2021-12-20
«Stangata in vista con il nuovo catasto. Sarà un danno per tutta l’economia»
Giorgio Spaziani Testa (Ansa)
Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia: «L’erario non smetterà di spremere chi possiede case, un patrimonio che continua a perdere valore».«La riforma fiscale non prevede miglioramenti per la proprietà immobiliare. Eppure è il comparto più tartassato e soffre un calo costante del valore. È evidente che non si vuole rinunciare a una importante fonte di gettito fiscale. Anzi, con la riforma del catasto lo Stato vuole moltiplicare queste entrate». Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, guarda con preoccupazione al prossimo anno che si preannuncia problematico per chi possiede una casa.Dimenticanza o precisa volonta? Come si spiega che la riforma fiscale, mentre abbassa l’Irpef, non contiene alcun taglio al fisco sulla casa?«Con un insieme di ragioni, che vanno dal pregiudizio ideologico alla volontà di proteggere altre forme di investimento, senza trascurare una rilevante componente di ignoranza. Da parte di molti ancora non viene compreso che tassare troppo gli immobili significa danneggiare l’intera economia».Perché?«Il settore immobiliare con quello delle costruzioni rappresenta circa il 30% dell’economia italiana, in termini sia di Pil sia di occupazione. Colpire il mattone vuol dire colpire le mille attività imprenditoriali e professionali che con esso sono direttamente o indirettamente collegate, ma vuol dire anche comprimere i consumi e determinare un generale impoverimento».È evidente che lo Stato non vuole rinunciare a far cassa con gli immobili.«Esatto. Lo dimostra in modo eclatante il caso dell’Imu. È vero che la responsabilità della sua introduzione è del senatore a vita Mario Monti, che con il suo governo varò nel 2011 questa patrimoniale monstre su case, negozi e uffici. E la accompagnò con la promessa che sarebbe stata “sperimentale”...».In Italia il provvisorio è già definitivo...«Appunto. A 10 anni esatti da quel varo, l’Imu è ancora lì, salvo che per la parte riguardante le abitazioni principali (e neanche tutte). C’è poco da fare: gli immobili sono comodi da tassare, perché nessuno li può nascondere. Con il paradosso che a essere puniti fiscalmente sono proprio coloro che hanno deciso di investire in Italia i frutti del loro lavoro e del loro risparmio».Il governo non ha rinunciato alla riforma del catasto, anche se dovrebbe restare congelata fino al 2026. Ma l’effetto annuncio si farà sentire dal prossimo anno? E come?«Con la revisione del catasto contenuta nella riforma fiscale siamo al colmo. Il governo ammette candidamente - avendolo messo nero su bianco nella relazione che accompagna il suo disegno di legge presentato alla Camera - che questa misura ha il preciso scopo di aumentare le tasse sugli immobili e così di adeguarsi alle richieste in tal senso della Commissione europea. Ebbene, noi lo diciamo in modo molto chiaro: le forze politiche che non voteranno a favore dello stralcio della revisione del catasto dalla riforma fiscale dovranno essere annoverate fra quelle favorevoli a un aumento di tassazione sugli immobili, prime case incluse».Quante sono le imposte sugli immobili?«Sono tante e soprattutto gravose. Si va dall’Imu - l’unica patrimoniale che non scandalizza nessuno - all’imposta di registro, dall’Irpef all’imposta di successione. Il risultato è che il settore immobiliare subisce ogni anno un carico fiscale pari a 51 miliardi di euro, per circa la metà di natura patrimoniale. Un fardello insopportabile che presenta anche aspetti di vera e propria vessazione: si pensi, ad esempio, all’Imu richiesta persino per gli immobili inagibili e inabitabili, per quelli occupati abusivamente e per quelli invendibili e inaffittabili, o all’Irpef dovuta addirittura sui canoni di locazione commerciale non percepiti».Qual è stata la perdita di valore degli immobili negli ultimi due anni?«Il problema non è negli ultimi due anni, ma negli ultimi 10 e più. Come ha dimostrato una recente ricerca, nel periodo 2011-2020 la perdita, per il solo patrimonio abitativo, è stata di oltre 530 miliardi di euro nominali che, in moneta 2020, equivalgono a 980 miliardi di euro. La cifra sale a 1.137 miliardi di euro considerando anche gli immobili diversi dalle abitazioni, ma la perdita arriverebbe addirittura a raddoppiarsi - fino a raggiungere, quindi, il livello di oltre 2.000 miliardi - qualora si prendessero a riferimento le sole variazioni dei prezzi. Ancora non basta?».