2020-12-26
Sala fa melina sul nuovo San Siro per far goal alle elezioni
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Giuseppe Sala e Giovanni Malagò (Ansa)
Il sindaco sa che abbattere il Giuseppe Meazza potrebbe risultare divisivo agli occhi della città. E allo stesso tempo incassa l'appoggio dei Verdi in vista delle elezioni comunali 2021.In Italia tempi sempre più dilatati per costruire l'impianto di proprietà. Non solo Milan, Inter e Roma, ma anche Fiorentina e Parma alle prese con le lungaggini burocratiche e gli intoppi politici. Rocco Commisso dovrà vedersela con Dario Nardella ed Eugenio Giani, Kyle Krause ha avviato i colloqui con Federico Pizzarotti. A Bologna i lavori per il restyling del Dall'Ara nel 2022.Lo speciale contiene due articoli.C'è un ostacolo grande come lo stadio di San Siro sulla strada che potrebbe confermare Giuseppe Sala come sindaco di Milano nella primavera del 2021. E' un argomento molto delicato quello del Meazza, dove giocano le due squadre cittadine Milan e Inter. E' noto da tempo come i due club di Serie A vogliano costruirsi uno stadio di proprietà, in modo da valorizzare il loro brand. Viene fatto in tutta Europa e nel mondo. In Italia solo la Juventus al momento ci è riuscita. Negli ultimi anni Milan e Inter hanno iniziato un rapporto di collaborazione con palazzo Marino per capire come muoversi. Sul tavolo ci sono stati diversi progetti, dall'abbattimento di San Siro fino a una sua ristrutturazione. Poi si è parlato della costruzione di nuovi stadi in altri spazi pubblici della città. Alla fine del 2020 non è ancora chiaro quale sia il futuro se non che i proprietari di Milan e Inter vogliono trovare al più presto una soluzione. I tempi previsti per abbattimento, costruzione del nuovo impianto e delle nuove strutture residenziali e commerciali impiegherà almeno 7 anni, quindi non è detto che sarà pronto per le Olimpiadi Invernali del 2026. Sala ha capito che è meglio rinviare tutto a dopo le elezioni, anche per non passare come il sindaco che ha abbattuto lo stadio di San Siro. Si è mosso con una certa accortezza negli ultimi tempi sulla vicenda. E per prendere tempo, un paio di settimane fa, ha chiesto alle due squadre chiarezza sui loro azionisti. Nella lettera - ha fatto sapere palazzo Marino in una nota - l'amministrazione ha chiesto «alcuni chiarimenti e ulteriori approfondimenti». Si parte - mettono nero su bianco dal comune - «dalla necessità, come previsto dal Dpr 231/07, di poter accedere alla documentazione che attesti il possesso dei requisiti di partecipazione dei soggetti proponenti e l'effettiva titolarità delle azioni delle società proponenti». In pratica la giunta vuole sapere chi siano i proprietari delle squadre, un «tema su cui da tempo la direzione Appalti del Comune ha chiesto approfondimenti alle società e che, più di recente, è stato sollecitato anche dal Consiglio Comunale». Non solo. Tra i punti inseriti nella lettera, «anche la richiesta di opportuni chiarimenti rispetto alla quantità e alla qualità degli spazi che rimarranno ad uso pubblico, verde, aree pedonali, piazze, servizi. Vengono inoltre sollecitate precisazioni sulle funzioni di intrattenimento da convenzionare con il Comune di Milano e sono richieste integrazioni in merito alle valutazioni che supportano il piano economico finanziario». E' una partita di ampio respiro quella sullo stadio. Sala si gioca anche le alleanze. Non a caso dopo la mossa sullo stadio, i Verdi, partito in ascesa dopo la comparsa di Greta Thurnberg, hanno deciso di appoggiarlo. E in più la città è divisa sul nuovo stadio. Per il 57% dei milanesi, secondo un sondaggio Swg, un nuovo San Siro sarebbe inutile. La domanda sul progetto del nuovo stadio di Milan e Inter era: «Quanto ritiene sia utile un nuovo stadio, moderno e polifunzionale, in linea con gli stadi dei principali club europei?». Il 51% degli intervistati ha risposto «inutile». Una posizione chiara e resa ancor più netta (sale al 57%) se si aggiunge chi ha risposto «dannoso». I contrari sono nettamente superiori ai favorevoli che si fermano al 35%..<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/speciale-stadi-2649636211.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="gli-stadi-di-proprieta-in-serie-a" data-post-id="2649636211" data-published-at="1608796885" data-use-pagination="False"> Gli stadi di proprietà in Serie A Il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso (Ansa) Per un club, costruire uno stadio di proprietà in Italia è molto molto complicato. Lo sanno bene Milan e Inter a Milano, così come lo sanno bene Roma nella capitale e Fiorentina a Firenze. Lo sanno bene anche i vertici del calcio e dello sport italiano, Coni, Figc e Lega calcio, che non più di 10 giorni fa hanno scritto e inviato una lettera al governo intestata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e al ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini evidenziando il difficile momento che sta vivendo il calcio italiano e lo stato di arretratezza delle infrastrutture sportive del nostro Paese rispetto al contesto europeo. Nella lettera, poi, si fa riferimento alla differenza che esiste tra Italia e resto d'Europa a livello di tempi e burocrazia: «Le case per i nostri tifosi non sono più accoglienti, necessitano di un rinnovamento profondo non più procrastinabile e richiesto a gran voce da molte Società, fermate da una burocrazia che impedisce loro di investire e rinnovare, anche a beneficio dell'intero sistema sportivo italiano. I tempi medi per ottenere l'autorizzazione ad erigere un nuovo impianto in Italia variano tra gli 8-10 anni, dato sensibilmente superiore rispetto al benchmark europeo che si attesta a 2-3 anni». Avere un proprio impianto nel calcio di oggi è più che mai cruciale se si vuole avere una certa stabilità finanziaria, e non è un caso, infatti, se quattro imprenditori entrati nel nostro calcio di recente hanno messo al primo posto della loro mission l'obiettivo di realizzare lo stadio di proprietà. Stiamo parlando di Rocco Commisso, presidente della Fiorentina, Dan Friedkin, numero uno della Roma, Kyle Krause, neo proprietario del Parma e Joe Saputo, chairman del Bologna. In comune non hanno solo le origini nordamericane e la gestione di un club della nostra Serie A, ma anche il fermo desiderio e intento di portare a termine una missione: regalare ai tifosi uno stadio nuovo, moderno e di proprietà. Significa maggiori ricavi, migliore gestione del club, migliori risultati sportivi.E non è nemmeno un caso se tra i quattro, quello a essere più avanti con i lavori è proprio il canadese Saputo, alla guida del Bologna dal 2014, e quindi il più "longevo" se così si può dire, dei quattro, visto che i suoi colleghi si sono insediati in Italia quest'anno, per quanto riguarda Friedkin e Krause, e l'anno scorso, per quanto riguarda Commisso. Non solo. Quello che sta portando avanti Saputo a Bologna è un progetto di riammodernamento dello stadio Renato Dall'Ara: un'operazione da 100 milioni di euro che porterà a un totale restyling dell'impianto che avrà una capienza di 30.000 spettatori e vedrà, rispetto a quello attuale, l'avvicinamento delle tribune al campo e la completa copertura degli spalti. Lo stadio nuovo non sarà funzionale solamente il giorno della partita, ma tutta la settimana con attività sportive, visto che alle piscine già esistenti saranno affiancate palestre e spazi per l'attività sportiva all'aperto nell'area dell'antistadio, ma anche con spazi di ristorazione e la possibilità di organizzare e ospitare eventi. «Siamo in linea con i lavori previsti. In questa fase dobbiamo trovare il luogo giusto in cui far giocare la squadra quando lo stadio sarà chiuso per i lavori. Una volta definito questo, i lavori di ristrutturazione del Dall'Ara credo potranno cominciare nel 2022. Voglio dire un grande grazie al Comune di Bologna per il supporto al progetto» ha commentato pochi giorni fa il numero uno dei felsinei.Ben più complicata e aggrovigliata è, invece, la matassa legata allo stadio della Fiorentina. Da un lato Commisso insiste per acquistare un terreno e costruire l'impianto. Dall'altro il governatore pd della Regione Toscana, Eugenio Giani, spinge per concedere al massimo un restyling dell'Artemio Franchi. Il presidente viola, però, deve dialogare con un altro dem, il sindaco di Firenze, Dario Nardella, il quale ha ribadito a più riprese la volontà di ristrutturare il Franchi.A Parma, invece, Krause va di fretta. Insediatosi alla presidenza del club gialloblù lo scorso settembre, è già al lavoro per discutere con il Comune circa le possibilità di costruire un nuovo stadio. A metà dicembre c'è stata un incontro in municipio con il sindaco Federico Pizzarotti, il vicesindaco con delega allo Sport Marco Bosi e l'assessore ai Lavori pubblici Michele Alinovi. Come primo step si è parlato di una eventuale ristrutturazione del Tardini e dello sviluppo dell'area adiacente. Il primo progetto presentato da Krause è stato subito ritirato dallo stesso presidente del Parma, il quale ha detto di volersi impegnare per prepararne uno nuovo da consegnare entro la prossima estate.
L'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri Kaja Kallas (Ansa)
(Ansa)
Il Comando ha ringraziato i colleghi della Questura per il gesto e «la cortesia istituzionale dimostrata in questo tragico momento». A Gorizia invece un giovane di 20 anni ha reso omaggio ai caduti, deponendo un mazzo di fiori davanti all'ingresso della caserma. Il giovane ha spiegato di aver voluto compiere questo gesto per testimoniare gratitudine e rispetto. Negli ultimi giorni, rende noto il Comando isontino, sono giunti numerosi messaggi di cordoglio e attestazioni di affetto da parte di cittadini, associazioni e rappresentanti delle istituzioni.
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