2021-08-11
La denuncia negli Usa: «Rapporti fra mafia e l’azienda che porta la fibra in Piemonte»
Il fondo Muddy Waters accusa un manager della Solutions 30 di essere vicino a persone coinvolte nel contrabbando di alcol.La società che sta portando la banda larga in Piemonte e Valle d'Aosta è stata denunciata in California da Carson Block, fondatore del fondo Muddy waters. Uno dei manager delle filiali in Romania e Bulgaria, secondo quanto ha dichiarato Block, avrebbe collegamenti con persone arrestate in un giro di contrabbando di alcol e riciclaggio di denaro.C'è una società che si sta occupando di portare la banda larga nelle case degli italiani al centro di un vero e proprio intrigo internazionale. Di mezzo c'è uno scandalo finanziario, ma soprattutto una serie di denunce che sostengono che dietro l'azienda ci siano persone che hanno avuto più di qualche problema con la giustizia e che avrebbero dei collegamenti con un'inchiesta del 2019 sull'importazione di alcol di contrabbando in Campania. Stiamo parlando di Solution 30, gruppo con sede in Lussemburgo ma quotato alla Borsa di Parigi, leader in Europa nel fornire servizi nel mondo delle telecomunicazioni. Ha un fatturato di 680 milioni di euro all'anno, con 11.000 tecnici che si occupano di assistenza, pagamenti digitali e posa della fibra. Eppure potrebbe esserci qualcosa che non quadra, come hanno già riportato La Stampa e Irpimedia.Perché Solutions 30 ha i bilanci non certificati dal revisore Ernst&Young e negli ultimi cinque anni il fatturato è aumentato mediamente del 30% all'anno. Certo, a dare una mano in Italia è stata l'approvazione nel marzo 2015 del Piano strategico banda ultralarga da parte del governo italiano. A oggi si stima che solo il 23% delle province sia coperto da fibra. Tra le regioni più coperte c'è la Lombardia, ma l'Italia si pone agli ultimi posti con 15,7 milioni di abitazioni coperte al 2022, contro i 36,9 milioni della Germania, i 25,7 del Regno Unito, i 24,5 della Francia, i 17,8 della Spagna. Solution 30 ha vinto a gennaio un contratto da 210 milioni di euro con Tim per portare la fibra in Piemonte e Valle D'Aosta. Ma allo stesso tempo è impegnata anche in Abruzzo e Molise, grazie agli accordi con Open fiber ed Enel, in quest'ultimo caso per la costruzione di centraline di ricarica delle auto elettriche. I problemi nascono nel 2020. Su Internet compare un dossier di 114 pagine in cui si parla di collegamenti tra l'azienda e alcuni esponenti della criminalità organizzata. Secondo il report, Solution 30 si sarebbe rivolta nel 2013 a un commercialista di nome Angelo Zito per spostare la propria sede in Lussemburgo. Zito è stato condannato nel 2000 per mafia a Palermo in quanto definito «tesoriere» del clan di Brancaccio quando c'erano i fratelli Graviano. Solution 30 nega. Dice che Zito è regolarmente autorizzato dal ministero della Giustizia lussemburghese. E soprattutto smentisce in toto tutto il report comparso online. Ma la storia non finisce qui. Dopo l'uscita del dossier le azioni crollano in Borsa per oltre il 40%. A dirigere le operazioni finanziarie è un fondo americano di nome Muddy waters che già da maggio 2019 aveva una posizione short in Solutions 30. È questo l'inizio di una battaglia legale tra Carson Block, il fondatore di Muddy waters, e l'amministratore delegato dell'azienda lussemburghese, Gianbeppi Fortis. Block ha denunciato Solution 30 al tribunale della California accusandola di attività criminali e truffa. Per farlo ha svolto un'attività investigativa in particolare su Federico Salmoiraghi, «partner commerciale» di Solutions 30, che gestisce le succursali dell'azienda in Romania e Moldavia. Ma non c'è solo lui nella lista di persone citate da Block. Perché nel network di Salmoiraghi, secondo la denuncia, ci sarebbe anche Massimiliano Longo, accusato di evasione fiscale, poi ancora Umberto Bellin, arrestato il 4 aprile del 2018 per estorsione e furto. E poi ancora c'è Gianluca Di Napoli, ex proprietario di un'agenzia di viaggio che è stata comprata da Salmoiraghi. Anche lui sarebbe stato arrestato, sempre secondo la denuncia di Block, in un'operazione di polizia di nome Black spirit. Non è finita qui. Si parla anche di Michele Gallotta, detto «lo Zio», con un'azienda in Bulgaria ma con alle spalle accuse di importazione illegale di alcool. Infine viene citato Rosario Attanasio, anche lui collegato alle attività di Salmoiraghi.A quanto sostiene Block, Gallotta fu arrestato dalla Guardia di finanza nel 2019 dopo un'inchiesta della Procura di Napoli sull'alcol di contrabbando i cui proventi sarebbero stati riciclati su conti a Malta. E la maggior parte dei soldi sarebbe stata investita in case, auto di lusso e yacht. Gli furono contestate accuse di ogni tipo, dall'associazione per delinquere transnazionale all'autoriciclaggio. Il sistema si spostava da Napoli fino alla Bulgaria e alla Slovacchia o in Azerbaijan. Il gruppo avrebbe realizzato la maggior parte dei guadagni nel periodo 2017-2018, nel settore dell'importazione e commercializzazione di prodotti alcolici «potendo contare anche su una fitta rete di soggetti compiacenti, tra cui i titolari di depositi fiscali e commerciali, con sede sia in Italia che all'estero». Si parla di un'evasione fiscale di 20 milioni di euro.
Matteo Salvini (Imagoeconomica)
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