L’Italia sorteggia un girone facile. Adesso c’è soltanto da andare ai Mondiali

Canada, Svizzera e Qatar: saranno queste le tre avversarie con cui dovrà vedersela l’Italia, qualora dovesse riuscire a centrare la qualificazione ai Mondiali del prossimo anno. Poteva andare sicuramente peggio, in virtù del fatto che alla vigilia del sorteggio dei gironi che si è svolto ieri a Washington, le sei nazionali che vinceranno i rispettivi playoff di marzo erano state inserite in quarta fascia insieme a Giordania, Capo Verde, Ghana, Curaçao, Haiti e Nuova Zelanda. Il rischio era quello di incrociare già nella fase a gruppi corazzate come Spagna, Argentina, Francia o Brasile; o comunque un girone di ferro con squadre insidiose come Uruguay, Colombia o quella Norvegia che tanto male ci ha fatto nel girone di qualificazione europeo.
Un sorteggio benevolo e fortunato, ma la buona sorte non basta. Adesso tocca solo ed esclusivamente agli uomini di Gennaro Gattuso mettere l’ultimo tassello per presentarci, dopo troppi anni di assenza, alla rassegna iridata. Gli azzurri il pass dovranno guadagnarselo sul campo a marzo attraverso i playoff: prima l’Irlanda del Nord a Bergamo, poi - in caso di successo - la trasferta contro la vincente di Galles-Bosnia. Se l’Italia dovesse farcela, il suo Mondiale partirebbe dunque dal girone B, insieme ai padroni di casa del Canada, alla stabile e ostica Svizzera e al tutt’altro che irresistibile Qatar. Un contesto sicuramente più morbido rispetto ad altri incroci venuti fuori dai sorteggi del Kennedy Center.
Ed è proprio scorrendo il tabellone completo che si capisce quanto l’Italia sia stata graziata dalla sorte. Nel gruppo C il Brasile di Carlo Ancelotti affronterà il Marocco, la Scozia e Haiti; mentre nel gruppo H la Spagna dovrà vedersela con l’Uruguay, l’Arabia Saudita e Capo Verde. Nel girone I la Francia trova il Senegal, la Norvegia, e la vincente del playoff che coinvolge Bolivia, Suriname e Iraq. I campioni del mondo in carica dell’Argentina hanno pescato nel gruppo J Austria, Algeria e Giordania. L’Olanda affronterà nel gruppo F il Giappone, la Tunisia e la vincente del playoff tra Ucraina, Svezia, Polonia e Albania; mentre per la Germania ci sono l’Ecuador, la Costa d’Avorio e Curacao nel girone E. Poi il Portogallo di Cristiano Ronaldo nel girone K con Colombia, l’Uzbekistan di Fabio Cannavaro e la vincente dei playoff tra Nuova Caledonia, Giamaica e Congo. Le ultime squadre estratte hanno completato la griglia con accoppiamenti particolarmente impegnativi per le vincenti dei playoff.
Un Mondiale extralarge che, almeno guardando il quadro generale, promette mescolanze tecniche e geografiche inedite. E che il sorteggio ha acceso con uno show in pieno stile americano. L’apertura è stata affidata ad Andrea Bocelli, che ha intonato Nessun dorma; poi l’inno ufficiale della competizione, cantato da Robbie Williams e Nicole Scherzinger; quindi il palco popolato da leggende dello sport Usa come Shaquille O’Neal, Tom Brady, Aaron Judge e Wayne Gretzky. Un clima da grande industria dello spettacolo che ha fatto da contorno alle parole di Gianni Infantino: «Sarà la più grande Coppa del Mondo della storia dell’umanità. Avremo 7 milioni di spettatori negli stadi e 6 miliardi davanti alla tv. Sarà come 104 Super Bowl in un mese».
A rubare la scena, però, è stato Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti, accolto da applausi e telecamere all’ingresso, ha definito «una grande giornata» quella del sorteggio e ha ricevuto da Infantino il Fifa Peace Prize, riconoscimento istituito quest’anno per premiare «azioni eccezionali e straordinarie per la pace». Nel suo intervento, Trump ha affermato che «il mondo oggi è un posto più sicuro» e che sotto la sua amministrazione sono state «scongiurate guerre che rischiavano di esplodere». Ha poi elogiato la «collaborazione eccellente» con Canada e Messico e ha garantito che gli Stati Uniti offriranno «un evento che il mondo non ha mai visto».
Finito lo spettacolo e chiuso il tabellone ufficiale, resta ora da comporre l’ultimo tassello: quello che dipende dall’Italia. Il 26 marzo a Bergamo gli azzurri affronteranno l’Irlanda del Nord: una semifinale secca da cui non si torna indietro. Solo superando questo scoglio potranno volare in trasferta il 31 marzo, contro la vincente di Galles-Bosnia, per giocarsi tutto in un’ultima notte che deciderà il destino mondiale del nostro calcio.
Per ora il Mondiale è una fotografia distante, fatta di spettacolo, dichiarazioni e gironi già disegnati. Per entrarci serve un atto di forza. E riguarda solo noi. Gattuso e i suoi lo sanno bene: tra Washington e Bergamo c’è di mezzo un oceano, ma anche la nostra credibilità sportiva.
Il sorteggio di Washington ha regalato all’Italia un quadro relativamente favorevole, ma la realtà rimane dura e concreta: prima bisognerà superare i playoff di marzo, affrontando l’Irlanda del Nord a Bergamo e poi la vincente di Galles-Bosnia in trasferta. Solo allora gli azzurri potranno presentarsi al Mondiale con la certezza di aver meritato il posto. La sorte sorride, ma senza concretezza sul campo, nulla è ancora scritto.






