2018-12-30
Sul lavoro nero di babbo Renzi hanno aperto un’inchiesta penale
Il padre dell'ex premier minaccia querele verso chi lo paragona a Di Maio senior, ma la Procura di Genova ha indagato su alcuni casi di stranieri irregolari inquadrati in una sua ditta. Lo salverà solo la prescrizione.La Procura di Genova ha aperto un fascicolo per l'impiego di lavoratori clandestini nella società Arturo srl di Tiziano Renzi, oggi in liquidazione. Un procedimento iscritto a modello 44, cioè con un'ipotesi di reato ben precisa. Un'accusa che farà ulteriormente infuriare Renzi senior, il quale, più i magistrati indagano su di lui e sulle sue aziende, più strepita sui social minacciando cause civili contro l'universo mondo, come se cercasse di mettersi al riparo dai guai giudiziari con questo rito apotropaico 2.0. Su Internet il babbo dell'ex premier pubblica raffiche di post in cui sostiene di non aver mai avuto lavoratori «in nero». Per esempio il 3 dicembre si è lagnato che alcuni quotidiani avevano denunciato il pagamento in nero degli strilloni che lavoravano per lui, riportando la testimonianza di un fiorentino impegnato per la Speedy dei Renzi a fine anni Novanta. «La notizia è falsa», ha giurato Tiziano. Il quale ha fatto ribadire il concetto anche dai suoi legali in una richiesta di risarcimento danni presentata contro La Verità. Se l'è presa pure con gli esponenti del M5s che avevano rilanciato una nostra inchiesta: «Si tratta di un'accusa gravissima e falsa. Chiedo a tutti i parlamentari che stanno affermando queste falsità di rinunciare all'immunità parlamentare quando il mio avvocato chiederà loro i danni», ha scritto.Ma per quanto minacci, la Arturo srl è già stata condannata a pagare risarcimenti in sede civile, come è successo ad altre due aziende di babbo Tiziano, a seguito di accertate irregolarità contributive. Adesso, a 20 anni dalle prime cause, è arrivato anche il procedimento penale, da cui babbo Renzi, probabilmente, si salverà solo grazie alla prescrizione. Infatti, il 23 settembre scorso, il pm di Genova Stefano Puppo ha chiesto l'archiviazione perché i termini per contestare il reato sarebbero scaduti da tempo. La palla è passata a un gip che dovrà decidere se davvero non ci sia più niente da fare. Resta la notizia: la Procura di Genova non ha esaminato solo la denuncia per millantato credito contro Tiziano Renzi, presentata da tre cittadini nigeriani nel giugno scorso e di cui abbiamo già scritto, ma ha seriamente preso in considerazione la violazione dell'articolo 22 della vecchia legge Bossi-Fini, quello che sanziona chi occupa alle proprie dipendenze lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno. Se Renzi senior non verrà iscritto sul registro degli indagati, sarà solo perché la denuncia è arrivata fuori tempo massimo. Infatti nella querela si faceva riferimento a fatti del biennio 2005-2007, per i quali la prescrizione è scattata nel 2013. I cittadini africani Osahon Evans Omoigui, Monday Alari e Mercy Omorodion, assistiti dall'avvocato Lars Markus Hansen, si erano rivolti alla giustizia penale dopo che quella civile aveva loro assegnato sostanziosi risarcimenti, che purtroppo non sono stati pagati da chi avrebbe dovuto. Inadempiente anche la Arturo srl di Renzi senior. Se l'accusa di millantato credito è caduta quasi subito, rimanendo in un fascicolo senza indagati né ipotesi di reato («I denuncianti hanno reso sul punto dichiarazioni parzialmente diverse da come erano riportate dall'esposto dell'avvocato», rileva il procuratore Francesco Cozzi) si è dimostrata ben più robusta l'ipotesi di reato legata all'utilizzo di lavoratori clandestini. La polizia ha anche acquisito copia di una sentenza della sezione lavoro del Tribunale di Genova. «In essa il giudice lascia intendere che per due ditte (Eukos distribuzioni srl e Arturo srl) hanno lavorato anche cittadini privi del permesso di soggiorno», nota Cozzi. Dunque si può parlare di lavoro nero nella Arturo srl di Tiziano Renzi? «Nella sentenza si citava questa società e il reato probabilmente c'era», ammette il procuratore. Ma chi lo commise non è stato formalmente identificato. «Perché non lo abbiamo fatto? Gli eventuali indagati sarebbero stati immediatamente archiviati, essendo i reati già prescritti da almeno 5 anni», argomenta il procuratore. Dunque nessun trattamento di favore a Genova per Tiziano Renzi? «Nel mio ufficio c'è poca possibilità di trovare scorciatoie. Stia pur tranquillo che nessuno da noi fa dei favori a questa gente qua. Certo i querelanti potevano fare la denuncia prima. Non ci si può svegliare quando tutto è ormai prescritto», conclude Cozzi.Nei loro interrogatori i nigeriani hanno sostenuto che la consegna dei quotidiani era affidata a ditte diverse -Arturo, Recapita, Eukos, Dmp - ma che esse formavano una specie di holding e facevano riferimento sempre agli stessi soggetti: Mariano Massone, Antonello Gabelli, Tiziano Renzi (tutti e tre già indagati, proprio a Genova, per il crac della Chil post srl - i primi due hanno patteggiato, Renzi senior è stato archiviato). «Voglio precisare che tutte le ditte che a Genova si occupano di distribuzione di giornali sono collegate tra loro e sono gestite dalle stesse persone: infatti molti lavoratori come me e molti responsabili lavorano in certi periodi per una ditta e in altri periodi vengono spostati», ha dichiarato Alari a verbale. La continuità aziendale ipotizzata dai lavoratori africani ha trovato un possibile riscontro nell'inchiesta sul fallimento della cooperativa fiorentina Marmodiv. Qui i magistrati sospettano che gli amministratori di fatto siano i Renzi, ma i nuovi consiglieri d'amministrazione (per gli inquirenti si tratterebbe di tre teste di legno) sarebbero stati individuati da Massone (amministratore di fatto di Recapita ed Eukos) e lo stesso imprenditore ha coinvolto nel salvataggio della coop anche la Dmp, la stessa per cui hanno lavorato i nigeriani. Insomma la medesima compagnia di giro che quasi tre lustri fa gestiva le consegne dei giornali a Genova. L'avvocato di origine danese Lars Markus Hansen non si arrende: «Ancora oggi i giornali vengono distribuiti da una società di proprietà di un signore che all'epoca collaborava con Tiziano Renzi e i suoi soci. Quindi secondo me una continuità c'è ed era possibile considerare il reato non prescritto, visto che a quanto mi dicono in quella ditta ci sarebbe almeno un lavoratore non in regola ancora oggi».