2022-10-10
Stefano Puzzer: «Ci vogliono poveri e controllati dalla tecnologia»
Il leader dei portuali: «Proseguirò il mio impegno politico combattendo i continui stati di emergenza».Stefano Puzzer, leader delle proteste al porto di Trieste e candidato con Italexit, alla Verità ha dichiarato che la politica non le interessava granché. Cos’è cambiato?«Ho capito che sarebbe stata l’unica alternativa di lotta contro la tempesta che ci sta arrivando addosso. Con le piazze non potevi combattere contro il caro bollette o contro l’invio di armi all’Ucraina, che non condivido. Questi argomenti sono più grandi di noi e secondo me l’unico modo di combatterli era la politica istituzionale». Com’è stata la campagna elettorale? «Noi, attraverso la candidatura, volevamo dare voce alle persone che stanno soffrendo per essere soggiogate a continui stati di emergenza, dando loro visibilità. Questa è stata la parte positiva della campagna elettorale». Assestarsi a meno del 2% lo considera una sconfitta?«Non ho mai guardato le percentuali. Logicamente, una volta arrivati al 25 settembre e usciti i risultati è giusto fare un’analisi del voto. Il popolo è sovrano e se ha deciso così è giusto rispettare il suo volere; dopodiché bisogna fare delle considerazioni per capire perché si è arrivati a meno del 2%».E cosa ne pensa?«Credo che uno degli errori maggiori sia stato non unire i vari movimenti antisistema». Vi siete pentiti di questo?«Se ci fosse stato più tempo avremmo spinto per l’unione, come abbiamo sempre fatto anche nelle piazze».Intende proseguire il suo impegno politico?«Credo che la politica si possa fare anche a pranzo con la propria moglie e che l’impegno politico ovviamente sia anche ciò che abbiamo fatto nelle piazze da un anno a questa parte. Se parliamo di politica istituzionale, appoggiando un partito, assolutamente sì».E come lo proseguirà?«Continuando a informare, ad ascoltare i cittadini, partendo dagli errori che abbiamo fatto e tentare di unire i vari movimenti antisistema, ascoltando la base, che oggi è rimasta delusa da noi che ci siamo candidati. Voleva un’unità di intenti da parte di tutti. Bisogna capire nuovamente le priorità ed essere presenti sul territorio; chi ha una struttura deve dare una forma a chi ha alimentato le piazze durante questi anni».Ora che l’attenzione si è spostata verso altre emergenze, come il caro bollette. Ha ancora senso combattere battaglie, come quella del green pass?«Secondo me è necessario mantenere l’attenzione su quella dinamica lì. Come dicevo prima, saltiamo da uno stato di emergenza all’altro. Ci sono logicamente delle priorità in questo momento. La protesta ora non è solo di chi rifiutava green pass e obbligo vaccinale, si sposta verso chi soffre, quindi piccole medie imprese e famiglie che non arrivano a fine mese. Stiamo andando verso una guerra che la maggior parte degli italiani non vogliono e ci sta dando tantissimi problemi».Si fida della Meloni, premier in pectore?«È l’unica persona in cui non vorrei essere, perché si ritrova davanti a due situazioni irrisolvibili: reddito di cittadinanza, che si è proposta di abolire, e la questione della guerra e del gas».Sta partecipando alle proteste di piazza contro il caro bollette?«Certo. Da cittadino libero quale sono, protesto in piazza da un anno, perché credo ci sia un piano per portarci alla povertà e al controllo digitale». Sta portando avanti il suo comitato «La gente come noi»?«Sì, il comitato è andato avanti tutto agosto e settembre. Abbiamo donato oltre 5.000 euro ai sospesi. Ultimamente non abbiamo postato perché non volevamo che durante si creasse confusione con le elezioni. Abbiamo donato 85.000 euro in sei mesi e questa cosa deve andare avanti. I sanitari sono ancora sospesi quindi mantiene una sua utilità».Qual è la sua quotidianità oggi?«Sono riuscito a vivere solo un paio di giorni da persona ordinaria, a casa con mia moglie e mio figlio. Ma in tutto questo sono sempre rimasto me stesso, non mi sono mai creduto un supereroe e non mi sento deluso da questa situazione. Faccio sempre quello che penso, e come non mi sono autoelogiato prima, non soffro ora della minore visibilità. Ho sempre fatto quello che mi sentivo. Sono in causa a livello lavorativo contro il licenziamento e nel frattempo riesco a mantenermi con la Naspi. Ora devo capire come mantenere la famiglia e gli avvocati che mi serviranno, visto che mi sono arrivati undici avvisi di garanzia».
Milano, il luogo dell'investimento mortale di Cecilia de Astis, nel riquadro (Ansa)
Il piano, per fermare la Meloni, svelato da La Verità.
(Totaleu)
Lo ha dichiarato l'europarlamentare di Forza Italia Salvatore De Meo al Parlamento europeo di Bruxelles, in occasione della mostra fotografica, «Paesaggio, Natura e Lavoro Agreste».