2018-12-07
Di Maio choc : «Sulle pensioni d’oro un taglio del 40 per cento»
Il governo non trova la quadra sui «numerini» da presentare a Bruxelles. Il ministro per lo Sviluppo economico annuncia che il prelievo per chi percepisce più di 90.000 euro lordi all'anno passa dal 25 al 40%. Matteo Salvini: «Tagliando al contratto».Lo stanziamento, inizialmente di 85 milioni, bocciato dalla M5s Castelli. Ipotesi di pagare i premi di risultato agli statali in Btp.Il sottosegretario Guido Guidesi: «Con la flat tax entro il 2020 tasse al 15% per 900.000 artigiani e commercianti, per lo stesso principio ci opporremo a una stangata sulle utilitarie. Su quota 100 siamo pronti da tempo, ora tocca al M5s muoversi sul reddito».Lo speciale contiene tre articoliQuando alle 18 di ieri pomeriggio si apprende che il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, non ha partecipato al vertice sulla manovra a Palazzo Chigi, la sensazione che la maggioranza non abbia ancora messo a punti tutti i dettagli della legge di Bilancio diventa certezza. Al tavolo c'erano il premier Giuseppe Conte, i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro. «La riunione», spiegano fonti di governo, «era finalizzata a trovare la sintesi politica su alcuni emendamenti alla manovra e non era pertanto richiesta la presenza del ministro». Tria aveva incontrato Conte in tarda mattinata, poi aveva lasciato Palazzo Chigi senza farvi ritorno. Il vertice, iniziato alle 16, non è stato dunque risolutivo: «È stato un buon vertice», dice Salvini mentre lascia la riunione, alle 17 .30, «stiamo affrontando gli emendamenti, dai finanziamenti alle metropolitane di Roma e Milano ad alcuni aiuti che erano rimasti fuori dalla prima stesura della legge di bilancio». «Non è un vertice decisivo», commenta Fraccaro, «è uno dei tanti vertici. Stiamo parlando della manovra e di tutto ciò che gira intorno alla manovra, stiamo discutendo di più punti». In sostanza, non c'è ancora l'intesa sul punto fondamentale: quali correzioni apportare alla finanziaria per proseguire la trattativa con la Commissione europea. Ci vorrà ancora del tempo, saranno necessari altri incontri per decidere se, e eventualmente in che misura, tagliare quel 2,4% del rapporto deficit/pil previsto per il 2019, il pomo della discordia con l'Unione europea. Si resta quindi nel campo delle ipotesi: Conte avrebbe prospettato la possibilità di appianare i contrasti con Bruxelles riducendo la previsione al 2%; la Lega non sarebbe disposta a scendere sotto il 2,2%. Fino a quando non si sarà trovata la quadra all'interno della maggioranza, è impossibile andare a trattare con Bruxelles, ed è anche e soprattutto per questo che ieri fonti della Commissione europea hanno fatto sapere che l'incontro tra Conte e il presidente della Commissione, Jean Claude Juncker, annunciato per martedì prossimo a Strasburgo, non è confermato. «Nel corso del vertice», sottolinea Di Maio al termine del summit, «abbiamo affrontato alcune questioni da portare nella legge di bilancio al Senato. È in corso una trattativa con l'Europa che va avanti, per portare a casa la manovra, non tradire i cittadini e le promesse ed evitare la procedura di infrazione. Il debito lo vogliamo abbassare grazie ai soldi per gli investimenti che riguarderanno soprattutto le strade e il dissesto idrogeologico. L'Europa vuole una manovra che abbassi il più possibile il debito pubblico e il debito non si abbassa con l'austerity. Dobbiamo aumentare gli investimenti e il potere d'acquisto. Il 2,4%? Io», dichiara Di Maio, «non sono affezionato al numero ma pretendo il rispetto delle norme che riteniamo fondamentali. Le relazioni tecniche ci potrebbero indicare che potrebbero servire meno soldi per il reddito di cittadinanza e quota 100, pur mantenendo la stessa platea. Non abbiamo dati ufficiali ma siamo convinti che potrebbero servire meno soldi. Quindi», aggiunge Di Maio, «a febbraio la pensione minima sarà aumentata a 780 euro e partirà quota 100, e a marzo partirà il reddito di cittadinanza. Il taglio delle pensioni d'oro entrerà nella legge di bilancio al Senato la settimana prossima e quindi passiamo dal 25% al 40% di tagli». È questa la novità più significativa del vertice: il taglio per chi percepisce da 90.000 euro lordi all'anno in su (ovviamente per la parte eccedente questa soglia) sarà più consistente di quello annunciato inizialmente. Negli stessi istanti, Salvini rilascia una dichiarazione destinata a far discutere: «Rivedere il contratto di governo? Si potrà fare. Magari», dice il leader della Lega, «quello che abbiamo stabilito a maggio del 2018, a settembre del 2020 va ri-tarato».Pochi minuti dopo il ministro Fraccaro, a nome del governo, pone la questione di fiducia alla Camera sulla legge di bilancio. La discussione generale, andata avanti per l'intera giornata, e interrotta nel pomeriggio per consentire il rinvio in commissione del testo per verificare le coperture di 18 misure approvate nei giorni scorsi, aveva fatto registrare alcuni momenti di forte tensione. A infiammare l'aula, l'intervento di Maria Elena Boschi: «Avete combinato un disastro», esclama l'ex ministro del Pd, «e l'avete chiamata manovra del popolo perché pagherà il popolo: l'Italia ha perso credibilità, gli italiani i risparmi, le imprese hanno perso la fiducia, voi la faccia». Il riferimento ai risparmi scatena la reazione del relatore, Raphael Raduzzi del M5s,che nel corso della replica affonda il colpo contro la Boschi: «I risparmiatori», scandisce Raduzzi, «sono stati danneggiati dai vostri governi, noi abbiamo ampliato il fondo per rimborsare i truffati dalle banche».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/sul-taglio-del-deficit-si-tratta-ancora-prima-si-sforbiciano-le-pensioni-doro-2622613911.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="cancellati-60-milioni-di-aiuti-per-i-terremotati-del-2016" data-post-id="2622613911" data-published-at="1757901684" data-use-pagination="False"> Cancellati 60 milioni di aiuti per i terremotati del 2016 Ormai siamo agli sgoccioli. Reddito di cittadinanza e quota 100 a parte (che con ogni probabilità diventeranno operativi grazie a un disegno di legge collegato alla manovra), le decisioni legate alla legge di bilancio sono per lo più di natura finanziaria. È il motivo per cui, dopo la discussione generale nell'Aula della Camera il provvedimento ha fatto ritorno in Commissione Bilancio. Inoltre, sempre nella giornata di ieri, di coperture e deficit hanno discusso anche il premier Giuseppe Conte i due vice premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio che si sono riuniti a Palazzo Chigi per discutere di alcune modifiche da presentare in Senato con l'obiettivo di evitare la procedura di infrazione da parte dell'Europa. Secondo quanto risulta alla Verità, tra le novità, la norma che prevedeva 60 milioni di euro (anche se ne erano stati annunciati 85) da destinare alle zone colpite dal sisma del 2016 in Centro Italia è stata bocciata dal sottosegretario al ministero dell'Economia Laura Castelli. Contattato dalla Verità, il deputato M5s Antonio Zennaro che aveva inserito la norma non ha confermato né smentito la bocciatura del provvedimento, del quale però non c'è traccia nel testo della manovra. Il sottosegretario all'Economia ha dato parere negativo, per mancanza di coperture, anche sulla norma che prevedeva di applicare l'Iva agevolata al 10% per prestazioni rese ai clienti degli alberghi, come pacchetti di massaggi o per il benessere del corpo come le Spa. La norma non è passata perché la copertura necessaria sarebbe di 30 milioni e non, come era stato stimato, un milione di euro. «Faremo un'ulteriore valutazione della norma al Senato», ha detto Laura Castelli. Ma la lista di modifiche è lunga. Tra le novità introdotte è stato aumentato lievemente il fabbisogno sanitario nazionale standard: rispetto al testo originale in cui si leggeva che l'ammontare complessivo «è confermato in 114,435 miliardi di euro», si modifica con la precisazione «è determinato in 114,439 miliardi di euro». La commissione ha dato il via libera anche ad alcune correzioni alle quantificazioni delle spese per le assunzioni previste per la Corte dei Conti, l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e l'Ispettorato del lavoro. Inoltre è stato dato il via libera alla riallocazione al ministero dell'Interno del Fondo per la realizzazione del 112, numero unico europeo. Ritoccata anche la norma che estende lo screening neonatale ad altre malattie, rispetto a quelle previste attualmente. Tra le norme ritoccate dalla Bilancio, infine, il trattamento economico dei dirigenti medici, veterinari e sanitari con rapporto di lavoro esclusivo e l'indennizzo minimo per le vittime di reati violenti. Tante novità sono emerse, inoltre, anche dall'incontro tra Conte, Salvini e Di Maio. In primis, «il taglio delle pensioni d'oro entrerà nella legge di bilancio al Senato, la settimana prossima. Passiamo dal 25% al 40% di tagli sulle pensioni d'oro», ha detto ieri il ministro del Lavoro uscendo dal vertice di Palazzo Chigi e sottolineando che il reddito di cittadinanza partirà a marzo con la stessa platea e la stessa cifra di 780 euro già preventivati. Di Maio ha anche ricordato anche che non cambieranno nemmeno le coperture previste per il sussidio alla disoccupazione e la riforma del sistema previdenziale (rispettivamente 9 e 6,7 miliardi). Inoltre, ieri Di Maio ha anche fatto sapere che il Movimento 5 Stelle sta studiando una soluzione per venire incontro all'esigenza di risanare i conti pubblici. Secondo fonti parlamentari, ieri il vicepremier ha fatto sapere che il governo sta studiando l'ipotesi di pagare i premi di risultato ai dipendenti pubblici in Btp italiani. Una possibilità su cui stanno lavorando il sottosegretario Stefano Buffagni, il ministro dei Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro e il sottosegretario al Tesoro Laura Castelli. Per l'ennesima volta, dunque, il governo è al lavoro per ottimizzare al meglio le coperture previste per tutte le novità delle legge di bilancio 2019. Peccato, però, che ancora non si vedano scritti nero su bianco i dettagli ai due maggiori provvedimenti della manovra, il reddito di cittadinanza e il sistema quota 100. Gianluca Baldini <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/sul-taglio-del-deficit-si-tratta-ancora-prima-si-sforbiciano-le-pensioni-doro-2622613911.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="cambieremo-la-vita-ai-piccoli-imprenditori" data-post-id="2622613911" data-published-at="1757901684" data-use-pagination="False"> «Cambieremo la vita ai piccoli imprenditori» Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con delega ai rapporti con il Parlamento, Guido Guidesi (Lega) ha accettato di conversare con La Verità in una pausa del vertice a Palazzo Chigi sugli emendamenti alla manovra, e anticipa novità sia sul tema rovente delle auto sia sulle prossime tappe della manovra e della trattativa con Bruxelles. Risponde anche alle osservazioni di Confindustria sulla legge di bilancio. Che succede con l'ecotassa sulle auto? Possiamo annunciare una robusta correzione al Senato dopo il pasticcio grillino in Commissione alla Camera? «Succederà ciò che ha annunciato il ministro Luigi Di Maio. Lunedì Di Maio stesso incontrerà sia i consumatori che i costruttori di auto. In base all'esito di quel confronto, posso annunciare che la norma sarà rivista al Senato affinché possa davvero conseguire un obiettivo utile. Noi non vogliamo nessuna tassa, sia chiaro». Rassicuriamo gli automobilisti che stiano usando o vogliano acquistare auto di piccola e media cilindrata… «Obiettivo utile vuol dire che certamente intendiamo favorire l'ammodernamento del parco auto italiano, che ne ha bisogno, ma questo non deve in alcun modo pesare sulle vetture piccole e medie». E al Senato arriveranno pure gli emendamenti «pesanti» su pensioni e reddito di cittadinanza? «Noi siamo già pronti su quota 100». E invece i grillini sono pronti sulle loro modifiche al reddito di cittadinanza o bisognerà aspettare un altro provvedimento autonomo? «Voglio essere ancora più chiaro. Noi eravamo già pronti a presentare il nostro emendamento sulle pensioni alla Camera, nei giorni scorsi. Se abbiamo atteso il passaggio al Senato, è perché vorremmo presentare tutto insieme…». Confindustria dice che per le imprese non c'è molto nella manovra. Come rispondete? «Sono pronto a un confronto pubblico con chi dice queste cose. Mai una manovra, a mia memoria, è stata così attenta alle imprese. Incluse le loro, cioè le grandi…». Partiamo dalle grandi imprese, allora… «Con l'emendamento sul super ammortamento è stato confermato tutto il pacchetto industria 4.0. Ma come? Lo acclamarono quando lo scrisse Carlo Calenda e oggi che viene confermato viene criticato dagli stessi che lo applaudirono?». Altre misure per i «grandi»? «L'intervento sugli utili reinvestiti. Detassazione Ires dal 24 al 15%. Una cosa che non c'era». E per i medi e i piccoli? «Lo dico usando un termine forte: gli cambiamo la vita. Mi riferisco al primo step dell'introduzione della flat tax: 15% di tasse per le partite Iva fino a 65.000a euro annui di fatturato. Ma attenzione, c'è già scritto che dal 1° gennaio 2020 la misura sale fino a un fatturato di 100.000 euro. Lo ripeto, gli cambiamo letteralmente la vita: 15% di tasse, e non più la tenuta di una contabilità rigida. Si tratta di 900.000 imprese e partite Iva: artigiani, commercianti, professionisti». Altre misure pro sviluppo? «Raddoppio della deducibilità Imu (dal 20 al 40%) su capannoni e immobili strumentali all'impresa. C'è la sperimentazione della cedolare secca per le locazioni a uso non residenziale, un'altra novità. E poi la conferma, nonostante tutto ciò che si è letto, di tutte le detrazioni fiscali su ristrutturazioni edili, acquisto di mobili, sistemazione delle aree verdi». Rimane il problema che i tagli di tasse restano complessivamente molto sacrificati nel complesso della manovra. «Ho elencato le misure fiscali. Ma c'è anche una parte importante di investimenti. Che riguarda Regioni ed enti territoriali in prima battuta: e chi ne beneficerà? Ovviamente le imprese». E allora dettagliamo anche questa parte. «Per le Regioni, introduciamo norme sulla contabilità che permutano la spesa corrente in spesa per investimenti. Per le province, 250 milioni di fondi strutturali. Per i Comuni, copriamo gli avanzi di bilancio e di fatto li incoraggiamo a sbloccare gli investimenti». Come finirà la trattativa con l'Ue? «La mia previsione è un accordo buono per entrambi. Consentirà a noi di non sacrificare i nostri obiettivi, e a loro di capire che noi non facciamo forzature eccessive». Se ci saranno concessioni sul deficit alla Francia dopo le rivolte di queste settimane, chiederete che anche per l'Italia ci sia lo stesso metro di giudizio, oppure temete un «doppio standard» da parte di Moscovici e Dombrovskis? «Abbiamo sempre chiesto un trattamento equo e obiettivo. Ovvio che se ci saranno concessioni ad altri, pretendiamo lo stesso tipo di trattamento anche per noi». Quanto soffre l'anima sviluppista della Lega rispetto alle tendenze grilline alla «decrescita»? Anche sulle auto tutto nasce da un loro emendamento che inizialmente parlava di pesca… Quanti altri scherzetti vi aspettate? «Quando il confronto nel governo si basa sui contenuti e ha come obiettivo l'economia reale, le soluzioni si trovano sempre. E quindi riusciamo a far cadere il muro ideologico…». Muro ideologico che esiste, quindi… «Se non cade, allora diventa un problema, è chiaro. Ma io dico che si può crescere insieme». Non sarà che, in mancanza di un'opposizione credibile, l'opposizione rischiano di farvela i dati del Pil nel 2019, anche per un rallentamento generale (non solo italiano) dell'economia Ue? «Siamo consci di un rallentamento generale europeo. Ma voglio dire alle imprese che qui in Italia una parte non piccola del problema è anche legata all'emotività creata dalle informazioni non corrette che arrivano agli imprenditori. Invece, sono convinto che, leggendo la manovra e i suoi veri contenuti, quel fattore psicologico negativo verrà meno. C'è spazio per una nuova fiducia e quindi per un rilancio degli investimenti anche privati». Daniele Capezzone
Jose Mourinho (Getty Images)