2025-02-13
Spioni, il governo smentisce e contrattacca
David Yambio e Juan Branco (Ansa)
Luca Ciriani in Aula: «Nessun contratto rescisso da Paragon. Azioni legali contro chi ci ha accusato di aver sorvegliato i giornalisti». Intanto, pure un sudanese che ha denunciato l’Italia alla Cpi dice di essere stato spiato. Ed è difeso da Branco, il legale vicino a Soros.C’è un altro nome nella lista di chi sostiene di essere stato spiato con il software Paragon. Si chiama David Yambio, sudanese, presidente dell’associazione Refugees in Libya. Durante una conferenza stampa al Parlamento europeo, l’altro giorno, ha dichiarato: «Dal 13 novembre il mio telefono è stato colpito con uno spyware in Italia, un Paese che dovrebbe proteggermi. Ma come faccio a sapere se qualcuno non sta dando le mie informazioni ad Almasri (il generale libico, ndr), a chi mi cerca e magari mi vuole torturare?». Insieme ad Alnoor Mohammadiaen Adam, sudanese pure lui, è tra coloro i quali hanno presentato la denuncia alla Corte penale internazionale contro il governo italiano nella vicenda Almasri. E chi rappresenta questi due attivisti? L’avvocato Juan Branco e il suo collega Omer Shatz, l’israeliano a capo della squadra legale della fondazione olandese Front-Lex, finanziata da George Soros che supporta la battaglia davanti alla Cpi. Branco, invece, ha un curriculum che parla da solo. Figlio di una psicanalista spagnola e di un produttore cinematografico portoghese, ha studiato nelle migliori scuole di Francia e poi a Yale. Ha collaborato con Julian Assange, con Wikipedia, con l’ex premier di destra Dominique de Villepin e poi con i socialisti di Francois Hollande. Infine si è candidato con l’estrema sinistra di La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon. Ha manifestato con i gilet gialli e li ha anche difesi in Tribunale. In Africa si è fatto arrestare come sobillatore di folle e si dice sia molto vicino alla Russia. Nel suo passato c’è di tutto. Quando era studente avrebbe creato un blog in cui prendeva di mira i compagni con insulti sessisti e omofobi. Uno dei bersagli? Il futuro premier francese Gabriel Attal. Poi c’è la storia dello scandalo pornografico che ha fatto cadere il pupillo di Emmanuel Macron, Benjamin Griveaux. Con tanto di video intimo del candidato sindaco di Parigi diffuso anche grazie a Branco, che all’epoca era avvocato dell’artista russo Piotr Pavlensky (noto per performance come la crocifissione del proprio scroto sulla Piazza Rossa a Mosca) e della sua compagna Alexandra De Taddeo. Branco sarebbe diventato complice di entrambi nella diffusione del filmato e loro avvocato dopo l’arresto della coppia. Aurélie Filippetti, ex ministro della Cultura, ha definito Branco, suo vecchio stagista, un giovane «manipolatore e megalomane», ma anche «rusé», furbo, machiavellico, come ha ricordato Il Foglio. Nel 2021, poi, si è infilato nel mondo del calcio. Ha cercato di bloccare il trasferimento di Lionel Messi al Paris Saint-Germain, denunciando presunti aiuti di Stato al club parigino. E, manco a dirlo, ha portato la battaglia fino alla Corte di giustizia dell’Ue. L’elenco delle sue imprese è lungo. E contiene anche una sospensione dall’albo degli avvocati (appellata) per aver pubblicato sui suoi social estratti di un procedimento penale nel quale era stato accusato di stupro da un’attrice. Nel 2016, senza essere ancora iscritto all’Ordine degli avvocati, si offrì di difendere Salah Abdeslam, l’unico superstite del commando degli attentati dell’Isis a Parigi. Lo scorso anno, invece, ha preso le difese di Kemi Seba, cittadino francese di origini beninesi e attivista panafricano ritenuto vicino a Mosca, accusato di ingerenza straniera in Francia, arrestato dopo aver bruciato pubblicamente il suo passaporto. Ogni volta, Branco sa dove attendere i riflettori. Intanto il governo Meloni è passato al contrattacco. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, è stato chiaro: «Il governo intende adire le vie legali contro chiunque lo accusi di aver spiato giornalisti. Nessuno ha spiato i giornalisti, al massimo li abbiamo portati in salvo». Poi ha aggiunto: «Nessuno ha rescisso alcun contratto nei confronti dell’intelligence, tutti i sistemi sono operativi. Compete all’autorità giudiziaria accertare l’origine delle vulnerabilità denunciate, i servizi italiani sono concentrati nel dare risposte, già arrivate davanti al Copasir con il direttore di Aise». Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha aggiunto: «Se c’è stato un uso improprio di Paragon, lo accerterà la magistratura. Noi abbiamo fatto i nostri accertamenti, lato Intelligence». Nel mirino dei servizi segreti, nei giorni scorsi, è finita anche la diffusione (sembra involontaria) ai giornali di una nota riservata inviata alla Procura di Roma. Il Dis ha, per questo, presentato un esposto a Perugia contro la pubblicazione della velina da parte del quotidiano Domani. Ma adesso il Dis, diretto da Vittorio Rizzi, impegnato a difendere il buon nome della nostra intelligence, ha annunciato una querela direttamente contro due quotidiani: Il Foglio e L’Unità di Piero Sansonetti che avevano fantasticato su presunte indicibili trattative tra i nostri servizi e il governo libico. Probabilmente gli 007 si sono stancati di giornali che tutti i giorni trattano questioni sensibili, spesso coperte dal segreto di Stato, con la disinvoltura e la superficialità con cui si raccontano i retroscena politici.
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
Kim Jong-un (Getty Images)