2025-07-18
Ai dem non basta la figuraccia fatta sul tax credit. Ora si danno al circo
Non dà soldi ai «soliti noti» del settore: il presidente della commissione per gli spettacoli viaggianti attaccato dalla sinistra.Diavolo di una sinistra: se non ci fosse, bisognerebbe inventarla. Dopo le proteste per la revisione del sistema tax credit cinematografico, che da sussidio a pioggia per i soliti noti si vuole trasformarlo in quello che dovrebbe essere ovvero uno strumento per finanziare chi ha davvero bisogno di un aiuto per portare a compimento il proprio progetto, e quelle per il declassamento del Teatro della Pergola di Firenze del totem Stefano Massini, che ha perso la qualifica di teatro «Nazionale», ora i progressisti hanno trovato un n uovo fronte di scontro con il ministero della Cultura: il circo.Qui non ci sono attori pasdaran alla Elio Germanio che tuonano minacciosi contro Alessandro Giuli e non ci sono neanche proteste di piazza per il Della Pergola guidate dalla troika Sara Funaro (sindaco di Firenze), Nicola Fratoianni e Piero Pelù. No, per il circo i trapezisti dem hanno fatto un mix di vecchi manganelli (la carta stampata) e nuovi (le riunioni su Zoom).Si parte con La Stampa di lunedì 7 luglio dove viene attaccato, tra gli altri, Gianluca Cavedo, presidente della commissione consultiva per i Circhi e spettacolo viaggiante (sette membri, quattro di nomina ministeriale e tre dagli enti locali). Cavedo è assessore a Legnago (Verona) per Fratelli d’Italia. La sua figura viene presentata così: «È un broker assicurativo che lavora con le compagnie del circo, con chi cioè lo fa guadagnare con provvigioni e, nello stesso tempo, chiede a lui accesso ai fondi pubblici». Si sarebbe astenuto dalle votazioni una cinquantina di volte, sottolinea ancora La Stampa, segno che la sua sola presenza «ponga una questione di opportunità» e «interrogativi sulla sua imparzialità».Accuse che il quotidiano riporta, visto che erano state lanciate il giorno prima da Paolo Stratta, fondatore del Cirko Vertigo di Torino, che ha addirittura presentato un esposto alla Procura di Torino per denunciare il conflitto d’interesse di Cavedo e di un altro membro della commissione Circhi, Sebastiano Taddei, che noleggia attrezzature circensi. Il giorno stesso della pubblicazione dello j’accuse contro Cavedo, si tiene su Zoom un’animata assemblea promossa da «Vogliamo tutt’altro», realtà nata nel 2024 nella Capitale in occasione della controversa nomina del direttore del Teatro di Roma. Un migliaio le persone collegate, compresa Ilaria Portas, assessore alla Cultura della Sardegna. «Durante l’assemblea», riporta la testata Artribune, «si accenna a una problematica già sorta nei giorni passati, ovvero la reale competenza dei commissari di nomina ministeriale. Si parla di commercianti ed esperti di cavalli per quanto riguarda la commissione Teatro, come sottolineato dallo scrittore Christian Raimo; mentre, per quanto riguarda la commissione Circo, è stata segnalata da Paolo Stratta, direttore generale di Cirko Vertigo, l’esistenza di legami diretti di due dei commissari, Sebastiano Taddei e Gianluca Cavedo, con soggetti attivi nel settore, fattore che pregiudicherebbe dunque la necessaria imparzialità nella valutazione dei progetti presentati». La sinistra, qui, offre il suo numero più riuscito: il cortocircuito. Se da una parte l’«ottimo» Raimo dice che nelle commissioni non vanno bene gente che non appartiene al settore, il collega Stratta contesta esattamente il contrario. Se non è un numero da circo questo... Alla fine, la riunione su Zoom termina con un invito alla lotta e con «un appello all’unità dei lavoratori dello spettacolo, accompagnato da un invito alla “convergenza” di tutto il mondo culturale italiano, il cinema, l’editoria, l’università, la scuola, analogamente colpito da un taglio drastico dei finanziamenti».Al povero Cavedo, nella sua Legnago, devono essere fischiate non poco le orecchie visto che è diventato il bersaglio dei circensi dem per sparare contro il governo. «La mia nomina a presidente non è frutto di accordi politici bensì di una comprovata esperienza tecnica e professionale nel settore circense», ha spiegato ieri in una nota, «questo approccio tecnico-professionale può rappresentare una novità rispetto alle modalità operative di alcune precedenti commissioni, ma costituisce un elemento di garanzia e trasparenza». Dopo aver ribadito che di mestiere non fa il broker assicurativo, Cavedo parla delle sue ripetute assenze in fase di voto in commissione: «Mi astengo regolarmente dal voto su progetti con cui ho avuto rapporti professionali, allontanandomi fisicamente dalla sala al momento della valutazione». Inoltre, «la commissione esamina numerosi progetti, spesso complessi, non è quindi sempre possibile ricordare nel dettaglio ogni proposta, specie nel contesto di una telefonata come quella ricevuta da Stratta in cui mi si proponeva di “seppellire l’ascia di guerra”. In quella stessa conversazione, Stratta mi ha anche chiesto di rivedere l’esito di un suo progetto. Ritengo non corretto, né opportuno, rivolgersi direttamente al presidente della commissione per richiedere agevolazioni o attenzioni particolari». Insomma, il circo della sinistra è sempre in città.
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)