2018-07-20
La vera specialità del Cnr è l’assunzione dei parenti
Immagino che più di un lettore, leggendo il titolo di prima pagina della Verità («Dirigente Cnr: drogare gli italiani così non voteranno più per Salvini»), ieri si sia chiesto: «Ma al Consiglio nazionale delle ricerche non hanno nulla di meglio da fare che studiare come far digerire quote sempre maggiori di immigrati agli italiani?». La risposta è no: al Cnr, ente statale sotto il controllo del ministero dell'Istruzione, non hanno di meglio da fare e preferiscono suggerire come drogare con l'ossitocina, un ormone utilizzato per indurre il travaglio nelle partorienti, ma anche per favorire la produzione di latte materno, le persone ritenute xenofobe o razziste. Lo studioso sostenitore di questa originale tesi è, come ha scritto il nostro Francesco Borgonovo, il professor Gilberto Corbellini, storico della medicina ma soprattutto direttore del dipartimento di scienze umane e sociali del Cnr. E che cosa fa questo dipartimento all'interno del Consiglio nazionale delle ricerche? Ve lo dico subito: si mangia 36 milioni l'anno, spendendoli quasi tutti in stipendi. Già, perché su un bilancio di 36 milioni, 31 sono accantonati per stipendi da lavoro dipendente e 2,6 milioni per l'acquisto di beni e servizi. Non è dato sapere, perché nel bilancio dell'ente non siamo riusciti a trovarne traccia, quanto ritorni di questo investimento, cioè che cosa produca di economicamente rilevante l'attività del professor Corbellini e dei suoi tanti collaboratori. A occhio diremmo poco o nulla, perché a guardare l'intera attività del Cnr, su un bilancio di previsione complessivo di circa 740 milioni, le entrate dovute dalla vendita e dall'erogazione di servizi assomma a soli 30 milioni di euro. Tradotto: tutto il Cnr costa oltre 700 milioni l'anno, ma ricava solo 30 milioni dalla vendita di brevetti e servizi, il resto viene dai finanziamenti ministeriali o europei. I 30 milioni di ricavi (erano 43 nel 2017 e superavano i 50 milioni negli anni passati), difficilmente dunque possono arrivare dal dipartimento di scienze umane e sociali guidato dal professor Corbellini, il quale mentre è pagato con soldi pubblici per fare ricerca suggerisce come abbattere «l'innata diffidenza» verso i migranti, riducendo il numero di italiani che il docente reputa «analfabeti funzionali» in quanto votano per Salvini. Corbellini, tuttavia, non è il solo a ricercare senza che vi sia poi evidenza di un risultato economico, perché è l'intero Cnr a pesare sul bilancio dello Stato italiano senza produrre granché sul fronte dei ricavi. Come detto, su un bilancio che nel 2017 superava gli 855 milioni, gli introiti ammontavano a poco più del 5 per cento. Il tutto a fronte di una struttura composta da 103 istituti, oltre 200 sedi e circa 8.400 dipendenti. Il Consiglio nazionale di ricerca è un ente costituito 95 anni fa allo scopo di promuovere la ricerca scientifica e favorire non solo le scoperte ma anche la loro applicazione pratica nell'industria e per l'economia. Ebbene, il numero di brevetti depositati ogni anno non supera i 50 e quelli attivi in portafoglio al 31 dicembre del 2017 risultavano 350. Le entrate generate dallo sfruttamento dei brevetti, sempre nel 2017, sono state pari a circa mezzo milione a fronte di costi sostenuti per deposito e gestione brevetti di 466.000 euro. A fine anno le imprese nate da uno spin off generato dal Cnr in attività erano 53, ma molte risultavano in perdita. Tanto per dire, l'omologo tedesco del nostro Cnr, ossia il Fraunhofer Gesellshaft, su un bilancio di circa 2,3 miliardi di euro genera ricavi per circa 2 miliardi e dallo Stato riceve solo 294 milioni. Lo scorso anno il Cnr tedesco ha depositato però 602 brevetti e quelli attivi in portafoglio sono 3.367, mentre le start up attive sono 140. In compenso il Cnr italiano si distingue da quello tedesco per le denunce e gli sprechi. Tempo fa all'istituto marino e costiero di Napoli scoprirono che con i soldi dei progetti di ricerca erano stati comprati telefoni cellulari di ultima generazione per la somma di un milione. All'istituto di Fisiologia clinica, a Pisa, qualche anno fa venne invece scoperto un buco di diversi milioni dovuto a sponsorizzazioni inesistenti, un giochetto realizzato con gli anticipi di cassa. E lo scorso anno la Corte dei conti segnalò incarichi sospetti per 3 milioni. A Montelibretti, vicino Roma, dove ha sede la struttura più grande del Cnr, a crescere non sono i soldi buttati, ma il numero di parenti assunti. Mesi fa Repubblica segnalò addirittura l'esistenza di famiglie intere, composte da sei persone. Secondo il quotidiano almeno un dipendente su tre sarebbe stato assunto grazie alla presenza di un familiare e alcuni, da autisti, sarebbero diventati addirittura esperti di reti informatiche. Il sistema viene chiamato accollo e consente di assumere qualcuno a tempo contingentato pagandolo con i fondi esterni dell'ente, salvo poi stabilizzarlo con quelli del Cnr. Che ovviamente dovrebbero servire alla ricerca, ma per far entrare frotte di parenti, secondo il giornale guidato da Mario Calabresi, si sarebbero lasciati a casa i ricercatori, con il risultato segnalato dalla Corte dei conti: troppi impiegati e pochi scienziati. Ma se gli «scienziati» studiano come drogarci al fine di accogliere meglio gli immigrati, è difficile che il Cnr si scolli di dosso l'immagine di un carrozzone a spese degli italiani. Anzi.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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