2022-04-19
Speranza non faccia scherzi sulle mascherine
Il ministro a breve si esprimerà sull’obbligo di protezioni al chiuso, un inutile disagio soprattutto per i bimbi.Tra una decina di giorni, terminerà l’obbligo di green pass per accedere ai luoghi di lavoro. Dal prossimo 1 maggio non sarà più necessario il certificato verde base sui trasporti a lunga percorrenza, nelle mense, per i concorsi pubblici e nei colloqui in carcere. Da 30 aprile decade pure quello rafforzato, ancora richiesto in cinema, teatri e sale da concerto, centri benessere, sale gioco, discoteche, congressi ed eventi sportivi al chiuso, centri culturali e nelle feste dove dovrebbe bastare il lasciapassare semplificato, salvo decisioni contrarie dell’ultimo minuto. Rimarrà il super green pass fino al 31 dicembre per medici, infermieri, personale sanitario e per entrare come visitatore in ospedale o nelle Rsa. Fino al 15 giugno resta pure l’obbligo vaccinale per gli over 50, per il personale scolastico e per le forze dell’ordine. Qualche passo in avanti, dunque, verso la normalità, mentre permangono restrizioni in fasce anagrafiche e categorie di lavoratori accompagnate da multe, sospensioni e perdita della retribuzione, ma soprattutto nebbia fitta sulla questione mascherine al chiuso. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha detto che deciderà dopo Pasqua, forse domani, lasciando intendere che difficilmente ce le farà togliere. Il tormentone è sempre quello, i contagi ci sono sempre, serve prudenza, non abbassiamo la guardia, mascheriamoci il più possibile. Il virus non sparirebbe nemmeno se girassimo in uno scafandro, forse in cabina di regia lo sanno, però continuano a condizionare i cittadini, facendoli preoccupare oltre il dovuto. Le mascherine «sono un presidio fondamentale», ripete Speranza, non su basi scientifiche ma per convinzione personale. Altrimenti sa che perderebbe una buona fetta di controllo sui cittadini, assoggettati più che monitorati. Lo seguono a ruota il suo consulente, Walter Ricciardi: «È molto probabile che saranno proprio i dati a dirci di non toglierle, non solo al chiuso, ma anche all’aperto», ha dichiarato. Il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, sostiene che i dispositivi di protezione delle vie respiratorie offrono «grande vantaggio rispetto al contagio nei luoghi chiusi, treni, cinema e teatri, mentre il disagio dell’indossarle è minimo».Sono sulla stessa lunghezza d’onda una lunga serie di virostar, come l’immunologa Antonella Viola secondo la quale «vale la pena fare un piccolo sacrificio coprendo naso e bocca quando si entra in luoghi chiusi» e la mascherina «nessuno dovrebbe metterla da parte». O l’infettivologo Massimo Galli, che la paragona al casco «strumento di protezione per i motociclisti». Così continueranno a imporci obblighi, perché il cittadino non creda di poter tornare alla normalità dopo due anni di pandemia. Poco importa che si siano alzate voci contrarie dal mondo scientifico. Secondo Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, «è un errore fuorviante credere che ci proteggano da Omicron, se fosse vero non saremmo arrivati a 100.000 contagi al giorno». Il professore non ha dubbi: «È doveroso toglierne l’obbligo al chiuso dal primo maggio». Il microbiologo Andrea Crisanti in un’intervista alla Verità l’ha definita «misura inutile per arginare i contagi», pure in classe «perché l’impatto della mascherina a scuola è zero, i ragazzi appena escono se la levano». Le Regioni hanno chiesto al governo di cambiare i criteri adottati con il recente decreto legge, che modifica le precedenti disposizioni anti Covid e introduce l’obbligo di indossare la protezione per tutte le bambine e i bambini dai sei anni in su pure nelle scuole dell’infanzia, «slegandone l’obbligatorietà dal ciclo scolastico ma collegandolo soltanto all’età», aveva fatto notare l’assessore all’istruzione della Regione Toscana, Alessandra Nardini, ponendo il tema alla commissione Istruzione della Conferenza delle Regioni. Una discriminazione di chi ha già compiuto gli anni, che deve essere eliminata. In attesa di fornire una risposta sensata, intanto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha già fatto sapere che a scuola le mascherine resteranno fino all’ultimo giorno di lezione. Dovrebbero rimanere pure nei luoghi di lavoro, perché sindacato e governo avrebbero preso accordi per non cambiare i protocolli di sicurezza. Con l’autunno arriverà la quinta dose, parola di Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco. Sostiene che dovremmo farcene una ragione perché questo vaccino «riesce solo a dimezzare la circolazione virale, non a eliminarla».