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La vera specialità del Cnr è l’assunzione dei parenti

La vera specialità del Cnr è l’assunzione dei parenti

Immagino che più di un lettore, leggendo il titolo di prima pagina della Verità («Dirigente Cnr: drogare gli italiani così non voteranno più per Salvini»), ieri si sia chiesto: «Ma al Consiglio nazionale delle ricerche non hanno nulla di meglio da fare che studiare come far digerire quote sempre maggiori di immigrati agli italiani?». La risposta è no: al Cnr, ente statale sotto il controllo del ministero dell'Istruzione, non hanno di meglio da fare e preferiscono suggerire come drogare con l'ossitocina, un ormone utilizzato per indurre il travaglio nelle partorienti, ma anche per favorire la produzione di latte materno, le persone ritenute xenofobe o razziste.

Lo studioso sostenitore di questa originale tesi è, come ha scritto il nostro Francesco Borgonovo, il professor Gilberto Corbellini, storico della medicina ma soprattutto direttore del dipartimento di scienze umane e sociali del Cnr.

Corbellini, tuttavia, non è il solo a ricercare senza che vi sia poi evidenza di un risultato economico, perché è l'intero Cnr a pesare sul bilancio dello Stato italiano senza produrre granché sul fronte dei ricavi. Come detto, su un bilancio che nel 2017 superava gli 855 milioni, gli introiti ammontavano a poco più del 5 per cento. Il tutto a fronte di una struttura composta da 103 istituti, oltre 200 sedi e circa 8.400 dipendenti.

Il Consiglio nazionale di ricerca è un ente costituito 95 anni fa allo scopo di promuovere la ricerca scientifica e favorire non solo le scoperte ma anche la loro applicazione pratica nell'industria e per l'economia. Ebbene, il numero di brevetti depositati ogni anno non supera i 50 e quelli attivi in portafoglio al 31 dicembre del 2017 risultavano 350. Le entrate generate dallo sfruttamento dei brevetti, sempre nel 2017, sono state pari a circa mezzo milione a fronte di costi sostenuti per deposito e gestione brevetti di 466.000 euro. A fine anno le imprese nate da uno spin off generato dal Cnr in attività erano 53, ma molte risultavano in perdita. Tanto per dire, l'omologo tedesco del nostro Cnr, ossia il Fraunhofer Gesellshaft, su un bilancio di circa 2,3 miliardi di euro genera ricavi per circa 2 miliardi e dallo Stato riceve solo 294 milioni. Lo scorso anno il Cnr tedesco ha depositato però 602 brevetti e quelli attivi in portafoglio sono 3.367, mentre le start up attive sono 140.

In compenso il Cnr italiano si distingue da quello tedesco per le denunce e gli sprechi. Tempo fa all'istituto marino e costiero di Napoli scoprirono che con i soldi dei progetti di ricerca erano stati comprati telefoni cellulari di ultima generazione per la somma di un milione. All'istituto di Fisiologia clinica, a Pisa, qualche anno fa venne invece scoperto un buco di diversi milioni dovuto a sponsorizzazioni inesistenti, un giochetto realizzato con gli anticipi di cassa. E lo scorso anno la Corte dei conti segnalò incarichi sospetti per 3 milioni. A Montelibretti, vicino Roma, dove ha sede la struttura più grande del Cnr, a crescere non sono i soldi buttati, ma il numero di parenti assunti. Mesi fa Repubblica segnalò addirittura l'esistenza di famiglie intere, composte da sei persone. Secondo il quotidiano almeno un dipendente su tre sarebbe stato assunto grazie alla presenza di un familiare e alcuni, da autisti, sarebbero diventati addirittura esperti di reti informatiche. Il sistema viene chiamato accollo e consente di assumere qualcuno a tempo contingentato pagandolo con i fondi esterni dell'ente, salvo poi stabilizzarlo con quelli del Cnr. Che ovviamente dovrebbero servire alla ricerca, ma per far entrare frotte di parenti, secondo il giornale guidato da Mario Calabresi, si sarebbero lasciati a casa i ricercatori, con il risultato segnalato dalla Corte dei conti: troppi impiegati e pochi scienziati.

Ma se gli «scienziati» studiano come drogarci al fine di accogliere meglio gli immigrati, è difficile che il Cnr si scolli di dosso l'immagine di un carrozzone a spese degli italiani. Anzi.

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Edicola Verità | la rassegna stampa del 17 dicembre

Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 17 dicembre con Flaminia Camilletti

A Bondi Beach solamente due agenti. L’attentatore si sveglia dal coma
Ansa
Nonostante gli allarmi e un’affluenza di oltre 2.000 persone per l’Hanukkah, le autorità di Sydney si sono fatte trovare impreparate. A intralciare gli assassini una coppia di eroi che ha lottato a mani nude prima di morire.

In Israele cresce l’indignazione dopo le dichiarazioni del premier del Nuovo Galles del Sud, Chris Minns, che ha confermato come, nonostante gli allarmi preventivi provenienti da Gerusalemme e il moltiplicarsi di episodi antisemiti in Australia, alla cerimonia ebraica di Hanukkah svoltasi domenica a Bondi Beach fossero stati assegnati soltanto due agenti di polizia. Un presidio minimo per un evento pubblico che aveva richiamato circa 2.000 persone e che si è trasformato in una delle peggiori stragi della storia recente del Paese: 15 morti e 47 feriti.

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In contatto con i jihadisti. L’imam salvato dai giudici
Mohamed Shahin (Ansa)

La Corte d’Appello giustifica il predicatore di Torino, noto anche per favorire la poligamia: «Episodi datati e isolati». Il governo ha cacciato 215 musulmani pericolosi, ma con questa liberazione la sicurezza è a rischio.

Mohamed Shahin è «presente in Italia da oltre 20 anni, nonché perfettamente integrato e inserito nel tessuto sociale del Paese». Lo ha precisato in una nota, ieri, Alessandra Bassi, presidente reggente della Corte d’Appello di Torino, quella che ha bocciato il trattenimento dell’imam nel Cpr di Caltanissetta. La Verità ha scoperto che il predicatore è così ben «integrato e inserito» nel nostro Paese, che nella moschea di via Saluzzo, nel capoluogo piemontese, si mette a celebrare nozze poligame. Vietate dalle leggi nazionali. Le sue imprese, certo, non producono effetti giuridici. E lui rimane un «soggetto completamente incensurato», come hanno sottolineato i magistrati. Ma la sua non sembra una condotta da musulmano rispettoso dei costumi del Paese che lo ospita. E nel suo passato si annidano delle ombre: frequentazioni con noti jihadisti, che tuttavia le toghe hanno considerato irrilevanti.

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I giornali negli Usa si scusano e  i nostri fischiettano
Getty Images
Negli Usa, il «Wall Street Journal» ammette di aver formulato previsioni sbagliate. Qui da noi invece i giornaloni fischiettano.

Il Wall Street Journal ha chiesto scusa. Con un articolo in prima pagina ha riconosciuto che le previsioni fatte a inizio anno sull’economia americana erano sballate. Dazi, occupazione, entrate: alla fine i dati non sono stati così negativi come ci si sarebbe aspettati. O meglio: come ci raccontavano vari commentatori. Bene. Ma in Italia, i giornaloni quando chiederanno scusa per tutte le cose sbagliate che hanno raccontato ai lettori in questi anni? Le vogliamo mettere in fila? Se si parte dal periodo Covid bisognerebbe scrivere un’enciclopedia, tante sono state le balle spacciate per verità. Dai vaccini «garanzia di non contagiarsi e di non contagiare» per finire al green pass come soluzione finale per debellare il contagio.

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