2018-11-29
Soldi nascosti, la Finanza morde il Viperetta
Disposto il sequestro di beni per 1,7 milioni di euro al presidente della Sampdoria. È coinvolto in un'indagine per appropriazione indebita, truffa, emissione e utilizzo di fatture false, autoriciclaggio, impiego di denaro illecito. Indagine sulla cessione di Obiang.Lo slogan «zero tituli» di nerazzurra memoria lascia spazio al nuovissimo zero euri di casa doriana. O meglio: zero euri in cassa doriana. Perché ieri mattina il Viperetta, nomignolo con cui viene indicato il patron della Sampdoria, Massimo Ferrero, si è visto portar via dalla Guardia di finanza beni per circa 1 milione e 700 mila euro: il profitto, secondo l'accusa, dei reati di truffa, emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta e impiego di denaro di provenienza illecita, commessi da Ferrero, dalla figlia Vanessa, dalla moglie Manuela Ramunni e dai dipendenti del gruppo, Marco Guercini e Andrea Diamanti, nel biennio 2014-2015. Il Viperetta avrebbe sottratto più di un milione alla Samp, impiegandoli per far fronte a situazioni debitorie che si porta dietro dai tempi del crac della Livingston, per mettere qualche toppa alle grane fiscali e per sponsorizzare la produzione di una pellicola cinematografica che ha anche ottenuto contributi pubblici. Sono stati gli istituti di credito a segnalare alla Guardia di finanza che alcuni flussi finanziari erano sospetti. In particolare, spiega il gip del Tribunale di Roma, Antonella Minunni, che ha messo il patrimonio sotto sequestro, sono risultati molto strani i travasi dalle casse della Samp a quelle della Vici Srl, società con socio unico il Viperetta e di cui è amministratrice unica Vanessa Ferrero, subentrata al cugino Giorgio. Stando alla ricostruzione degli investigatori, i soldi incassati per la cessione del calciatore Pedro Obiang (passato nel 2015 al club inglese West Ham), centrocampista che considerava la Sampdoria come la sua famiglia (è il refrain delle sue interviste), sono finiti nel portafogli di Ferrero. «Distolti», spiega il pm, «simulando artatamente attraverso la predisposizione di un contratto l'esistenza di una valida causa negoziale per giustificare i trasferimenti di denaro». Come? Il 17 giugno la Sampdoria incassa il bonifico con la prima parte del pagamento: 2,5 milioni dei 6,5 concordati al momento dell'accordo. Oltre mezzo milione di euro, derivanti da quei soldi, finiscono nelle casse di una delle imprese della galassia societaria by Ferrero, la Vici Srl, che si occupa di cinema, con una causale che nulla ci azzecca con la cessione del calciatore: un compenso per aver svolto il ruolo di capocommessa per alcuni lavori di ristrutturazione del centro di allenamento della Sampdoria intitolata alla memoria del medico Gloriano Mugnaini (che fu anche presidente della Federazione dei club blucerchiati) a Bogliasco. Il giorno dopo aver ricevuto il bonifico, quindi, la società avrebbe emesso assegni circolari per mezzo milione a favore della Livingstone, la compagnia aerea fallita per bancarotta e che è costata al Viperetta un patteggiamento a un anno e 10 mesi. La somma versata serviva per coprire un accordo chiuso a giugno 2015 tra Livingston e Farvem Real Estate Srl (altra società riconducibile a Ferrero), come «saldo, stralcio e transazione di ogni pretesa creditoria» da parte dell'organo fallimentare della compagnia aerea. «È del tutto evidente», sostengono i magistrati, «come la Vici, con la predetta provvista pagava un debito di un'altra società comunque riconducibile al gruppo Ferrero».E per completare l'opera di quello che il gip definisce un «consistente e qualificato quadro indiziario», Ferrero pare che abbia nascosto al fisco anche 200.000 euro di Iva che la Sampdoria avrebbe dovuto versare. Come? Con il classico sistema delle fatture per operazioni inesistenti, ossia false, emesse dalla Vici Srl. Altro punto dell'ordinanza di sequestro: con la complicità di Guercini e Diamanti, il Viperetta avrebbe truffato l'ufficio del lavoro di Roma, presentando ben cinque cause di lavoro pretestuose, «controversie giuslavoristiche strumentali», le definisce l'accusa, da 100.000 euro l'una, nelle quali Ferrero si autoindicava come dipendente di società che lui stesso controllava e dalle quali, poi, in via transattiva otteneva risarcimenti non dovuti per una cifra da mezzo milione di euro. Valore, stimano gli investigatori, di poco inferiore a quello di un appartamento comprato a Firenze e intestato a Manuela Ramunni Ferrero, coincidenza, nel periodo successivo agli accordi giuslavoristici. Ultimo affare di famiglia: 110.000 euro, sempre provenienti dalla cessione del centrocampista blucerchiato, finiscono nelle casse della Film 9 Srl e della V Production Srl per finanziare (come da causali dei bonifici) il film Le Frise ignoranti, girato tra la Puglia e Potenza con la partecipazione anche di Lino e Rosanna Banfi e Francesco Pannofino e con contribuzioni pubbliche del ministero all'epoca guidato da Dario Franceschini e di due Film commission. Anche qui, entrambi i soggetti giuridici sono riconducibili a Ferrero. «È quindi evidente», conclude il gip, «come la Vici Srl è stata utilizzata ancora una volta dal gruppo Ferrero quale schermo societario al fine di drenare risorse economiche dalla Sampdoria allo scopo di impiegarle per motivi estranei alle finalità sociali». Motivi familiari.
«Roast in peace» (Amazon Prime Video)
Dal 9 ottobre Michela Giraud porta in scena un esperimento di satira collettiva: un gioco di parole, sarcasmo e leggerezza che rinnova la tradizione del roast con uno stile tutto italiano.