2021-10-27
«Solo ai fragili, anzi a tutti». Solite parole in libertà sulla terza dose di vaccino
Riparte la giostra delle esternazioni: per Pierpaolo Sileri, da gennaio scatta la somministrazione generalizzata. Il consulente di Francesco Paolo Figliuolo, Guido Rasi: «Scendiamo sotto i 60 anni, poi si vedrà».L'Italia ricomincia da tre. Prepariamoci a un nuovo periodo di caos comunicativo, un tunnel di informazioni contraddittorie già visto, alla fine del quale c'è una sola certezza, anzi due: la terza dose di vaccino verrà imposta a tutti e il green pass continuerà a dominare le nostre vite ben oltre il 31 dicembre 2021, data di scadenza del decreto attualmente in vigore. Tutto il contrario di quanto bisognerebbe fare, ispirandosi al pragmatismo che sta conducendo la Gran Bretagna alla normalità senza disastri: basta con la tessera che discrimina e terza dose su base volontaria. Invece...«Per chi ha fatto Johnson&Johnson», sentenzia il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, su Radio Capital, «servirà un richiamo in tempi molto brevi: a sei mesi dalla vaccinazione si inizierà a procedere, tenendo in considerazione l'età, ma verosimilmente una terza dose sarà necessaria per tutti. Entro l'anno si procederà con la terza dose per anziani e personale sanitario, poi da gennaio il resto della popolazione, scaglionato in base a quando è stata somministrata la prima e la seconda dose. L'Aifa può accelerare questo percorso», aggiunge Sileri, «ma è auspicabile una scelta condivisa di tutta Europa: c'è un boom di contagi in alcuni Paesi europei, anche se possono sembrare paesi lontani, il rischio c'è anche per noi». La terza dose per tutti: Sileri condanna gli italiani ad altri lunghi mesi di vaccinocrazia. Nessuna differenza tra anziani e giovani, tra soggetti fragili e uomini e donne in ottime condizioni di salute. Ovviamente, se così sarà, anche il green passa continuerà a imperare: «Il certificato verde obbligatorio», conferma Sileri, «lo toglieremo, ma non ora. Bisogna procedere per gradi. Prima toglieremo l'obbligo del distanziamento, poi le mascherine e infine il green pass. Il vaccino obbligatorio non servirebbe, non convincerà i no vax a vaccinarsi. Il vaccino per i bambini? Dipenderà dagli enti regolatori, ma io a mio figlio lo farei senza dubbio». Sulla linea della terza dose per tutti, anche Sergio Abrignani, immunologo dell'università di Milano e membro del Comitato tecnico scientifico. «Adesso è giusto dare la precedenza a chi ha più bisogno», dice Abrignani a Repubblica, «poi l'ulteriore richiamo potrà essere esteso a tutti. La terza dose probabilmente serve e non c'è nulla di strano, la maggior parte dei vaccini che conosciamo prevedono tre dosi». Giusta un filo più cauto il ministro della Salute, Roberto Speranza, ma la sostanza è la stessa: «Non abbiamo nessun problema di scorte», sottolinea Speranza, «le dosi ci sono e siamo in grado di assicurare la terza dose a tutti. Ci si può vaccinare con la terza dose a partire dai 60 anni e chiaramente il nostro invito a tutti è farlo. Tutte le persone che hanno più di 60 anni e per le quali siano passati più di sei mesi dal completamento del ciclo si vaccinino. Penso che sia fondamentale per proteggere ancora meglio i nostri concittadini». Per Sileri la terza dose va fatta a tutti, Speranza parla degli over 60 ma poi garantisce, bontà sua, che le scorte per inoculare tutti gli italiani per la terza volta ci sono. Prepariamoci al peggio, ovvero al già visto: se queste sono le premesse, assisteremo al triste balletto di pareri, esternazioni, previsioni. Ci sarà chi sconsiglierà la terza dose per i più giovani, chi suggerirà di farla a chiunque, chi parlerà di fragili, chi di pazienti a rischio. Un altro caso annunciato riguarderà i tempi: dopo quanti mesi dalla seconda dose occorrerà mettersi in fila per farsi inoculare la terza? Speranza parla di sei mesi. Ricordate sempre che le parole sono importanti, le parole possono essere utilizzate per depistare, per disorientare, e iniziate a impararne una nuova: «booster». La sentirete pronunciare sempre più spesso, da esperti e presunti tali. Altro non significa che richiamo: chi ha fatto Johnson e Johnson, quindi una sola dose, avrà la seconda come «booster»; chi ha fatto le due dosi, con Moderna, Pfizer o Astrazeneca, si sottoporrà al «booster» con la terza. «Secondo me», dice a Sky Tg24, proposito dei vaccinati con J&J, Guido Rasi, consulente del Commissario all'emergenza Figliuolo, «bisogna comportarsi come con gli altri vaccini, a sei mesi dalla dose fatta considerare un booster: in questo caso la seconda dose, che ha lo stesso significato della terza dose attuale. Per quanto riguarda la terza dose di vaccino l'orientamento è di farla dai 60 anni in su. Se sarà necessaria proprio a tutti, anche alle fasce d'età più giovani», aggiunge Rasi, «ci sarà tutto il tempo di verificarlo strada facendo. Diciamo che da gennaio probabilmente si potrà iniziare a scendere sotto i 60 anni, anche alla luce dell'andamento, di chi tende ad infettarsi anche tra i vaccinati più giovani. Personalmente», sottolinea Rasi, «direi che proprio tutti forse no, ma scendere progressivamente sotto i 60 anni da gennaio in poi probabilmente sarà l'approccio giusto, e vedere se bisognerà continuare fino proprio a rifarle tutte o ci si potrà fermare a una determinata fascia d'età». Forse sì, forse no, probabilmente boh: se queste sono le premesse, c'è da aspettarsi il caos. Francesco Vaia, direttore sanitario dell'Istituto malattie infettive Spallanzani di Roma, è molto prudente: «La terza dose va bene per gli anziani, gli immunocompromessi», dice Vaia, «ma sarei molto cauto nell'ampliare la platea. Vediamo come va la curva». Oggi in Lombardia si aprono le prenotazioni per la terza dose, per gli over 60 e i soggetti fragili. In Campania, Puglia, Toscana, Piemonte, Lazio, l'operazione è già partita. L'Italia risale sulla giostra, il terzo giro è iniziato.
Kim Jong-un (Getty Images)
iStock
È stato pubblicato sul portale governativo InPA il quarto Maxi Avviso ASMEL, aperto da oggi fino al 30 settembre. L’iniziativa, promossa dall’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali (ASMEL), punta a creare e aggiornare le liste di 37 profili professionali, rivolti a laureati, diplomati e operai specializzati. Potranno candidarsi tutti gli interessati accedendo al sito www.asmelab.it.
I 4.678 Comuni soci ASMEL potranno attingere a queste graduatorie per le proprie assunzioni. La procedura, introdotta nel 2021 con il Decreto Reclutamento e subito adottata dagli enti ASMEL, ha già permesso l’assunzione di 1.000 figure professionali, con altre 500 selezioni attualmente in corso. I candidati affrontano una selezione nazionale online: chi supera le prove viene inserito negli Elenchi Idonei, da cui i Comuni possono attingere in qualsiasi momento attraverso procedure snelle, i cosiddetti interpelli.
Un aspetto centrale è la territorialità. Gli iscritti possono scegliere di lavorare nei Comuni del proprio territorio, coniugando esigenze professionali e familiari. Per gli enti locali questo significa personale radicato, motivato e capace di rafforzare il rapporto tra amministrazione e comunità.
Il segretario generale di ASMEL, Francesco Pinto, sottolinea i vantaggi della procedura: «L’esperienza maturata dimostra che questa modalità assicura ai Comuni soci un processo selettivo della durata di sole quattro settimane, grazie a una digitalizzazione sempre più spinta. Inoltre, consente ai funzionari comunali di lavorare vicino alle proprie comunità, garantendo continuità, fidelizzazione e servizi migliori. I dati confermano che chi viene assunto tramite ASMEL ha un tasso di dimissioni significativamente più basso rispetto ai concorsi tradizionali, a dimostrazione di una maggiore stabilità e soddisfazione».
Continua a leggereRiduci
Roberto Occhiuto (Imagoeconomica)