2023-06-27
Su Sky la storia e il mito di Gigi Riva in un documentario
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«Nel nostro cielo un rombo di tuono» (Sky)
Nel nostro cielo un rombo di tuono, in onda su Sky Cinema Due e, in contemporanea su Sky Sport Summer e Sky Documentaries, alle 21.15 di martedì 27 giugno, è la storia di Gigi Riva: una storia che riesce a non essere il mero racconto di una carriera.Alcune storie hanno la capacità intrinseca di rimanere, di sopravvivere al tempo. Di diffondersi, con la capillarità e il rispetto che il mito, una volta, portava con sé. Poco importa allora siano storie di sport, nate su un campo da calcio per valicarne poi le linee di fondo. Poco importa siano fiorite sulla bocca dei tifosi, per germogliare altrove. Le storie, quelle storie, sono diventate leggenda, e fra le tante storie italiane, storie di sport entrate nel mito, quella di Gigi Riva è la più bella. È la storia di un uomo e di un Paese, di una determinazione che ha vinto le difficoltà, è la storia di un bambino che giocava scalzo, pur di non consumare le uniche scarpe in suo possesso. È la storia di un amore più forte del denaro, più dei blasoni. È la storia che Riccardo Milani, regista, ha voluto ripercorrere in un docufilm.Nel nostro cielo un rombo di tuono, in onda su Sky Cinema Due e, in contemporanea su Sky Sport Summer e Sky Documentaries, alle 21.15 di martedì 27 giugno, è la storia di Gigi Riva: una storia che riesce a non essere il mero (e ormai trito) racconto di una carriera. Milani la prenda da lontano, l’obiettivo si allarga. Gigi Riva è un bambino. Aveva nove anni, quando ha vissuto la morte del padre, il rigore maniacale del collegio, nell’epoca in cui si credeva che la sinistra fosse la mano del Diavolo. Ne aveva sedici, quando gli è toccato vivere la morte della madre. Milani ricorda il dolore, senza abusare della retorica che spesso lo accompagna. Gigi Riva ora è vicino alla maggiore età, un calciatore di Serie C trasferito in Sardegna. Quanto fallace si sarebbe rivelata la percezione iniziale, di un giovane convinto che lo spostamento dal Legnano al Cagliari lo avrebbe mortificato. Il registo la ripercorre con passo leggero, ed è l’evolversi di questa prospettiva iniziale, il suo ingrandirsi fino a diventare appannaggio non di un solo individuo ma della collettività, a prendersi la scena. La trama.Nel nostro cielo un rombo di tuono, dove sono (anche) Luigi Riva, Gianfranco Zola, Nicolò Barella, Gianluigi Buffon, Roberto Baggio, Massimo Moratti, Cristiano De Andrè ad intervenire e raccontare, è la storia di un legame che niente e nessuno avrebbe mai distrutto. Non il fascino dei club più noti, le loro lusinghe, non il richiamo del Dio denaro. Gigi Riva avrebbe fatto della Sardegna la sua casa, del Cagliari la sua unica squadra. Milani, con il campione ormai ottantenne seduto davanti alla sua telecamera, restituisce la profondità di questo rapporto, le sue implicazioni socioculturali. Intervista le persone comuni, chiede e si chiede come sia cambiata la Sardegna da che Riva, il «rombo di tuono» di Gianni Brera, l’ha abitata la prima volta. Era il 1963, la Sardegna terra di banditi e rapimenti. Milani la ritrova, la ricostruisce, e il docufilm si trasforma. Nel nostro cielo un rombo di tuono non è (solo) una storia di sport. È una storia ormai paradigmatica, capace di ispirare e ammaliare anche chi il calcio non l’abbia mai sopportato.
Simona Marchini (Getty Images)