2021-06-18
Successo della tv di destra «Gb News». E subito la sinistra prova a boicottarla
Andrew Neil (Getty images)
Aziende, attivisti e gli altri media provano a frenare l’ascesa del nuovo canale che all’esordio ha battuto la «Bbc» e «Sky»Tra i principi fondamentali della Gran Bretagna si annoverano la libertà di espressione e quella di pensiero, coscienza e religione, oltre alla libertà di stampa. Peccato che questa apprezzabile idea di libertà sia stata messa alla prova negli ultimi giorni, quando nel panorama dei canali di informazione britannici si è affacciata una nuova emittente. Si chiama Gb News, è diretta da Andrew Neil, giornalista scozzese con un passato alla guida del Sunday Times, e si propone come una testata giornalistica che è fiera di essere britannica, presta ascolto a coloro che in genere vengono marginalizzati e se ne infischia del politically correct. Questi obiettivi sono stati esposti chiaramente nel lancio avvenuto domenica sera da Neil, che ha spiegato che Gb News ha l’ambizione di raccontare quello che accade nel Paese in modo differente, guardando agli interessi della gente e non a quelli dei media, che hanno un atteggiamento «metropolitano», spesso non rispettoso della volontà dei britannici e dei loro interessi. Il suo discorso ha fatto il pieno di ascolti, con 336.000 spettatori, che hanno superato i circa 160.000 connessi nello stesso momento con i canali di informazione di Bbc e Sky. Un lancio con il botto, insomma, cui sono seguiti quattro giorni di «manovre», che portano a pensare che la libertà di espressione non sia poi così garantita nel Regno Unito. Il primo problema è arrivato nella serata del debutto, che ha avuto ospite in studio anche Nigel Farage, quando durante uno dei programmi di punta il conduttore Dan Wooton, si è lanciato in un monologo contro il lockdown, descrivendolo come una misura troppo pesante, «destinata a causare più morti e devastazione di quanto il Governo abbia mai ammesso». Un’affermazione che ha scatenato l’invio di 373 reclami all’Autority che sovrintende le comunicazioni e creato tensioni. Niente di drammatico, forse, se non fosse che successivamente gli investitori che avevano previsto spazi pubblicitari nelle trasmissioni di Gb News, hanno cominciato a defilarsi. Lo hanno fatto Ikea, Vodafone, Kopparberg, l’azienda svedese che produce sidro, la birra Grolsch, la Open University e anche la Nivea. Ora dopo ora, alla lista dei contratti pubblicitari sospesi si sono aggiunti quelli della compagnia di assicurazione LV, di Pinterest, della catena di ottici Specsavers e di Octopus Energy. A spingere gli investitori a chiedere la sospensione dei loro contratti pubblicitari potrebbe essere stato il taglio dato alle notizie, ma certo ha contribuito anche la campagna social di boicottaggio «Stop Funding Hate», promossa da un gruppo di attivisti che in passato ha già messo in difficoltà altri giornali che esprimevano posizioni di destra. Per spiegare il loro passo indietro alcune delle aziende hanno diffuso comunicati ufficiali, usando soprattutto i social media. Grolsch ha spiegato che non vuole apparire su GB News in futuro perché non vuole associarsi ad una piattaforma che si oppone ai valori dell’inclusione e dell’apertura. Nivea, invece, ha sottolineato che i suoi spot sono arrivati sul canale all’interno di un pacchetto pubblicitario che comprende anche altre emittenti e che non verranno ripetuti. Pinterest si è scusata con i propri sostenitori e ha annunciato di aver sospeso la collaborazione. Quanto all’Ikea, ha messo in evidenza che intende sospendere i suoi spot sul canale, perché Gb News non sostiene gli stessi valori umanitari che animano l’azienda. In questi quattro giorni di fuoco, poi, gli avvocati della nuova emittente hanno anche inviato una lettera ad Ofcom, l’authority della comunicazione, al ministro della cultura e all’Organismo che sovrintende alla Concorrenza e ai mercati, per denunciare che la Bbc e alcune altre reti televisive già affermate stanno abusando della loro posizione dominante e impedendo ai nuovi nati di fare il proprio mestiere. Un peccato, anche perché Gb News, che qualcuno ha paragonato all’americana Fox News, si avvale di professionisti di esperienza, figure vicine alla destra, interessate ad aggiungere una prospettiva diversa al mondo dell’informazione, spesso ostaggio del politically correct. Per fortuna il boicottaggio del canale - che si fregia del motto «Truth at last» (finalmente la verità) - è stato contestato in queste ore da alcune voci autorevoli. Il quotidiano Times ieri ha pubblicato un articolo di fondo in cui giudica questa azione come «sinistra e stupida», anche perché è avvenuta a tempo di record, senza nemmeno dare ai giornalisti il tempo di dimostrare quali sono le loro idee e il loro modo di lavorare. Anche il Governo è entrato nell’agone della polemica, con Julian Knight, il presidente della Commissione media e cultura del Parlamento, che ha definito l’iniziativa del boicottaggio come l’espressione della peggiore cultura della cancellazione. Che arriva a calpestare uno dei valori fondamentali di ogni democrazia, ovvero il pluralismo dell’informazione. In ossequio al pregiudizio che solo i network consolidati abbiano diritto di raccontare la realtà.