2025-01-06
«Con il blocco del gas e il green, per l’Ue è declino inevitabile»
Il presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli: «Le aziende dovranno tagliare o chiuderanno. Il caro bollette? Speriamo in un inverno caldo».La fine degli accordi trilaterali Russia-Ucraina-Ue sul passaggio del gas russo attraverso l’Ucraina ha innescato effetti a catena, aprendo un nuovo conflitto per l’energia. Stanno venendo al pettine i nodi di politiche poco avvedute o ingabbiate nell’ideologia green. Chiusi i rubinetti dei gasdotti, per l’Europa si preannuncia un inizio d’anno da lacrime e sangue con bollette alle stelle e industrie sempre meno competitive. La Slovacchia e l’Austria sono i Paesi più colpiti. La Slovacchia ha minacciato l’Ucraina di sospendere le forniture di elettricità, mentre la Polonia è venuta in soccorso dell’Ucraina. Cosa può succedere in Europa? Abbiamo girato la domanda al presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli. «Abbiamo davanti un acuirsi dei problemi che stiamo affrontando da tre anni, con tensioni sui prezzi e aumenti delle bollette. È partito dal primo gennaio un adeguamento del 18% delle bollette dei clienti vulnerabili, una fetta piccola dell’intero mercato, ma le variazioni sono di questa entità per gran parte del resto dei consumatori. Tuttavia, il massimo dei prezzi dovrebbe essere stato raggiunto, sempre che non arrivi un’ondata di freddo a fine febbraio o inizio marzo». La guerra dell’energia rischia di compromettere un accordo di pace tra Mosca e Kiev?«No, è uno dei principali motivi di scontro fin dal crollo dell’Unione Sovietica, e se si arriverà alla pace sarà proprio per riprendere il transito che andrebbe a beneficio di entrambi, oltre che di noi europei». Cosa rischia l’Europa se la Slovacchia interrompe le forniture di elettricità? «Il pericolo è un aumento su tutto il continente dei prezzi dell’elettricità, con ulteriori tensioni sulle bollette. Ma, per fortuna, in questo momento c’è parecchia potenza disponibile nel centro Europa e questo è dovuto in buona parte alle centrali nucleari francesi». Quale è la situazione per l’Italia? Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha detto che non dobbiamo temere.«Il nostro Paese ha difficoltà maggiori dovute al fatto che usa molto gas nella generazione elettrica e che tutto questo gas proviene dall’estero. I suoi prezzi elettrici da mesi sono intorno ai 130 euro per megawattora, un 30% in più del resto d’Europa, e questo spiega le bollette che salgono». Ci sono riserve sufficienti di gas in Europa e in Italia per evitare il pericolo di restare al freddo?«Se farà caldo come gli ultimi inverni non avremo problemi. Tuttavia, se arrivasse una coda d’inverno verso febbraio e marzo, quando le scorte cominciano a scendere velocemente, allora potremmo essere forzati a tagliare la domanda per qualche giorno. Ma è un’ipotesi estrema, anche perché l’economia è piatta, si consuma molto meno nelle fabbriche e questo aiuta enormemente a non creare tensioni». L’Italia con forniture alternative si è messa al riparo, ma allora come mai i prezzi delle bollette stanno salendo?«Si è messa al riparo soprattutto con il crollo della domanda da 75 miliardi metri cubi nel 2021 a 61 nel 2024, aggiustamento dovuto alla minor crescita e anche un po’ a maggiore produzione da rinnovabili per evitare l’uso di gas nelle centrali elettriche. I prezzi delle bollette salgono, ma dopo forti cali la scorsa estate e comunque siamo lontanissimi dai picchi di 330 euro del settembre 2022 o rispetto alla media di 130 del 2022. Salgono le bollette, ma se fossimo con un’economia forte e con un manifatturiero in crescita, allora le bollette sarebbero ancora più alte». C’è il rischio di una spirale al rialzo?«No, dovrebbero stabilizzarsi, il picco dovrebbe essere stato raggiunto, perché nei mercati finanziari, non voglio usare il termine speculativi, è normale che i prezzi anticipino di parecchio gli eventi peggiori e questo è stato fatto a fine dicembre. Sempre che non arrivi, però, un inverno più freddo». Non sarebbe stato preferibile rinnovare gli accordi tra Ucraina e Russia? «Certo, ma sono due Paesi in guerra ed è già impressionante che entrambe le parti abbiano rispettato gli accordi mentre si scannavano in trincea». Cosa rischiano le imprese europee dai rincari energetici? «Più che rischio è una certezza, ovvero il taglio della attività produttiva, come vediamo nel continuo calo della produzione industriale in Europa, in Germania e Italia. Dopo l’anno degli enormi aiuti di Stato che hanno consentito alle imprese di fare ottimi bilanci, oggi la crisi è meno grave, ma senza aiuti e allora si arriverà a chiudere». Si preannuncia un 2025 gelato per l’economia europea e italiana?«Sì, su questo c’è poco dubbio e l’energia contribuisce parecchio anche se non è l’unico fattore. I prezzi dell’energia si mantengono altissimi rispetto al passato e rispetto al resto del mondo, con l’elettricità per le imprese a 25 cent per chilowattora, quando negli Usa viaggiano sotto i 10 e in Cina a 8». Alla luce di questa crisi energetica non sarebbe il caso di rivedere l’agenda green? «Mentre l’Europa fa sacrifici, India e Cina continuano a usare il carbone. Credo che un aggiustamento ci sarà, ma non un’inversione, ormai le decisioni sono state prese e sarà molto difficile tornare indietro. I nostri Parlamenti sono sovrani e le elezioni hanno parlato chiaro, non ci sono stati capovolgimenti a livello europeo e anche il Green deal rimarrà valido, magari aggiustato». La combinazione tra blocco delle forniture russe e transizione energetica farà fallire l’economia europea? «Fallire no, ma la porteranno sempre più a un’economia di servizi, con meno industria, molto turismo, pizza mandolino e qualche campo da golf. E con tanto debito a crescere. Un continente vecchio che vivrà molto di cassa integrazione, che va molto bene per una società fatta di vecchi. Invertire questo declino sarà quasi impossibile, un vuoto culturale dove si inserisce senza fatica la faciloneria dell’ambientalismo antindustriale che porta alla demolizione del capitalismo sognato dai comunisti negli anni Settanta e allora non realizzato. Complice mi sembra la finanza, che rincorre il timore delle politiche verdi e si disinteressa della deindustrializzazione». Si parla tanto di nucleare di nuova generazione con i micro reattori, può essere una soluzione di breve termine?«Nel breve no, ci vogliono almeno 10 anni. Ma credo che occorra farlo. Senza nucleare non si può decarbonizzare il sistema elettrico. Inoltre, già oggi il sistema elettrico europeo si regge sulla capacità di base delle 56 centrali nucleari francesi. Senza quelle il sistema sarebbe già in blackout. Va bene parlare di futuro e di ricerca, cosa che noi italiani sappiamo fare molto bene fin dai tempi di Galileo e già questo giustificherebbe il nostro rientro nel nucleare. Tuttavia, dobbiamo avere più coraggio e sporcarci subito le mani e togliere la ruggine su alcuni siti nucleari che abbiamo chiuso in maniera sciagurata nel 1987. Caorso, Trino, Montalto sono siti pronti a ricevere progetti di reattori fatti dai coreani come quelli in costruzione in Polonia e partire subito con il nostro gioiello industriale che è Ansaldo, posseduta da tutti gli italiani con la Cdp (Cassa depositi e prestiti). Poi facciamo subito anche i piccoli reattori, cosa che è intelligente per inserirci in una nuova filiera di grande tecnologia industriale». Intanto che fare?«Tirare la cinghia e sperare nell’ennesimo inverno mite, grazie al cambiamento climatico. A parte gli scherzi, la prima cosa è aiutare le persone anziane, oltre i 75 anni, a rimanere nei vulnerabili, poi aiutare i poveri a navigare sul computer per controllare sul sito dell’Arera su come accedere al bonus sociale. Gli altri, quelli più ricchi per i quali cambierà poco, dovrebbero riflettere sulle politiche energetiche e sul fatto che la nostra economia italiana, ed europea, è da anni in mancata crescita infelice. Prendere i bilanci energetici e studiare».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.