2022-07-23
Ingroia: «Sono diventato sovranista perché hanno espropriato il popolo delle sue libertà»
Antonio Ingroia (imagoeconomica)
L’ex toga rossa si candiderà per «Uniti per la Costituzione» assieme a Marco Rizzo: «Draghi è stato il più antipatriottico capo del governo della storia della Repubblica».Il grido di battaglia lo ha lanciato ieri il «comunista» Marco Rizzo: «Si vota il 25 settembre […]. Noi siamo pronti […] le firme le raccoglieremo con voi da subito. Uniti per la Costituzione sarà il nome di chi vorrà un’Italia sovrana, di chi vive del proprio lavoro». E giù un elenco di nomi che più sovranista non si può. Si va dalla ex leghista Francesca Donato a Rizzo, dai no vax ai filoputiniani.Ma nell’elenco c’è anche Antonio Ingroia, l’ex toga rossa che aveva provato a scalare il Palazzo d’Inverno con la sua Rivoluzione civile nel 2013. Gli andò male. Ma al contrario di altri colleghi non ha provato a tornare da mamma magistratura. Si è fatto avvocato e pure rosso-bruno. Una bella transizione. Difende Gina Lollobrigida, ha sposato un’organizzatrice di eventi per i media e vive per molti mesi ai Caraibi. Insomma più che un radical chic è diventato molto pop. Lui forse preferirebbe populista.Come è finito con i rosso-bruni, lei considerato un estremista di sinistra?«L’etichetta di estremista è un marchio di comodo che mi hanno appiccicato per ghettizzarmi».Ma si è sempre definito comunista.«Sbaglia. Non sono mai stato comunista. Non ho mai votato il Pci, ero vicino ai movimenti studenteschi. Un libertario di sinistra. Oggi mi definirei post ideologico».Per la verità le sue ultime posizioni sono decisamente sovraniste.«Al di là delle etichette, il tema della sovranità di cui il popolo italiano è stato espropriato è prioritario nell’Italia di oggi. Se questo significa essere sovranista non rifiuto questa definizione».È diventato pure no vax.«Per la verità io sono convintamente no green pass perché ho ritenuto il passaporto vaccinale un intollerabile strumento di compressione dei diritti di libertà dei cittadini. Sono contrario anche a ogni ipotesi di vaccinazione obbligatoria anti Covid».Non sarà mica diventato anche filoputiniano?«Siamo tutti filoputiniani in Uniti per la Costituzione (ride). Certamente non sono filoatlantista. E a mio giudizio uscire dalla Nato è l’unico modo di restituire sovranità e indipendenza all’Italia. Che non deve essere più una colonia Usa».Ecco che riaffiora il gruppettaro di sinistra…«Questa guerra, che ha come ultimo capitolo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, è il frutto di una lucida e determinata azione di accerchiamento da parte della Nato nei confronti di Mosca, nella quale vigliaccamente gli americani hanno usato gli ucraini come scudo umano per minacciare la Russia che ha reagito nel modo in cui era facilmente immaginabile e probabilmente aupiscato dagli “strateghi” americani».Manca solo che mi dica che si sta per arruolare per andare in Donbass…(Ingroia è incontenibile). «Non faccia ironia. Ritengo criminale ed eversiva la scelta dell’Italia di violare deliberatamente l’articolo 11 della Costituzione - quello che dice che «l’Italia ripudia la guerra»-, perché al di là delle ipocrisie è bene spiegare che il nostro Paese è entrato in guerra in Ucraina senza aver consultato i cittadini e che rischiamo di essere coinvolti in un conflitto nucleare. Gli italiani sono stati ingannati dal governo Draghi e dalla maggioranza che lo ha sostenuto sino a qualche giorno fa».Che cosa pensa del premier uscente?«L’ho conosciuto quando era governatore della Banca d’Italia e io ero pubblico ministero e gli riconosco il merito di essere stato il primo governatore di via Nazionale a sostenere l’azione antimafia della Procura di Palermo negli anni Novanta. Per questo non ho mai avuto pregiudizi nei suoi confronti. Ma dopo aver assistito allo scempio della Carta costituzionale che il suo governo ha fatto non esito a definirlo il capo di governo italiano più antipatriottico della storia della nostra Repubblica avendo trascinato l’Italia in guerra per obbedire ai diktat di una potenza straniera».Secondo lei gli italiani possono avere altri motivi di soddisfazione per la fine del governo Draghi?«Sì. Sono un po’ più liberi anche perché non ci sarà più al ministero della Salute Roberto Speranza che con la sua gestione autoritaria dell’emergenza sanitaria ha soffocato per anni le più elementari libertà dei cittadini».Lo sa che con questi suoi argomenti perderà molti amici di sinistra e diranno che Ingroia è diventato fascista?«Sono ormai così pochi i voti della cosiddetta sinistra dura e pura che mi preoccupa poco questa eventuale disaffezione di quel piccolo mondo antico che crede ancora nel mito sfiorito del fronte popolare di togliattiana memoria».Un nuovo fronte popolare è il progetto del suo amico Luigi de Magistris…«È un’operazione che non fa i conti con la realtà. Non dispero che Luigi si ravveda, anche se io ho una visione diversa della politica… dalla parte del popolo e non di gruppetti di nostalgici…».Adesso i suoi compagni di viaggio sono persone che vengono da mondi molto diversi: ex leghisti, ex 5 stelle, no vax duri e puri, sovranisti, comunisti, socialisti e persino morotei. Come si fa far stare insieme una simile macedonia?«Non conta da dove si venga, ma dove si vuole andare. Siamo in piena emergenza costituzionale. Prendendo a pretesto l’emergenza sanitaria e l’emergenza bellica sono state compresse le libertà degli italiani, è stato mortificato il ruolo del Parlamento, è stato imposto dall’alto un presunto governo dei migliori. Il popolo soffre e la rabbia sociale esploderà nel prossimo autunno che prevedo sarà caldissimo. Occorre dare una risposta e incanalare questa disperazione e questa voglia di ribellione specie dopo il tradimento del Movimento 5 stelle e della Lega che avevano dato vita al governo gialloverde proprio per rispondere a quelle istanze che arrivavano dal Paese reale».Se attacca Lega e 5 stelle con chi si confronterà se dovesse entrare in Parlamento?«Noi vogliamo costruire un polo autonomo e alternativo rispetto agli schieramenti tradizionali di centro-destra e centro-sinistra. Anche perché pure Giorgia Meloni, attuale leader dell’opposizione parlamentare, in questa emergenza bellica ha detto le stesse cose che diceva il governo.Ma una questione è certa: noi abbiamo alcuni punti fermi. Se ci fosse mai una maggioranza che si impegnasse per finire la guerra in Ucraina, creare le premesse per uscire dalla Nato, denunciare i trattati europei che stanno strangolando la nostra economia, potremmo discuterci».Tra di voi c’è anche chi vuole uscire dall’euro.«La moneta unica è stata una tragedia e l’Italia ha un cappio al collo che sono i trattati europei e il ricatto che l’Europa può esercitare quotidianamente su di noi. Il nostro obiettivo è tirare fuori la testa dal cappio senza rimanere strozzati».Quindi fuori dall’euro?«Quindi fuori dal cappio».È facile criticare per chi non ha nessuna responsabilità, neppure piccola, di governo.«Noi oggi rappresentiamo nel Paese l’unica opposizione antisistema. Il 18 giugno abbiamo riempito 22 piazze d’Italia su queste parole d’ordine e sono convinto che sulla scorta di questi numeri entreremo in Parlamento. Per poi diventare maggioranza».Qualcuno dirà che ha bevuto un po’ troppo anche stavolta.«Non sto scherzando. Come vede ho ordinato dell’acqua (ride). Ho la certezza che il popolo che vogliamo rappresentare costituisca la fetta più grande dell’elettorato, potenziali votanti che sino a oggi sono stati traditi e ingannati. Sia dalla destra che dalla sinistra e anche dai 5 stelle. Quando si renderanno conto che esiste un’altra credibile opposizione sono certo che ci seguiranno in massa. Già a settembre».Siete pronti al voto?«L’immediato scioglimento delle Camere deciso dal presidente Sergio Mattarella ci obbliga a cercare le firme in piena estate e ciò mi sembra un ulteriore penalizzazione per le forze politiche di opposizione che non stanno in Parlamento. Hanno fatto una leggina per evitare a Matteo Renzi la raccolta delle firme e per costringere noi a farla. Ma non ci spaventiamo. Le troveremo. Anche perché i sondaggi ci danno avanti a Italia viva».Alessandro Di Battista è in viaggio in Russia. Sarà uno di voi?«Non so se abbia deciso di partecipare alla prossima competizione elettorale, ma certamente abbiamo tantissime posizioni comuni sulla guerra ucraina, sulle politiche fallimentari del governo Draghi, sulla giustizia e su tanti altri temi. Sarei ben lieto se decidesse di unirsi a noi».Vi alleerete con Gianluigi Paragone?«Credo che il problema non si ponga perché Paragone ha più volte dichiarato di volere correre da solo. E penso che questo sia un errore».Chi l’ha più delusa tra Beppe Grillo, Michele Santoro e Marco Travaglio?«Sicuramente Grillo».E dentro al Movimento?«Non mi sono piaciuti i contorsionismi di Giuseppe Conte e l’inganno dell’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede ai danni di Nino Di Matteo a cui propose un incarico al ministero della Giustizia che poi non gli diede».Il leader di «Ancora Italia», Francesco Toscano, avvocato e giornalista, nonché suo alleato, è uno dei nomi attenzionati nella famosa lista consegnata al Copasir dal Dis. Vi sentite spiati?«Non ci spaventiamo, ma il dissenso in questo momento in Italia è certamente nel mirino. Per questo stiamo per presentare alla Procura di Roma una denuncia per conto di Toscano».Da pubblico ministero manettaro avrebbe provato ad arrestare qualche esponente del governo Draghi?«Come minimo avrei fatto un’indagine molto approfondita sul giro di miliardi che ruota attorno ad alcuni business della gestione pandemica, ad esempio, sulle mascherine e sui vaccini. Ci sono anche delle denunce in corso delle quali mi sto occupando, ma dubito che oggi ci sia una magistratura che abbia davvero voglia di entrare nei palazzi del potere».Pensa che le toghe ormai cerchino di evitare rogne?«Assolutamente sì, tranne pochissime eccezioni. La magistratura è in gran parte omologata al potere costituito».Il caso Palamara non ha portato alcun cambiamento?«Ha rivelato anche agli italiani il Sistema, ma il Sistema è sempre vivo e opera nello stesso modo».Lei è finito sotto processo come il suo ex collega…«Nel mio caso sono certo sia una vendetta di quello stesso Sistema. E anche Palamara è rimasto vittima del mondo di cui faceva parte e al quale a un certo punto ha voluto ribellarsi».Non pensa che le cose miglioreranno con la riforma Cartabia?«No, è stata un inganno. Una delle nostre iniziative sarà una raccolta di firme per abrogare quella legge, che andrebbe anche sottoposta al vaglio della Corte costituzionale per alcune palesi violazioni».Per esempio?«L’incandidabilità dei membri uscenti del Csm. Al ministro Marta Cartabia chiederei perché un membro di Palazzo dei marescialli sia più pericoloso in politica di un procuratore della Repubblica che potrebbe indagare o far arrestare un possibile avversario prima di scendere in campo».E perché, secondo lei, il divieto è stato posto ai consiglieri del Csm e non ai capi degli uffici giudiziari?«Quell’articolo è stato introdotto solo per non permettere a Nino Di Matteo di candidarsi e punirlo per aver fatto insieme con me l’indagine sulla Trattativa Stato-mafia e avere osato ascoltare le famose telefonate del presidente Giorgio Napolitano».Ma l’ex Capo dello Stato non aveva detto nulla di penalmente rilevante…«Di penalmente rilevante no, però, aveva pronunciato qualcosa che lui stesso ha ritenuto evidentemente sconveniente, altrimenti non avrebbe cercato di far distruggere in tutti i modi le bobine».Diceva le parolacce?«Su questo, mi dispiace, non commento».Ingroia, guadagnava più da magistrato o da avvocato?«Non vorrei attirare l’attenzione dell’Agenzia delle entrate (ride)».Come passa le sue giornate ai Caraibi?«Contrariamente a quanto si possa pensare non vivo in spiaggia, ma in appartamento dentro a un compound per stranieri connesso via Internet all’Italia. A Santo Domingo come avvocato seguo gli italiani che vivono lì».Non mi dica che non si concede qualche mojito sotto l’ombrellone…«Preferisco il Cuba libre».Se entrerà in Parlamento addio spiagge dorate…«Il mio sogno è tornare in Italia per aiutare gli italiani…».
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