2024-12-04
Stellantis, Renzi ritenta un assist ai francesi
L’ex premier (che benedisse la vendita a Peugeot) promuove la fusione con Renault e candida Luca De Meo come ad. Stendendo l’ennesimo tappeto rosso all’amico Emmanuel Macron.L’aspetto più preoccupante della parabola umana e politica di Matteo Renzi è che più passa il tempo e più somiglia a Massimo D’Alema. Stessa sicumera, stessa attrazione per il business e le grandi aziende (pur avendo guidato al massimo una srl di mamma e papà) e identica passione per conferenze e consulenze ben pagate. La crisi ai piani alti di Stellantis non poteva quindi che risvegliare l’alto magistero dell’ex sindaco di Firenze, che con un breve tweet, in un colpo solo, ha deciso di piazzare Luca De Meo al vertice di una fusione Stellantis-Renault che molto piacerebbe al suo grande amico Emmanuel Macron. Nella convinzione che non solo gli italiani, ma anche i mercati, vogliano sapere che cosa pensa Renzi del futuro dell’olandese Stellantis, l’ex premier ha fornito sui social la propria consulenza. Dopo aver finalmente parlato di «ubriacatura europea per l’elettrico» che «ha prodotto e continua a produrre notevoli danni al sistema industriale del vecchio continente», Renzi si è dichiarato «preoccupato per l’indotto auto». Per poi arrivare al punto che gli premeva: rendere definitivamente francese quel che resta della Fiat e sponsorizzare un manager che magari, in futuro, potrà essergli utile. «È tempo di immaginare una realtà più forte di Stellantis, un campione europeo capace di stare nella top five delle grandi aziende mondiali», sostiene dunque Renzi, spiegando che «non ci sono alternative alla fusione Stellantis-Renault». «E non vedo alternative al fatto che alla guida di questa realtà ci vada una manager competente e visionario come Luca De Meo, già collaboratore di Marchionne e ora ceo di Renault». Su De Meo al posto di Tavares, per carità, nulla quaestio, ma fondersi con Renault dopo essersi svenduti a Peugeot è come darsi a battesimi e matrimoni quando la tua trattoria già non funziona. Renzi stesso probabilmente lo sa, ma l’uomo di casa negli Emirati Arabi è sempre in prima fila quando c’è da fare il lobbista dell’Eliseo e del suo inquilino in decadenza, Emmanuel Macron. Il presidente francese suggerisce dalla scorsa estate la fusione tra Renault e Stellantis. E già il 12 ottobre scorso, Renzi diceva: «Stellantis non è più la Fiat, ormai è tutta un’altra cosa. Immagino una fusione con Renault o con qualche altro big». Va detto che l’uomo aveva già salutato il Trattato del Quirinale tra Italia e Francia con parole sobrie: «Sono entusiasta. Macron e Draghi, con la regia di Mattarella, hanno segnato un passo straordinario per noi e per l’Europa» (Corriere della Sera, 27 novembre 2021). E a dicembre del 2019, quando gli Agnelli Elkann annunciarono la vendita dell’ex Fiat ai francesi, Renzi si spellava le mani: «Siamo di fronte a un passaggio storico per l’industria europea […]. John Elkann conclude con intelligenza un percorso di risanamento magistralmente impostato da Marchionne». Quello stesso giorno, il 18 dicembre di cinque anni fa, un isolatissimo Giancarlo Giorgetti faceva notare: «È evidente che la guida è in mano francese». Sono finiti contro un muro, ma ora arriva Renzi a indicare la strada.
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