2021-07-31
Il «colonnello» preferisce i tumori al Covid
Marcello Sorgi prova a mettere una pezza all'editoriale in cui affermava che una giunta militare sarebbe l'alternativa possibile al governo attuale. Ma fa peggio. Sostiene che il cancro sia meglio curato del virus: eppure in Italia fa 600 morti al giorno, e non dal 2020.Fermi tutti: riponete le baionette e i pennacchi, il governo militare non si fa più. Il regime dei colonnelli, almeno per ora, è rimandato. Intendiamoci: non che non fosse una buona idea. Però, almeno per adesso, il governo Draghi rimane in piedi. Di più: non si può nemmeno immaginare che cada, poiché altre ipotesi non sono ammesse. In sostanza, dunque, i blindati non sono necessari soltanto perché i partiti - bontà loro - si sono rassegnati all'idea che qualunque altro esecutivo non sarebbe accettabile. A illustrare questa fondamentale verità è stato, ieri sulla Stampa, Marcello Sorgi, nel tentativo di porre rimedio al clamoroso svarione di giovedì. Commentando le tensioni interne alla maggioranza, il noto editorialista aveva squadernato alcune balzane teorie riguardo le possibili soluzioni da mettere in campo in caso di crisi. «Non resterebbe che mettere su un governo elettorale, forse perfino militare, com'è accaduto con il generale Figliuolo», ha scritto Sorgi, specificando che «a mali estremi» servono estremi rimedi. Insomma, dopo il governo dei migliori non resterebbe che il governo dei marescialli, magari pronti ad affrontare le armate no vax con sciabole, archibugi e spingarde. Fortunatamente - segno che da queste parti resiste ancora un pizzico di sanità mentale - le sparate di Sorgi hanno suscitato sdegno diffuso. Così, ieri, il commentatore è stato costretto a firmare un trafiletto riparatorio. Ha spiegato, con un filo di rammarico, che del settimo cavalleggeri per ora non v'è necessità. Si è detto persino «lusingato» dallo scompiglio causato dal suo articolo, e ha assicurato che si trattava di «un paradosso». «Era assolutamente chiaro», ha scritto, «specie quando si sottolineava che l'eventuale caduta del governo Draghi sarebbe un'ipotesi del terzo tipo, o dell'impossibilità, cioè irrealizzabile». Chiaro: l'intervento delle forze armate non è paradossale in quanto antidemocratico e vagamente violento. No, è paradossale perché non ce n'è bisogno dato che i partiti alla fine si son piegati alla ragion di Stato. Per altro, precisa Sorgi, se tanti italiani hanno preso sul serio l'ipotesi di un esecutivo militare significa che ormai siamo preparati a tutto. E che forse, a dirla tutta, all'avvento dei colonnelli «in tanti non sarebbero neppure contrari». Non sappiamo da quali fonti l'illustre Sorgi ricavi l'idea che in Italia la tentazione golpista sia così diffusa. Sembra però che l'Editorialista Militarista ultimamente sia molto attratto da soluzioni diciamo... spartane. L'approccio «a mali estremi, estremi rimedi», infatti, non si è limitato ad applicarlo alla dittatura armata: l'ha utilizzato pure per commentare il suicidio del medico mantovano Giuseppe De Donno, sostenitore e sperimentatore della cura al plasma che per le sue posizioni non ha certo avuto vita facile nella comunità scientifica e nella arena mediatica. Sorgi, parlando giovedì sera a La7, ha affermato che non possiamo sapere che cosa abbia spinto il medico al suicidio. L'unica cosa di cui possiamo essere certi, ha aggiunto, è il suo «fallimento professionale». Capito? Non c'entrano gli attacchi, le prese in giro e le difficoltà affrontate da un medico che voleva soltanto aiutate i malati. È tutto molto più lineare: De Donno si era reso conto di essere un fallito, tanto da aver abbandonato l'incarico di primario per tornare a fare il medico di base. «Sembrava pure contento», ha chiosato Sorgi. «Poi si sarà reso conto di avere dissipato una carriera». Siamo sempre lì: a mali estremi... Se cade l'unico governo accettabile, non resta che la dittatura; se «fallisci» non ti resta che il suicidio. Da dove nasca tale spietatezza - che ha smosso persino la ferrigna Concita De Gregorio, una che solitamente non si fa troppi scrupoli - non sappiamo dire. Abbiamo la sensazione, tuttavia, che l'exploit eugenetico di Sorgi sia motivato da una esorbitante paura del Covid: è così atterrito dal virus da caldeggiare soluzioni germaniche. Sempre a La7, non a caso, Herr Sorgi ha sentenziato che Il coronavirus è addirittura più devastante del cancro. Sui tumori, ha detto, si fanno progressi costanti, mentre sul Covid si brancola ancora nel buio, quindi dobbiamo dedurne che sia la peggiore delle malattie. A dirla tutta, se non si fanno progressi notevoli sul fronte delle cure per il Covid dipende anche dal fatto che chiunque provi a sostenere approcci che non siano «chiusure e vaccini» viene regolarmente svillaneggiato, emarginato o ignorato. In ogni caso, ci auguriamo sinceramente che Sorgi non sia mai stato (e non sia in futuro) costretto a farsi un giro in un reparto di ematologia o di oncologia. Se gli toccasse visitare i malati di cancro - magari proprio quelli trascurati in virtù della pandemia - forse si renderebbe conto della differenza che passa tra un positivo al virus e un paziente sottoposto a chemioterapia, e a quel punto sarebbe costretto a rivedere leggermente la sua definizione di «male estremo». Vale la pena, tuttavia, di fornire qualche dato, giusto per farsi una idea più chiara. Mariano Bizzarri, uno dei più importanti ricercatori italiani in oncologia, professore alla Sapienza di Roma, ci spiega che «ogni anno abbiamo tra i 350 e i 400.000 nuovi casi di cancro. Al 12 ottobre 2020, per la precisione, abbiamo avuto 378.000 casi di tumore, senza considerare i carcinomi della pelle. La mortalità per le donne si aggira fra il 40 e il 45%, per gli uomini fra il 50 e il 55%. Significa che ogni due malati uno muore. Di cancro in Italia ci sono circa 600 morti al giorno. Come si possono paragonare numeri del genere a quelli del Covid che attualmente ha una letalità che grossomodo si aggira sullo 0,13%?». Secondo Bizzarri, è assurdo pure paragonare il caso di De Donno a quello di Di Bella, come ha fatto Sorgi in tv. «La terapia di De Donno è una tecnica validata in medicina da sempre. Il suo principio, specie in un momento di difficoltà, era sacrosanto e ha anche avuto risultati. È stato affossato perché la sperimentazione è stata condotta in modo da non fare emergere la validità dell'approccio. E in ogni caso, la sperimentazione non ha detto che il metodo non serviva, semplicemente ha detto che aveva una modesta utilità». Ma chissà, forse non è Sorgi che svalvola. Forse siamo noi che non capiamo i suoi paradossi. Chissà: un bell'autoblindo sotto casa potrebbe perfino farci rinsavire.
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