2023-07-19
Lo spot di Bassetti all’esame dell’Ordine
In un video su YouTube, la virostar faceva pubblicità a un’azienda che ristruttura immobili di lusso e che ha restaurato anche la sua nuova abitazione a Genova. È deontologicamente corretto? Alcuni colleghi hanno fatto partire una segnalazione.I vincitori di borse di studio finanziate dal Pnrr ospitati da un istituto in cui siede il prof Alberto Melloni.Lo speciale contiene due articoli.L’infettivologo Matteo Bassetti ha fatto da testimonial in uno spot intitolato «Case da vip» per un’impresa di ristrutturazioni di appartamenti di lusso, che in quel momento, da quanto i protagonisti affermano, stava ristrutturando casa al professore. Nel video pubblicitario, pubblicato su YouTube nel 2022, Bassetti compare nello spot, per la Facile Ristrutturare, in virtù della sua fama come medico raggiunta all’epoca del Covid, quando dispensava verdetti e consigli (perlopiù sbagliati, o incoerenti, ma questo è un altro discorso) a telespettatori e fan sui social. È deontologico? Con sottofondo rock, mentre scorrono immagini suggestive di Genova la pubblicità inizia con un architetto di bella presenza, Alberto Vanin, che ripreso in un scorcio pittoresco del centro storico del capoluogo ligure esordisce: «Il rinomato virologo professor Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del policlinico di Genova, professore dell’Università di Genova, che tutti noi abbiamo avuto il pacere di conoscere in questi ultimi due anni grazie al suo enorme contributo in tema Covid, ha deciso di affidare i lavori di ristrutturazione della sua nuova casa, acquistata con un investimento personale, a Facile Ristrutturare…». La Facile Ristrutturare ha tra i suoi clienti personaggi famosi e la precisazione «acquistata dal professore con un investimento personale» fa ritenere che la casa dello spot sia davvero quella di Bassetti. «Come vedete, è a due passi dal mare e immersa nei meravigliosi e caratteristici vicoli del centro storico. Richiede un intervento di totale ridistribuzione degli spazi interni. I lavori sono molto impegnativi». Il video quindi ci porta dentro l’appartamento dove sono in corso i lavori: Bassetti, sgargiante, gli compare davanti, sotto casa e la scenetta va avanti: attore che interpreta sé stesso, il medico chiede all’architetto di mostrargli come proseguono gli operai e così i due imboccano il portoncino della bella palazzina antica, che affaccia su un ballatoio, vista porto. Bassetti ha prestato dunque la propria immagine di medico primario in un grande ospedale universitario e quella di docente universitario a uno spot pubblicitario, per una ditta che lui dice stia effettuando lavori per ristrutturargli casa. Il video ha avuto finora 17.000 visualizzazioni ma meno di un centinaio di mi piace: Matteo Bassetti non l’ha rilanciato su nessuno dei suoi canali social e chissà se anche lui si sia posto il problema se fosse opportuno girarlo. Tuttavia lo spot ci è arrivato ed è arrivato pure all’Ordine dei Medici di Genova che anche su questo punto è stato chiamato in causa nella lettera firmata da un centinaio di camici bianchi che giorni fa hanno segnalato Bassetti all’autorità competente per i procedimenti disciplinari. Bassetti infatti da tempo insulta colleghi e ha insultato pure i malati: ha offeso, dando loro degli attori, le vittime, reali, degli effetti avversi dei vaccini anti Covid protagonisti del documentario del regista Paolo Cassina, Invisibili, che mostra la loro sofferenza. Insultare il malato non è permesso a un medico. «Vi ho scelto per la qualità del servizio che offrite» recita intanto il Bassetti testimonial nello spot, poi a un certo punto l’architetto fa cenno a una parete di «isolamento» da fare e Bassetti coglie la palla al balzo: «Sì, lo abbiamo visto quanto l’isolamento è stato importante in questi due anni», dice. È una delle sue tante frasi vuote perché l’Italia ha conosciuto restrizioni tra le più dure e nello stesso tempo un numero di morti rispetto ai malati tra i più alti nel mondo. La motivazione la conosciamo: è stata quella strategia, «vigile attesa e tachipirina», scelta dalle autorità sanitarie a causare l’ecatombe, ma Bassetti si è sempre allineato alle decisioni del governo e ha continuato così a insultare soprattutto i medici delle terapie domiciliari. Anche a costo di contraddire sé stesso: se a marzo 2020 disse su La7 che stava usando l’idrossiclorochina, pochi mesi più tardi definì «stregoni» i colleghi che la stavano utilizzando in fase precoce a casa e così salvavano vite umane. I protocolli ministeriali che consigliavano di «non curare» erano sbagliati e Bassetti almeno ora dovrebbe saperlo. D’altra parte, ci sono già le prove del fatto che abbia dichiarato falsità (prima fra tutte che il vaccino serviva a proteggere gli altri, ricorderete la canzoncina natalizia), ma lui indomito fa la star. Il finale dello spot è il prof-attore che propone all’impresa di ristrutturazioni di realizzare una «live»: in modo che la gente sappia - dice Bassetti - come si fa «in presenza di più inquilini, durante una pandemia, a isolarsi in casa». Aiuto. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/spot-di-bassetti-allesame-dellordine-2662301037.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="melloni-ipotesi-conflitto-dinteressi-faro-di-miur-procura-e-corte-cont" data-post-id="2662301037" data-published-at="1689766200" data-use-pagination="False"> Melloni, ipotesi conflitto d’interessi. Faro di Miur, Procura e Corte cont Il Mur, il ministero dell’università e della ricerca guidato da Anna Maria Bernini, ma anche la Procura della Repubblica e la Corte dei conti, sono pronti a esaminare un possibile caso di conflitto d’interessi. È quello che vedrebbe al centro il professor Alberto Melloni, ordinario di Storia del cristianesimo nell’Università di Modena-Reggio Emilia. L’ipotesi, che è tutta da verificare, nasce dal fatto che il professore risulta essere contemporaneamente coordinatore di un dottorato universitario con fondi Pnrr e pure segretario della Fondazione per gli studi religiosi (Fscire). La possibilità di un conflitto di interessi del docente deriva dal fatto che Fscire ospita, spesso, gli stage obbligatori che i vincitori del bando di dottorato che hanno svolto l’anno precedente e che dovranno svolgere quest’anno. I bandi per borse di studio in questione hanno un valore di 80.000 euro ciascuna per 36 mesi e, come stage, la Fscire pare ne abbia già ospitati quattro nel primo bando e ne ospiterà sei in quello di quest’anno.Il possibile conflitto di interessi di Melloni, di cui ha scritto per primo il sito La nuova bussola quotidiana, è stato sollevato da un componente del collegio docenti dell’ateneo emiliano che, insospettito dalla situazione, ancora lo scorso aprile aveva scritto una lettera all’ufficio legale dell’Università di Modena per segnalarla. Inizialmente quella segnalazione non aveva avuto alcun esito, tanto che il docente era in procinto di farne una seconda. Nel frattempo è, però, sopraggiunta novità. L’Università di Modena ha deciso di muoversi, inviando dal proprio ufficio legale una informativa alla Procura della Repubblica di Modena e alla Procura regionale della Corte dei conti. A questa informativa, trasmessa per «valutazioni di rispettiva competenza», è stata allegata la dettagliata segnalazione del docente, sollevato i sospetti.Va detto che, al di là di reati tutti da dimostrare, nella comunicazione del docente segnalatore, è contenuta anche una possibile violazione di etica pubblica, in particolare dell’articolo 11 del codice etico di ateneo, che definisce il conflitto di interessi quando «un appartenente alla comunità accademica si ponga in confitto potenziale o effettivo […] da rapporti di lavoro o di consulenza con enti di formazione o di ricerca potenzialmente o effettivamente concorrenti con l’Ateneo». Melloni, però, esclude che la sua posizione possa essere al centro di un conflitto di interessi. Interpellato al riguardo dalla Nuova bussola, alcuni giorni fa, aveva risposto di non saperne nulla, facendo presente che «la figura del coordinatore di dottorato non è portatrice di alcun interesse. Il fatto che lo stage si svolga presso la Fondazione non è un conflitto di interessi. È noto che gli stage si svolgano dove c’è qualcosa da imparare e questo è il caso». «Mi meraviglia inoltre», aveva dichiarato il docente, «che ci sia questa cosa di cui io non sono affatto a conoscenza e poi mi sembra strano dato che questo aspetto non sia mai emerso nel collegio dei docenti né alcun collega abbia mai sollevato la questione». Nonostante la meraviglia del professore, un suo collega, che magari nel collegio docenti avrà ritenuto di non sollevare la questione, si era però fatto avanti. E si è fatto avanti anche l’ateneo, per quanto risulti essersi limitato alla trasmissione di atti a chi di dovere, e per quanto le presunte violazioni segnalate restino, lo si ripete, tutte da verificarsi.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)