca. Sulla piattaforma rivale impazza un hashtag ad hoc.
Dopo anni di retorica sulla libertà di espressione online, i giganti del Web gettano la maschera. Il re dei social oscura un post del tycoon con la scusa di un emoticon che ricorda un simbolo usato dai nazisti. E si allinea a Twitter, da mesi all'opposizione.