
L’azzurro non chiarisce il giallo sul malessere che l’ha costretto al ritiro nella finale di Cincinnati con Alcaraz. Intanto è già a New York, dove a breve dovrà difendere il titolo nell’ultimo Slam dell’anno e la prima posizione.Il giorno dopo l’incredibile forfait di Cincinnati, con il ritiro per problemi fisici dopo appena 23 minuti nella finale contro Carlos Alcaraz, Jannik Sinner ha tranquillizzato tifosi e appassionati sulle sue condizioni in vista dell’imminente appuntamento degli Us Open, al via domenica a Flushing Meadows. «Ieri non mi sentivo benissimo e mi dispiace davvero avervi deluso», ha scritto sui propri profili social il numero uno al mondo: «Grazie di cuore a tutti coloro che mi hanno supportato sul posto e da casa, il vostro sostegno significa il mondo. Congratulazioni a Carlos Alcaraz e al suo team, state facendo una stagione incredibile e vi auguro il meglio per il futuro. Ora è il momento di riposarmi un paio di giorni prima di tornare al lavoro».Un sospiro di sollievo che tuttavia non chiarisce il giallo che ancora persiste sulle cause del ritiro dal Masters 1000 in Ohio. Già alla vigilia della finale Sinner era apparso debilitato, e in campo il suo corpo ha parlato più delle parole: pallido, privo di energie, incapace di reagire ai colpi dello spagnolo. Dopo cinque game e appena 23 minuti di gioco, sotto 0-5, ha sussurrato allo staff medico dell’Atp: «Sto troppo male, non riesco a muovermi», lasciando il campo tra la delusione del pubblico e la preoccupazione dei tifosi. Il diretto interessato, nelle dichiarazioni rilasciate subito dopo, non è voluto scendere nei dettagli: «Stavo male già da ieri, speravo di migliorare nella notte, ma le condizioni sono peggiorate». Escluse intossicazioni alimentari o problemi muscolari, l’ipotesi più accreditata è quella di un virus, complicato dalle temperature estreme di Cincinnati, tra le più elevate mai registrate nel torneo. «È stato uno dei più caldi che abbiamo giocato, forse il più caldo in assoluto», ha ammesso lo stesso Sinner durante la premiazione. A peggiorare la situazione gli sbalzi termici tra l’aria condizionata degli spazi interni e il caldo umido dei campi, un fattore che ha colpito diversi giocatori e portato a numerosi ritiri.Per il momento, Sinner osserverà un paio di giorni di riposo, rinunciando ufficialmente al doppio misto degli Us Open, dove avrebbe dovuto giocare con Katerina Siniakova. Una decisione inevitabile per preservare le energie in vista della difesa del titolo conquistato lo scorso anno a New York. La cancellazione dal tabellone misto conferma che l’obiettivo resta la miglior condizione possibile per l’ultimo Slam della stagione. «Lo Us Open sarà un torneo molto duro», ha aggiunto, «ma allo stesso tempo lo aspetto con impazienza. Amo molto gli Slam, sono i tornei principali per la mia carriera. Adesso il recupero è la cosa più importante». Intanto il ventiquattrenne di Sesto Pusteria ha già raggiunto New York con un volo privato e ora programma un recupero serrato in vista del debutto. Cincinnati, nonostante l’epilogo amaro, ha comunque confermato la sua continuità: per l’altoatesino si è trattato della nona finale consecutiva negli ultimi nove grandi tornei disputati. «È stata una settimana molto positiva, un buon test. Sto giocando una stagione incredibile, ma c’è ancora spazio per migliorare. Ho alcuni punti su cui devo crescere se voglio andare lontano allo Us Open. Quali? Il servizio e la percentuale di prime, lavoreremo molto su quello», ha detto.A rendere ancora più delicata la situazione c’è la questione ranking. Sinner guida la classifica mondiale con 11.480 punti, seguito da Alcaraz a quota 9.590. Il distacco resta consistente, ma i prossimi appuntamenti rischiano di ridisegnare le gerarchie. A Cincinnati l’azzurro difendeva il titolo vinto nel 2024, mentre lo spagnolo non aveva punti in scadenza: la sconfitta, dunque, ha consentito ad Alcaraz di accorciare sensibilmente. E lo scenario si ripeterà agli Us Open. Sinner si presenterà con l’obbligo di confermare il trionfo dello scorso anno, mentre Alcaraz non ha nulla da perdere, essendosi fermato al secondo turno nella passata edizione. In termini pratici, significa che all’italiano servirà con ogni probabilità vincere lo Slam per non rischiare il sorpasso. In caso di vittoria di Alcaraz in una finale contro di lui, ma anche qualora i due dovessero uscire nello stesso turno (quarti o semifinali), il primato passerebbe nelle mani dello spagnolo. Una pressione supplementare, che rende l’avvicinamento a Flushing Meadows più teso del previsto. «Voglio essere io il numero 1 del mondo», aveva dichiarato Alcaraz dopo Wimbledon: una frase che oggi risuona con più forza, alla luce della fragilità fisica mostrata dall’amico-rivale.
Richard Gere con il direttore di Open Arms Oscar Camps (Getty Images)
L’attore, salito sulla nave di Open Arms e scatenato contro Salvini, adesso difende l’identità degli indigeni minacciati dall’estrazione mineraria che serve al «suo» green.
Javier Milei (Ansa)
Pubblicata anche in Italia l’autobiografia di Javier Milei, il presidente argentino che ha stravinto le elezioni di metà mandato. La sua missione è riabilitare il capitalismo come principale leva di sviluppo: «Punire chi guadagna non porta giustizia sociale».
Mahmoud Abu Mazen (Getty Images)
Riunione in Egitto tra le principali fazioni. Il portavoce dell’Anp: «Poste le basi per un governo unitario, stop ai gruppi armati». Ma c’è già divisione sul possibile successore di Abu Mazen, Hussein al-Sheikh, inviso alla popolazione per l’elevato tenore di vita.
(Guardia di Finanza)
La Guardia di Finanza ha scoperto una rete di aziende gestite da imprenditori spagnoli che hanno ottenuto indebitamente incentivi per la produzione di energia solare. Sequestrati conti correnti, immobili e impianti fotovoltaici.
I Finanzieri del Comando Provinciale di Varese, nell’ambito di un’attività mirata al contrasto delle indebite erogazioni di risorse pubbliche, hanno individuato tre società controllate da imprenditori spagnoli che hanno richiesto e ottenuto indebitamente oltre 5 milioni di euro di incentivi per la produzione di energia solare da fonti rinnovabili.
L’indagine, condotta dalla Compagnia di Gallarate, è stata avviata attraverso l’analisi delle società operanti nel settore dell’energia elettrica all’interno della circoscrizione del Reparto, che ha scoperto la presenza di numerose imprese con capitale sociale esiguo ma proprietarie di importanti impianti fotovoltaici situati principalmente nelle regioni del Centro e Sud Italia, amministrate da soggetti stranieri domiciliati ma non effettivamente residenti sul territorio nazionale.
Sulla base di tali elementi sono state esaminate le posizioni delle società anche mediante l’esame dei conti correnti bancari. Dall’esito degli accertamenti, è emerso un flusso finanziario in entrata proveniente dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), ente pubblico responsabile dell’erogazione degli incentivi alla produzione di energia elettrica. Tuttavia, le somme erogate venivano immediatamente trasferite tramite bonifici verso l’estero, in particolare verso la Spagna, senza alcuna giustificazione commerciale plausibile.
In seguito sono state esaminate le modalità di autorizzazione, costruzione e incentivazione dei parchi fotovoltaici realizzati dalle società, con la complicità di un soggetto italiano da cui è emerso che le stesse avevano richiesto ad un Comune marchigiano tre diverse autorizzazioni, dichiarando falsamente l’installazione di tre piccoli impianti fotovoltaici. Tale artificio ha consentito di ottenere dal GSE maggiori incentivi. In questi casi, infatti, il Gestore pubblico concede incentivi superiori ai piccoli produttori di energia per compensare i maggiori costi sostenuti rispetto agli impianti di maggiore dimensione, i quali sono inoltre obbligati a ottenere l’Autorizzazione Unica Ambientale rilasciata dalla Provincia. In realtà, nel caso oggetto d’indagine, si trattava di un unico impianto fotovoltaico collegato alla stessa centralina elettrica e protetto da un’unica recinzione.
La situazione è stata segnalata alla Procura della Repubblica di Roma, competente per i reati relativi all’indebita erogazione di incentivi pubblici, per richiedere il sequestro urgente delle somme illecitamente riscosse, considerati anche gli ingenti trasferimenti verso l’estero. Il Pubblico Ministero titolare delle indagini ha disposto il blocco dei conti correnti utilizzati per l’accredito delle somme da parte del GSE e il vincolo su tutti i beni nella disponibilità degli indagati fino alla concorrenza di oltre 5 milioni di euro.
L’attività della Guardia di Finanza è stata svolta a tutela del corretto impiego dei fondi pubblici al fine di aiutare la crescita produttiva e occupazionale. In particolare, l’intervento ispettivo ha permesso un risparmio pari a ulteriori circa 3 milioni di euro che sarebbero stati erogati dal GSE fino al 2031 alle imprese oggetto d’indagine.
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