2023-10-14
Colpo al Green deal. Smontata la tassa Ue sui nostri immobili
Ursula Von der Leyen (Ansa)
Socialisti sconfitti pure sulla casa verde: più tempo e poteri agli Stati per la riqualificazione. Giorgio Spaziani Testa: grande vittoria.Sgonfiata, almeno per ora, l’eco-patrimoniale sulle case. Ed ennesima batosta per i socialisti che giovedì sono stati messi già all’angolo sul nuovo regolamento Euro 7 per ridurre le emissioni inquinanti delle auto. «Sulla proposta di direttiva europea per l’efficientamento energetico degli edifici ha finalmente prevalso il buon senso. Le notizie riferite dall'onorevole Isabella Tovaglieri, relatrice ombra del provvedimento, e quelle che ci giungono attraverso i nostri contatti con Bruxelles, sono molto confortanti», ha scritto ieri mattina in una nota il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa. La riunione notturna del trilogo tra Parlamento, Consiglio e Commissione sull’Energy performance of buildings directive (Epbd) era stata convocata «ad oltranza» per chiudere il testo forzando la mano, ma nonostante questo ha avuto come esito il rinvio a una successiva riunione in dicembre e - comunque - l’eliminazione delle norme che imponevano l’obbligo di effettuare gli interventi sugli immobili. «Si tratta di una grande vittoria», commenta il presidente dell’associazione che ricorda di aver iniziato «ben due anni fa a lanciare l’allarme, a Bruxelles e a Roma, sugli enormi pericoli che l’approvazione della direttiva come impostata avrebbe comportato. Siamo grati al governo per avere agito, anche col personale impegno del presidente del Consiglio, per scongiurare un esito infausto. E ringraziamo le forze politiche della maggioranza per avere operato, in sede europea, a tutela degli interessi dei proprietari italiani», ha concluso Spaziani Testa. Giovedì notte è stato, dunque, raggiunto un accordo parziale su un testo radicalmente diverso rispetto alla direttiva originaria, con una rimozione e rimodulazione dei provvedimenti più significativi e controversi dell’Epbd. Le parti si sono accordate per mantenere sostanzialmente in vigore l’attuale sistema delle certificazioni energetiche, con delle classi non più armonizzate a livello europeo, una classe G che corrisponde a quella attuale, la validità dei certificati mantenuta a dieci anni e la potestà degli Stati membri di legiferare sul tema. Sono stati completamente rimossi dal testo le «classi energetiche minime da raggiungere» per gli edifici, ed è stato adottato un approccio che prevede una riduzione percentuale dei consumi energetici sull’intero parco edilizio residenziale che verrà decisa in autonomia dagli Stati Membri con un piano da qui fino al 2050. Sono stati interamente cancellati dal testo i mutui green e gli obblighi di installare colonnine di ricarica e pre-cablare i parcheggi per gli edifici residenziali esistenti. Il trilogo non ha raggiunto un accordo su parti importanti come i target di riduzione dei consumi, le sanzioni, l’obbligo dei pannelli solari e alcune disposizioni finanziarie, quindi i negoziatori cercheranno di arrivare a un’intesa in una nuova riunione che sarà a dicembre.Brinda Isabella Tovaglieri (Lega), componente della commissione Industria ed Energia del Parlamento europeo e relatrice ombra per il gruppo Id della direttiva casa green: «Grazie al lavoro della Lega e del governo italiano, la direttiva case green esce completamente ridimensionata dall’ultimo negoziato tra Parlamento, Commissione e Consiglio: ha perso l’ambientalismo ideologico e ha vinto il buonsenso. Le trattative saranno riprese a dicembre per affrontare le questioni rimaste aperte e giungere a un accordo finale. Bene che il Parlamento abbia fatto retromarcia sulle sue posizioni più estremiste e irrealistiche, cancellando dal testo obblighi e tempistiche maggiormente contestate dagli Stati membri». Per Tovaglieri c’è motivo di essere ottimisti: «Bloccata l’eco-patrimoniale a carico delle famiglie italiane, che non saranno più obbligate a efficientare il proprio immobile con interventi molto costosi in un breve lasso di tempo». Rimane aperta la discussione sull’obbligo di installare pannelli solari su edifici pubblici e non residenziali, e su alcune parti concernenti misure finanziarie e sanzioni, «argomenti che saranno oggetto di trattativa a dicembre e su cui daremo battaglia con la stessa determinazione che ha già permesso di sventare molte delle pericolose eco-follie imposte dalla direttiva», aggiunge Tovaglieri. Soddisfatto anche il copresidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo ed esponente di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini: «Il negoziato si è incanalato nella strada giusta. C’è ancora molto da fare per correggere l’impostazione iniziale voluta dalla Commissione Ue, ma l’obiettivo della riunione finale di dicembre è di impedire che le famiglie italiane debbano obbligatoriamente efficientare le loro abitazioni entro breve tempo e con costi enormi», smontando così «un altro importante tassello dell’impalcatura ideologica messa in piedi dalla Commissione Ue», ha aggiunto.Il prossimo, e probabilmente decisivo, round negoziale del trilogo si svolgerà a dicembre. Ma sulla parte più controversa della direttiva, quella relativa ai target e delle tappe con cui rendere più efficienti le abitazioni, ha prevalso l’impostazione più flessibile.
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