
«Qui c’è molta attenzione sull’Italia». Rimpatriata con il responsabile della sanità Usa.Tra la folla dello United Center di Chicago, che ospita in questi giorni la convention dei democratici americani, spunta a sorpresa Roberto Speranza, le cui foto dagli spalti rimbalzano in questi giorni sui social. «Chicago è la città del vento. E forse proprio da qui può partire una stagione nuova per gli Stati Uniti», racconta l’ex ministro della Salute in un suo diario online. Nessuno lo riconosce, ma «quando i delegati che incontro capiscono che sono italiano tirano fuori sempre un bellissimo “uaooo!”»; il che è sufficiente per dare a Speranza «la conferma del fatto che tra il nostro Paese e gli Stati Uniti ci sia un rapporto speciale». All’agenzia Nova, l’ex ministro rivelerà in seguito di aver riscontrato «molta attenzione attorno a ciò che succede in Italia»: «I delegati sanno bene che oggi al governo ci sono gli amici di Trump, e che noi stiamo lavorando per costruire una alternativa». Tra gli oratori, quello che sente più affine è Bernie Sanders, al punto che Speranza si lancia in un paragone impegnativo: «Qualcuno dice che Bernie è il Bersani dei democratici americani. Non so se sia vero sinceramente, ma le cose che dice mi convincono molto e le sento culturalmente vicine». Poi, mentre scambia altre impressioni con i delegati, lo raggiunge una vecchia conoscenza: Xavier Becerra, responsabile della sanità dell’amministrazione Biden. «È il loro ministro della salute. Abbiamo lavorato insieme negli anni più duri della pandemia ed è nata una bella amicizia che continuiamo a coltivare», ricorda Speranza. E con la rievocazione dei vecchi tempi del lockdown, l’atmosfera «festosa» della convention sembra virare verso qualcosa di simile alla nostalgia.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (Ansa)
Un tempo la sinistra invocava le dimissioni (Leone) e l’impeachment (Cossiga) dei presidenti. Poi, volendo blindarsi nel «deep State», ne ha fatto dei numi tutelari. La verità è che anche loro agiscono da politici.
Ci voleva La Verità per ricordare che nessun potere è asettico. Nemmeno quello del Quirinale, che, da quando è espressione dell’area politico-culturale della sinistra, pare trasfigurato in vesti candide sul Tabor. Il caso Garofani segnala che un’autorità, compresa quella che si presenta sotto l’aura della sterilità, è invece sempre manifestazione di una volontà, di un interesse, di un’idea. Dietro l’arbitro, c’è l’arbitrio. In certi casi, lo si può e lo si deve esercitare con spirito equanime.
Elly Schlein (Ansa)
Critiche all’incauto boiardo. Eppure, per «Domani» e i deputati, la vittima è Schlein.
Negli ultimi giorni abbiamo interpellato telefonicamente numerosi esponenti del centrosinistra nazionale per sondare quali fossero gli umori veri, al di là delle dichiarazioni di facciata, rispetto alle dichiarazioni pronunciate da Francesco Saverio Garofani, consigliere del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, riportate dalla Verità e alla base della nuova serie di Romanzo Quirinale. Non c’è uno solo dei protagonisti del centrosinistra che non abbia sottolineato come quelle frasi, sintetizzando, «se le poteva risparmiare», con variazioni sul tema del tipo: «Ma dico io, questi ragionamenti falli a casa tua». Non manca chi, sempre a sinistra, ammette che il caso Garofani indebolirà il Quirinale.
Vincenzo Spadafora ed Ernesto Maria Ruffini (Imagoeconomica)
L’operazione Ruffini, che Garofani sogna e forse non dispiace a Mattarella, erediterebbe il simbolo di Tabacci e incasserebbe l’adesione di Spadafora, già contiano e poi transfuga con Di Maio. Che per ora ha un’europoltrona. Però cerca un futuro politico.
Ma davvero Garofani ha parlato solo una volta? No. Francesco Saverio Garofani, il consigliere per la Difesa del presidente Mattarella, non ha parlato di politica solo una volta. Possiamo dire che solo una volta le sue parole sono uscite. Così, la sua incontenibile fede giallorossa si è avvitata all’altra grande passione, la politica, provocando il cortocircuito.
Roberta Pinotti, ministro della Difesa durante il governo Renzi (Ansa)
Per 20 anni ha avuto ruoli cruciali nello sviluppo del sistema di sicurezza spaziale. Con le imprese francesi protagoniste.
Anziché avventurarsi nello spazio alla ricerca delle competenze in tema di Difesa e sicurezza del consigliere del Colle, Francesco Saverio Garofani, viene molto più semplice restare con i piedi per terra, tornare indietro di quasi 20 anni, e spulciare quello che l’allora rappresentante dell’Ulivo diceva in commissione.Era il 21 giugno 2007 e la commissione presieduta dal poi ministro Roberta Pinotti, era neanche a dirlo la commissione Difesa. Si discuteva del programma annuale relativo al lancio di un satellite militare denominato SICRAL-1B e Garofani da bravo relatore del programma ritenne opportuno dare qualche specifica.






