coronavirus carceri

Dopo i mafiosi tocca ai terroristi? Cesare Battisti chiede i domiciliari
Cesare Battisti (Ansa)
Si è appellato alle condizioni di salute. Ieri notte cdm sul decreto «riacchiappa boss».
Esce la lista dei 376 boss scarcerati. Le Procure: «Domiciliari non idonei»
Federico Cafiero de Raho (Ansa)
Il Dap trasmette alla commissione Antimafia l'elenco dei malavitosi spediti fuori di galera per la pandemia: tre erano al 41 bis. Toghe allarmate: «Parleranno con i clan». Federico Cafiero de Raho: «Tornino dentro almeno i più efferati».
Isolamento per tutti ma non per don Rafaè
Raffaele Cutolo (Ansa)
L' avvocato di Raffaele Cutolo ha presentato istanza per la concessione degli arresti domiciliari al capo della Nco causa epidemia. Si basa sulle condizioni di salute del boss. Secondo la nota del Dap tocca alle strutture penitenziarie monitorare lo stato dei detenuti anziani
I detenuti comandano, i giudici si piegano
Ansa
Le proteste nelle carceri si estendono ma la situazione sanitaria è un pretesto: i reclusi chiedono amnistia, indulto e norme meno severe. I magistrati di Milano favoriranno misure per liberare le celle. Gli agenti penitenziari contro Alfonso Bonafede e il Dap.
I detenuti comandano, i giudici si piegano
Ansa

Contenuta la rivolta all'Ucciardone è scoppiata quella al Pagliarelli. Un gruppo di detenuti è riuscito a impossessarsi di un piano detentivo dopo aver sottratto le chiavi a un agente della polizia penitenziaria. E dopo Palermo la protesta si è spostata a Trapani, dove alcuni prigionieri sono riusciti a salire sul tetto. La situazione è tornata alla normalità solo dopo molte ore. È il terzo giorno di passione per il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap). Le carceri sono fuori controllo. E non solo in Sicilia. Ufficialmente si protesta contro lo stop ai colloqui per contenere la diffusione del coronavirus. In realtà, come sostengono alcune sigle sindacali della polizia penitenziaria, è in corso un pressing per ottenere indulto e amnistia.

Il pm milanese Alberto Nobili ha condotto la trattativa con i detenuti in rivolta del carcere di San Vittore. Con il magistrato c'era Giovanna Di Rosa, presidente del Tribunale di sorveglianza meneghino. I due si sono impegnati con i reclusi a scrivere una lettera al ministro della Giustizia e al Dap. Nella missiva, spiega Nobili, si solleciteranno modifiche normative utili a ridurre il sovraffollamento dell'istituto di pena. Ieri mattina c'è stato un nuovo incontro tra i magistrati e i detenuti, come previsto e come promesso, visto che la protesta lunedì era terminata in seguito alla parola data dalle toghe su un possibile «aiuto» nel portare all'esterno i problemi evidenziati dai detenuti: «Faremo una segnalazione come Procura di Milano e Tribunale di sorveglianza perché si prendano sulle spalle la responsabilità del sovraffollamento e prevedano modifiche normative in modo da alleviare la permanenza in carcere».

Il Tribunale di sorveglianza di Milano si è inoltre attivato, ha fatto sapere Di Rosa, per «liberare» le carceri «il più possibile» e ha avviato «intese con il Sert per potenziare gli affidamenti terapeutici e le misure alternative, anche con un tavolo che si è costituito con le direzioni delle carceri, il Provveditorato regionale e la Regione Lombardia». Non solo. La toga ha garantito durante l'incontro anche «autorizzazioni in tempi velocissimi, con decisioni immediate, per i colloqui telefonici e risposte rapide ai detenuti che presenteranno o ripresenteranno le istanze individuali».


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