2024-10-06
Stellantis chiede pure i danni a chi sciopera
Il sindacato americano Uaw minaccia proteste per il mancato rispetto degli obblighi contrattuali siglati nel 2023. L’azienda fa causa per «potenziale perdita di ricavi» e vuole un risarcimento: è la prima volta che succede. Tavares all’angolo a causa delle vendite flop.Stellantis ha fatto causa al potente sindacato americano dei metalmeccanici United auto workers (Uaw). È la prima volta che succede: il gruppo guidato da Carlos Tavares ha, infatti, avviato un’azione legale contro la Uaw inasprendo un braccio di ferro che dura ormai da mesi. Lo scorso venerdì il sindacato Usa ha minacciato lo sciopero se la società non manterrà le promesse fatte sugli investimenti. Il giorno prima, riporta l’agenzia Bloomberg, il gruppo automobilistico ha presentato una causa davanti alla Corte distrettuale degli Stati Uniti per il distretto centrale della California, accusando il sindacato di aver pianificato la violazione di un contratto collettivo del 2023 tramite scioperi «inammissibili».«L’azione legale considera i sindacati nazionale e locale responsabili della potenziale perdita di ricavi e di altri danni derivanti dalla perdita di produzione dovuta a uno sciopero illegale», ha spiegato Tobin Williams, vicepresidente delle risorse umane di Stellantis per il Nord America in una mail inviata ai dipendenti. Stando alla documentazione depositata in tribunale, «l’azione ha lo scopo di prevenire e/o porre rimedio a una violazione del contratto» da parte della Uaw, motivo per cui, se il sindacato scioperasse, «il tribunale dovrebbe riconoscere a Stellantis danni monetari». Il numero uno della Uaw, Shawn Fain, in una lettera ai dirigenti sindacali del gruppo automobilistico, ha definito questa e altre decisioni dell’azienda «azioni disperate da parte di un dirigente disperato che ha perso il controllo. Il nostro team legale ha piena fiducia nel nostro diritto di sciopero. Le minacce legali dell’azienda sono solo questo, minacce volte a intimidirci, quindi non reagiremo».Lo scontro tra le due parti è incentrato sul fatto che il sindacato sostiene che Stellantis non avrebbe rispettato gli obblighi contrattuali previsti dall’accordo raggiunto dalle due parti alla fine dello scorso anno, decidendo tagli alla produzione dell’impianto, riducendo i posti di lavoro e ritardando i potenziali investimenti previsti dal contratto del 2023.La Uaw minaccia di protestare per i ritardi negli investimenti previsti dall’accordo con l’azienda, tra cui la promessa di Stellantis di riaprire uno stabilimento di assemblaggio chiuso a Belvidere, nell’Illinois. E Stellantis ha mosso i suoi legali anche per impedire ai lavoratori di incrociare le braccia. Ma chiudendo così la porta al confronto.Stellantis e la Uaw litigano da mesi sui piani di investimento dell’azienda. La casa automobilistica ha indicato un rallentamento della domanda di veicoli elettrici come un cambiamento che ha spinto a rivedere i suoi piani di produzione.E la pressione su Tavares sta aumentando. Nel mirino ci sono soprattutto le scarse performance del gruppo in un mercato chiave come quello degli Stati Uniti dove le vendite stanno rallentando e diversi dirigenti di primo piano hanno lasciato l’azienda negli ultimi mesi. All’inizio della settimana, il gruppo ha segnalato che le sue vendite negli Stati Uniti sono diminuite del 20% nel terzo trimestre, a seguito di un drastico taglio delle sue previsioni di guadagno per il 2024. Ad agosto il capo di Uaw, Shawn Fain, in un video di due minuti e mezzo aveva osservato come «le vendite sono in calo, i profitti sono in calo e la retribuzione del ceo è salita davvero di parecchio (quasi 36,5 milioni di euro per il 2023, ndr). Il problema non è il mercato: le vendite di automobili di Gm e Ford sono cresciute. Il problema non sono i lavoratori del settore automobilistico, il problema è quest’uomo, Carlos Tavares», aveva accusato Fain, proprio mentre il suo vocale era coperto dalle immagini del ceo che solo qualche mese prima in Germania, in occasione delle celebrazioni dei 120 anni di produzione automobilistica di Opel, aveva elogiato la sigla delle tute blu tedesche, la Ig metall.Negli Usa Tavares ha adottato una politica rigorosa di riduzione dei costi mentre Stellantis si confronta con una domanda in calo per le auto elettriche e una concorrenza sempre più forte da parte dei produttori cinesi. Il produttore di Jeep e Chrysler sta affrontando alti livelli di scorte che si sono accumulate e che non riesce a smaltire mentre la quota di mercato si assottiglia mese dopo mese. All’inizio di questo mese, i leader della rete di concessionari statunitensi di Stellantis hanno anche criticato Tavares per aver portato a un «rapido degrado» dei marchi come Ram e Dodge. Il cda di Stellantis dovrebbe riunirsi negli Usa il 9 e 10 ottobre per valutare i piani messi in atto per rilanciare l’attività nel Paese.Breve nota a margine: in Italia funziona in modo diverso, perché la normativa giuslavorista non permette di utilizzare azioni legali nel confronto con i sindacati. Ma anche perché da noi la Cgil di Maurizio Landini è troppo impegnata a battersi contro il governo, rincorrendo la bandiera dell’antifascismo e raccogliendo firme contro riforme costituzionali che nemmeno di striscio toccano la vita e il futuro dei metalmeccanici.
Ursula von der Leyen (Ansa)