2019-12-25
Negli Usa giù gli ascolti dell'Nba e da noi i diritti tv sul calcio non trovano padrone
True
Il trend di audience del campionato di basket americano è negativo. Intanto in Italia arrivano i match in chiaro su Cielo.In Serie A sarà sempre più difficile trovare un accordo finché non si nomina un presidente. Gli spagnoli di Mediapro restano alla finestra.La differenza tra campionato inglese e italiano è ancora ampia: l'ultima in classifica della Premier incassa 10 milioni in più di chi vince lo Scudetto.Lo speciale contiene tre articoli.Mentre in Italia ci si appresta ad assistere a una battaglia senza esclusione di colpi per l'assegnazione dei diritti tv del campionato di calcio di Serie A (e sullo sfondo anche quelli per la Champions) per il triennio 2021-2024, negli Stati Uniti suona l'allarme per quello che è uno dei campionati più importanti e ricchi dello sport mondiale a livello generale: l'Nba. La stagione 2019/2020 del campionato di basket americano, cominciata due mesi fa, vede infatti un netto calo dell'audience televisiva a livello nazionale. Tnt ed Espn, i due principali canali che hanno acquisito i diritti per la trasmissione delle partite hanno registrato rispettivamente il -23% e il -20%. Questi dati preoccupano perché vanno a confermare, se non peggiorare, quel trend negativo che si era verificato già in chiusura della passata stagione, quando si registrarono 1,2 milioni di media spettatori a partita durante la regular season rispetto agli 1,28 dell'anno precedente, 3,95 milioni rispetto ai 4,61 durante i playoff e ai 15,4 milioni durante la serie di finali tra Golden State e Toronto, peggior numero dal 2009. Ma com'è la situazione che riguarda l'assegnazione dei diritti televisivi per l'Nba negli Stati Uniti? Attualmente c'è un contratto della durata di nove anni, firmato nel 2014 ed entrato in vigore a partire dalla stagione 2016/2017, quindi valido fino al campionato 2024/2025. Si tratta di 2,66 miliardi di dollari a stagione per un valore complessivo di 24 miliardi di dollari che le due emittenti televisive, Tnt ed Espn, versano nelle casse della lega e delle franchigie, triplicando di fatto il precedente accordo di 930 milioni di dollari all'anno. Ciò ha permesso in questi ultimi anni cifre e spese folli per ingaggi di giocatori, creando un sistema economico che se dovesse cominciare a fare i conti con degli introiti inferiori derivanti dai diritti tv potrebbe collassare da un momento all'altro. Infatti, il valore di ciascuna squadra negli ultimi anni è aumentato. In particolare, secondo i dati forniti dalla ricerca annuale di Forbes, nel 2018 il valore medio di ognuno dei 30 club è cresciuto del 13%, fino a toccare una media di 1,9 miliardi di dollari per franchigia per un totale di 56 miliardi di dollari, il triplo rispetto a cinque anni prima. nel Discorsi ovviamente ipotetici ma da non sottovalutare.Nel frattempo, però, c'è da gioire per i circa 10 milioni di appassionati di basket in Italia, perché proprio da quest'oggi (25 dicembre) sarà possibile gustarsi alcune partite di Nba in chiaro su Cielo, canale 26 del digitale terrestre. Per la sera di Natale l'appuntamento è doppio con Philadelphia 76ers-Milwaukee Bucks alle 20:30 e Golden State Warriors-Houston Rockets alle 23. Il 3 gennaio alle 12 c'è Philadelphia 76ers-Houston Rockets. Mentre a partire dal 29 dicembre ci sarà un appuntamento settimanale fisso ogni domenica alle 12 con l'Nba con la trasmissione in differita dei più importanti match. Chi detiene i diritti dell'Nba in Italia è dunque Sky che tramite un canale interamente dedicato, Sky Sport Nba (206), trasmette in esclusiva 12 partite a settimana, una al giorno in italiano, per un totale di oltre 300 match live, oltre ad approfondimenti, rubriche, interviste e highlights. L'accordo è stato rinnovato a inizio stagione fino al 2022/2023.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/speciale-diritti-tv-2641666216.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="in-italia-un-giro-da-13-miliardi-di-euro-l-incasso-principale-dei-nostri-club-di-calcio" data-post-id="2641666216" data-published-at="1758116194" data-use-pagination="False"> In Italia un giro da 13 miliardi di euro, l'incasso principale dei nostri club di calcio Mentre i tifosi seguono le loro squadre del cuore, chi in televisione chi allo stadio, nel dietro le quinte del potere del calcio italiano si è consumata negli ultimi mesi una battaglia senza esclusione di colpi. È cominciata all'inizio di ottobre quando sull'elezione dell'ormai ex presidente della Lega di Serie A Gaetano Miccichè sono iniziate a uscire indiscrezioni sulla sua nomina nel 2018. Sarebbe stata falsata, non avrebbe rispettato il regolamento. Lo scoppio della bomba è stato ritardato, ma di sicuro non casuale. Del resto il 5 novembre scorso ci sarebbe stata la prima riunione sulla spartizione dei diritti televisivi nel calcio italiano, appuntamento fondamentale che da anni regola i bilanci delle nostre squadre. Siamo il Paese più in ritardo su merchandising e biglietti allo stadio, la tv resta l'ultima ancora di salvezza. Da qui l'esigenza di un nome di garanzia alla presidenza della Lega, sempre oggetto di veleni incrociati. Il 19 novembre Miccichè si è dimesso, sei giorni prima dell'assemblea in cui ci sarebbe stata la prima offerta di Mediapro il gruppo audiovisivo spagnolo che ha proposto di lanciare il primo canale della Lega calcio. Su questo punto le parti non convergono, alcuni club sono a favore, altri contrari. Tutto ruota intorno a "garanzie finanziarie" di Mediapro. L'offerta del gruppo vede un investimento annuo di 1,283 miliardi di euro, di cui 1,15 miliardi per i diritti tv, 78 milioni di euro per la produzione e la distribuzione e 55 milioni di euro per i diritti di archiviazione dei club. Sul piatto ci sono 1,3 miliardi annui. Ma di mezzo c'è anche il futuro di Sky e Dazn che gestiscono al momento i diritti televisivi per questo campionato e per il prossimo per 973 milioni euro a stagione. Il 16 dicembre scorso c'è stata una nuova fumata nera. La stessa Mediapro ha chiesto una governance più stabile e tornerà a parlare con la Lega il prossimo anno. Nel frattempo la scorsa settimana è stato nominato Giancarlo Abete nuovo commissario ad acta della Lega calcio di Serie A. Ma sarà una nomina solo temporanea, perché il prossimo 10 marzo dovrà esserci una nuova votazione per nominare il sostituto di Miccichè. Il tema dei diritti tv è ormai una questione che tocca tutto il sistema italiano. Nel 2015 ci fu persino un'inchiesta della procura di Milano, quando i diritti erano in mano a Infront, la società di Riccardo Silva. Il procedimento è stato archiviato ma l'Antitrust ha stabilito che le gare per i diritti dal 2008 al 2014 furono falsate, con un danno di almeno 67 milioni di euro. Di acqua ne è passata molta sotto i ponti. Ma quel giro d'affari è ancora troppo ghiotto, nonostante Infront se ne sia andata e da qualche anno sia arrivata Mediapro. Il calcio è un assett fondamentale per l'Italia, insieme a cibo e moda, è capace di generare un giro d'affari da 13,7 miliardi di euro. Numeri in controtendenza quelli del "sistema calcio" rispetto all'andamento economico generale del Paese. Negli ultimi vent'anni, stando allo studio ReportCalcio, sviluppato da Figc in collaborazione con Arel e Pwc, il fatturato è cresciuto di oltre il 6%, mentre il Pil del Paese non ha superato quota 2%. Non solo. Va sempre ricordato che i bilanci dei club italiani dipendono quasi solo esclusivamente dai diritti televisivi. In Italia i diritti media sono la voce più pesante sui ricavi delle squadre: incidono per il 61,02% su un totale di 58,1 milioni mentre rimaniamo sempre indietro nei ricavi dalle biglietterie, dagli sponsor e dalle attività commerciali: lo stallo sulla costruzione di un nuovo stadio a Milano è solo un esempio. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/speciale-diritti-tv-2641666216.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="il-divario-degli-incassi-con-le-squadre-inglesi-e-spagnole-e-ancora-enorme" data-post-id="2641666216" data-published-at="1758116194" data-use-pagination="False"> Il divario degli incassi con le squadre inglesi e spagnole è ancora enorme !function(e,i,n,s){var t="InfogramEmbeds",d=e.getElementsByTagName("script")[0];if(window[t]&&window[t].initialized)window[t].process&&window[t].process();else if(!e.getElementById(n)){var o=e.createElement("script");o.async=1,o.id=n,o.src="https://e.infogram.com/js/dist/embed-loader-min.js",d.parentNode.insertBefore(o,d)}}(document,0,"infogram-async"); Al comando in Europa, tra i cinque maggiori campionati, c'è il Liverpool, fresco campione del mondo per club e campione d'Europa in carica. I Reds hanno incassato dai diritti televisivi 172,8 milioni di euro, superando di un soffio i rivali del Manchester City. La squadra allenata da Pep Guardiola si è fermata, se così si può dire, a 171,1 milioni di euro. A completare il podio, neanche a farlo apposta, è un'altra inglese, ovvero il Chelsea con 165,6. E se due più due fa quattro e la matematica non è un'opinione, verrebbe subito da pensare che non è poi così un caso se nella stagione scorsa abbiamo assistito a un completo dominio delle squadre inglesi nelle due competizioni europee per club, con due finali targate Premier League (Tottenham-Liverpool in Champions e Chelsea-Arsenal in Europa League). Tant'è che andando avanti nella classifica, per trovare un club non inglese bisogna scivolare al settimo e all'ottavo posto dove troviamo il Barcellona e il Real Madrid, altre due big del calcio mondiale, rispettivamente con 154,8 e 144,8 milioni. Davanti ai blaugrana e ai blancos ci sono infatti il Tottenham quarto con 164,7 milioni di euro, il Manchester United quinto con 161,6 e l'Arsenal sesto con 161,2. La prima italiana in graduatoria è ovviamente la Juventus con 100,2 milioni, al decimo posto dietro all'Atletico Madrid nono con 110,9 milioni. Numeri che spiegano come il divario tra Premier League, Liga spagnola e Serie A è ancora molto ampio. basti pensare che nella passata stagione, l'ultimo club classificatosi in Inghilterra, l'Huddersfield, ha incassato 10 milioni in più rispetto alla Juventus, prima classificata in Italia.