
Custode di una villa, svegliato all'alba dai banditi che armeggiano nella proprietà, esplode cinque colpi e ammazza un malvivente. Gli inquirenti aspettano l'esame balistico prima di prendere provvedimenti.Sono le 5.10 del mattino quando una donna chiama i carabinieri. Racconta, con voce trafelata, che il marito ha sorpreso alcuni malviventi ad armeggiare davanti alla porta d'ingresso della villa di campagna di cui sono custodi, e ha esploso colpi di pistola dalle finestre. Dice anche che, dopo l'accaduto, hanno trovato morto, all'esterno della casa, un giovane uomo. Ancora non è chiara la dinamica di cosa sia successo all'alba di ieri in un'antica villa padronale di via Ghiarino 5, nella frazione di Bazzano del Comune di Valsamoggia, nel Bolognese. Per ricostruirla, spiegano gli investigatori, sono fondamentali gli accertamenti balistici di un consulente della Procura già nominato e che ha iniziato il lavoro ieri pomeriggio. Di certo si tratta di un banco di prova per la nuova legge sulla legittima difesa in vigore dalla scorsa primavera, una riforma che ha allargato le «maglie» del principio di proporzionalità tra offesa e difesa. Ed è altrettanto certo che nella stessa notte, forse la medesima banda, ha messo a segno almeno cinque furti sempre nella zona Valsamoggia.La ricostruzione dei fatti per il momento è affidata alle testimonianze della coppia che custodisce la villa, all'interno della quale c'è una tartufaia, proprietà di una famiglia fiorentina che non risiede a Bazzano. Verso le 5 del mattino il marito, italiano di 68 anni e incensurato, dalla dependance dove abita ha sentito dei rumori provenire da uno dei casolari attigui alla struttura principale e ha fatto fuoco da due finestre diverse. Ha riferito agli investigatori di aver sparato cinque colpi alla cieca con un revolver calibro 38 regolarmente detenuto, nella direzione opposta rispetto alla quale provenivano i rumori, solo per intimorire i ladri. Infatti alcune persone, almeno due, erano riuscite a forzare l'accesso di un capanno dove sono riposti gli attrezzi. Dopo aver aperto il fuoco è stato lo stesso custode a scendere e trovare il corpo dell'uomo senza vita. I carabinieri hanno ritrovato anche la refurtiva: si tratta di attrezzi agricoli di scarso valore. La vittima non è ancora stata identificata perché sprovvista di documenti, ma potrebbe avere 20-25 anni. Il cadavere è stato rinvenuto a 20 metri circa da una delle finestre da dove sono stati esplosi i colpi. Accanto a lui c'era una torcia ma non sarebbe stato armato. Nel pomeriggio di ieri il custode e la moglie sono stati interrogati dal pm Manuela Cavallo, ma nessuna misura cautelare è finora stata emessa. Avrebbero spiegato, in stato di evidente choc, di aver sparato solo per allontanare i malviventi e senza alcun intento di uccidere. Tocca ora alla Procura valutare se si tratti di legittima difesa o di eccesso colposo, comunque un primo effetto della legge è che l'uomo non è stato automaticamente iscritto nel registro degli indagati. Si richiedono ulteriori esami. Secondo la nuova norma infatti, affinché scatti la legittima difesa, non è necessario che il ladro abbia un'arma in mano e non è necessario che la minaccia sia espressamente rivolta alla persona. Inoltre si esclude la punibilità di chi si è difeso in «stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto». La Procura di Bologna, diretta da Giuseppe Amato, fa sapere in una nota che «cercherà di verificare le modalità di esplosione del colpo, ragionando sugli spazi di applicabilità della legittima difesa o dell'eccesso colposo, alla luce del punto dove sarebbe stata attinta la persona deceduta». Si procederà quindi con gli accertamenti tecnici attraverso l'ausilio della scientifica dei carabinieri. Ma mentre si indaga, si scopre anche il contesto in cui si è consumata la tragedia. Quello nella tenuta di Bazzano è soltanto uno degli episodi criminosi avvenuti su questo territorio nella notte tra mercoledì e giovedì. Un imprenditore di un'azienda vicina ha raccontato di aver sentito intorno all'1.40 suonare l'allarme e aver visto dalle telecamere sei persone, una delle quali con un estintore in mano. Le immagini sono già state affidate agli investigatori. Nel corso della nottata sono stati messi segno almeno cinque colpi tra cui un bar e una enoteca dove sono state rubate un centinaio di bottiglie e sei ceste natalizie. Mentre all'esterno del bar i ladri hanno disattivato due lampioni dell'illuminazione per sfondare la porta e rubare il fondo cassa e altri oggetti. Questo rende l'idea di quanta paura serpeggi tra chi abita nelle campagne, territori difficili da controllare per le forze dell'ordine e dove i malviventi hanno gioco facile. Significa vivere sotto la minaccia di un pericolo continuo, con le conseguenze psicologiche che la mancanza di sicurezza comporta. Significa anche la consapevolezza che lo Stato non è in grado di offrire una adeguata protezione. Tanto che il sindaco di Valsamoggia, Daniele Ruscigno del Pd, ha avuto parole pesantissime: «E cosi è capitato anche da noi. Un tentativo di furto, degli spari, un morto, magistratura e forze dell'ordine al lavoro per ricostruire la dinamica. E ci sarà il via alle solite parole inutili. E alle promesse mai mantenute», scrive il primo cittadino sui social, «dovevano arrivare più militari: zero in più ne sono arrivati. Dovevano arrivare risorse: zero in più ne sono arrivate. L'inasprimento della pena per violazione di domicilio è stato ridicolo: da 6 mesi a 3 anni si è passati da 1 anno a 4. Praticamente zero». E continua: «Basta prenderci in giro. Basta prendere in giro le comunità. O ammettiamo che lo Stato ha fallito e ci armate tutti, ma i risultati li abbiamo già visti perché dove questo è stato realizzato i reati non diminuiscono e aumentano in modo spaventoso sia l'uso delle armi nei reati commessi in ambito familiare che le stragi nei luoghi pubblici. Oppure andate in ferie tre mesi e ci lasciate il ministero», conclude amaramente Ruscigno, «veniamo in 10 Sindaci e proponiamo noi qualche soluzione concreta, non dei tweet. Poi potete tornare al vostro cinema quotidiano».
In Svizzera vengono tolti i «pissoir». L’obiettivo dei progressisti è quello di creare dei bagni gender free nelle scuole pubbliche. Nella provincia autonoma di Bolzano, pubblicato un vademecum inclusivo: non si potrà più dire cuoco, ma solamente chef.
La mozione non poteva che arrivare dai Verdi, sempre meno occupati a difendere l’ambiente (e quest’ultimo ringrazia) e sempre più impegnati in battaglie superflue. Sono stati loro a proporre al comune svizzero di Burgdorf, nel Canton Berna, di eliminare gli orinatoi dalle scuole. Per questioni igieniche, ovviamente, anche se i bidelli hanno spiegato che questo tipo di servizi richiede minor manutenzione e lavoro di pulizia. Ma anche perché giudicati troppo «maschilisti». Quella porcellana appesa al muro, con quei ragazzi a gambe aperte per i propri bisogni, faceva davvero rabbrividire la sinistra svizzera. Secondo la rappresentante dei Verdi, Vicky Müller, i bagni senza orinatoi sarebbero più puliti, anche se un’indagine (sì il Comune svizzero ha fatto anche questo) diceva il contrario.
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L’episodio è avvenuto a Lucca: la donna alla guida del bus è stata malmenata da baby ubriachi: «Temo la vendetta di quelle belve».
Città sempre più in balia delle bande di stranieri. È la cronaca delle ultime ore a confermare quello che ormai è sotto gli occhi di tutti: non sono solamente le grandi metropoli a dover fare i conti con l’ondata di insicurezza provocata da maranza e soci. Il terrore causato dalle bande di giovanissimi delinquenti di origine straniera ormai è di casa anche nei centri medio-piccoli.
Quanto accaduto a Lucca ne è un esempio: due minorenni di origine straniera hanno aggredito la conducente di un autobus di linea di Autolinee toscane. I due malviventi sono sì naturalizzati italiani ma in passato erano già diventati tristemente noti per essere stati fermati come autori di un accoltellamento sempre nella città toscana. Mica male come spottone per la politica di accoglienza sfrenata propagandata a destra e a manca da certa sinistra.
Zohran Mamdani (Ansa)
Le battaglie ideologiche fondamentali per spostare i voti alle elezioni. Green e woke usati per arruolare i giovani, che puntano a vivere le loro esistenze in vacanza nelle metropoli. Ma il sistema non può reggere.
Uno degli aspetti più evidenti dell’instaurazione dei due mondi sta nella polarizzazione elettorale tra le metropoli e le aree suburbane, tra quelle che in Italia si definiscono «città» e «provincia». Questa riflessione è ben chiara agli specialisti da anni, rappresenta un fattore determinante per impostare ogni campagna elettorale almeno negli ultimi vent’anni, ed è indice di una divisione sociale, culturale ed antropologica realmente decisiva.
Il fatto che a New York abbia vinto le elezioni per la carica di sindaco un musulmano nato in Uganda, di origini iraniane, marxista dichiarato, che qualche mese fa ha fatto comizi nei quali auspicava il «superamento della proprietà privata» e sosteneva che la violenza in sé non esista ma sia sempre un «costrutto sociale», così come il genere sessuale, ha aperto un dibattito interno alla Sinistra.
Jean-Eudes Gannat
L’attivista francese Jean-Eudes Gannat: «È bastato documentare lo scempio della mia città, con gli afghani che chiedono l’elemosina. La polizia mi ha trattenuto, mia moglie è stata interrogata. Dietro la denuncia ci sono i servizi sociali. Il procuratore? Odia la destra».
Jean-Eudes Gannat è un attivista e giornalista francese piuttosto noto in patria. Nei giorni scorsi è stato fermato dalla polizia e tenuto per 48 ore in custodia. E per aver fatto che cosa? Per aver pubblicato un video su TikTok in cui filmava alcuni immigrati fuori da un supermercato della sua città.
«Quello che mi è successo è piuttosto sorprendente, direi persino incredibile», ci racconta. «Martedì sera ho fatto un video in cui passavo davanti a un gruppo di migranti afghani che si trovano nella città dove sono cresciuto. Sono lì da alcuni anni, e ogni sera, vestiti in abiti tradizionali, stanno per strada a chiedere l’elemosina; non si capisce bene cosa facciano.






