2022-02-05
Solo Fdi e Lega si muovono contro l’omertà di Aifa sugli effetti avversi
L’Agenzia tace e non rivela i dati. Galeazzo Bignami: «Ha tempo sette giorni. Poi faremo ricorso». Alberto Bagnai: «Presto un’interrogazione».Per il momento, sembra che la reticenza dell’Aifa sulle reazioni avverse ai vaccini abbia contagiato una parte del mondo politico. E guarda caso, si tratta della parte giallorossa della maggioranza, storicamente la più severa nell’introduzione di misure anti Covid e la più aggressiva su tempi e modi della campagna vaccinale. Assodato che la nostra Agenzia del farmaco non sta dando seguito a quanto inizialmente annunciato per la pubblicazione del bollettino sulle reazioni avverse ai vaccini (prima mensile, poi trimestrale e ora latitante da un quadrimestre), e il silenzio permane anche dopo giorni di appelli da parte della Verità, va detto che la mancanza di trasparenza dimostrata fino a questo momento non sta suscitando nella politica la reazione che ci si attenderebbe. Tra le eccezioni, il deputato di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami, il quale annuncia un’azione analoga a quelle che hanno costretto qualche tempo fa il ministro Roberto Speranza a rendere noto il piano pandemico segreto e i verbali della task-force anti Covid: «Se entro una settimana», dichiara Bignami, «Aifa non presenta i dati, faremo ricorso per accesso agli atti. Costringeremo l’Aifa a fare come ha fatto Speranza sul piano pandemico. Quello che sta succedendo è gravissimo, perché ci hanno raccontato per mesi e mesi che era un aspetto marginale. Delle due l’una: o i dati confermano la tesi di chi dice che le reazioni avverse sono marginali e non hanno motivo di nasconderli, o i dati dicono altro e non vogliono diffonderli. Da qualsiasi prospettiva lo si veda, questo atteggiamento è negativo. Alimenta sospetti, genera dubbi», conclude, «e dà la stura ai peggiori complottisti». Entrando nel recinto della maggioranza, il senatore leghista Alberto Bagnai ci informa che si sta «occupando» della questione: «Non ho trovato particolarmente rassicuranti», spiega, «le risposte ricevute in audizione dai vertici dell’Aifa, e quindi intendo riproporre le stesse domande in modo più formale. Va fugato ogni dubbio circa il fatto che gli eventuali effetti avversi non siano riportati e interpretati correttamente. Sarebbe molto grave se ciò accadesse, significherebbe che le istituzioni sanitarie di questo Paese ostacolano il progresso della scienza, che non può procedere se non da una corretta ed esaustiva raccolta di dati. Riceviamo numerose segnalazioni di casi in cui il personale medico ostacola attivamente il processo di segnalazione, che peraltro può essere effettuato direttamente dal paziente, e non abbiamo evidenza di alcuna campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questo tema promossa da Aifa. Solo con una completa trasparenza si possono vincere paure irrazionali. Questo è quello che ho detto in Aula, nel riconoscere i meriti del vaccino. Spiace che ex altera parte», conclude Bagnai, «non ci sia stato un simmetrico opportuno atteggiamento di buon senso».Sulla questione dell’atteggiamento del personale medico interviene anche la deputata di Alternativa, Leda Volpi, impegnata da tempo su questo fronte: «Abbiamo proposto emendamenti e ordini del giorno, sollecitando un sistema di farmacovigilanza attiva sui vaccini. In Italia ancora non se ne parla e non abbiamo avuto una rispta chiara dal governo. Inoltre», aggiunge, «i nostri emendamenti sono stati respinti e non abbiamo risposte nemmeno sugli odg, perché il governo non si impegna. È la riprova dello svilimento del ruolo del Parlamento. Di certo, in Italia c’è un sottodimensionamento, e talvolta gli stessi medici fanno da ostacolo poiché non inviano la notifica di reazione avversa, reputandola non correlata al vaccino. Invece, la notifica deve essere fatta comunque. Se poi non si pubblicano i dati, si alimenta la diffidenza: quando si introduce un farmaco nuovo serve trasparenza. Gli errori comunicativi - conclude - allontanano la popolazione, così come le campagne dal tono intimidatorio». Tornando alla maggioranza, il deputato di Italia viva Michele Anzaldi invita alla cautela, pur non lesinando critiche: «Non ho informazioni particolari in merito. Da lettore, mi sembra strano e se fosse vero, la reticenza sarebbe disdicevole ma va detto però che i dati sono disponibili all’Ema e sono reperibili. È anche vero», osserva Anzaldi, «che sono dati scientifici e col clima che si è creato, con gente che parla di antenne 5g collegate ai vaccini, forse è meglio che li utilizzino e li osservino persone specializzate. Per fare un esempio concreto: io non li saprei leggere. Anche per i giornalisti, serve gente capace di leggere i dati, e parlo anche degli ospiti in tv».
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)