2021-08-30
Contro i dubbiosi la sinistra sdogana l'odio
Esclusione dalle cure sanitarie, esclusione dal lavoro, esclusione da tutto: chi dice no a vaccini o restrizioni merita punizioni esemplari e insulti. E i più accesi sostenitori dell'intolleranza sono proprio coloro che da anni si dicono nemici di ogni intolleranza.Verrà presto il giorno in cui ci diranno che la garrota è un gesto d'amore. Teorizzeranno che non c'è maggior gesto d'affetto della fustigazione, e il popolo fremerà tutto di gratitudine quando il governo proporrà di ripristinare un'antica tradizione italiana: la «ruota ben ferrata» di manzoniana memoria per chiunque rifiuti il vaccino o, semplicemente, non abbia ancora provveduto all'inoculazione per i più vari motivi. Scorrendo le dichiarazioni dei politici di governo e gli editoriali dei maggiori quotidiani, sembra di capire che non vi sia supplizio troppo eccessivo né pena troppo cruenta per i malfattori renitenti alla vaccinazione. Si propone ogni genere di persecuzioni, si invocano punizioni esemplari, si immaginano feroci vendette senza che a nessuno sorga un accenno di scrupolo. C'è il costituzionalista che auspica l'introduzione dell'obbligo vaccinale e propone, come sanzione, di togliere ogni copertura sanitaria a chi sfugge alla puntura. In pratica, costui sostiene che sia giusto condannare un ammalato alla rovina (o alla morte, qualora non disponga dei mezzi sufficienti a sostenere le spese per le terapie) qualora egli abbia rifiutato il vaccino. E il bello è che si trovano, nella cloaca del Web e per strada, cittadini disposti ad apprezzare l'idea. Del resto sembra che ormai le briglie siano sciolte, e che solo la dionisiaca furia del pogrom possa saziare i tifosi dell'autoritarismo sanitario. Il fatto che il green pass limiti alcune attività fondamentali è stato accettato senza colpo ferire. Che - senza alcuna motivazione scientifica e in evidente sprezzo della logica - a una categoria di persone sia impedito di sedersi in un bar o in un ristorante appare del tutto normale. I «sanitari no vax», benché sani, possono essere sospesi dal servizio senza che i più si straniscano. Il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, gongola mentre ribadisce che i tamponi gratuiti - che pure sarebbero utili alla protezione di tutti - saranno negati agli insegnanti non vaccinati: che paghino, gli untori! E non importa se hanno le stesse probabilità di contagiare di un vaccinato, vanno comunque sanzionati, colpiti duramente. «Siano lasciati senza stipendio, i docenti traditori!», gridano i progressisti bramosi di sangue. Eppure dovrebbero essere contenti: stando alla retorica prevalente, chi non si vaccina di fatto si condanna a morte. Beh, dato che la sinistra italiana è così impaziente di avere una legge che legalizzi l'eutanasia, non si capisce perché debba poi infierire su chi sceglie di rischiare la pelle. È lecito morire solo in una stanzetta di Villa Arzilla?È davvero impressionante assistere al dispiego di aggressività attualmente in corso. E in parte sorprende che i più accesi sostenitori della intolleranza di Stato siano proprio coloro che per anni si sono tanto prodigati al fine di «fermare l'odio». Sinistra, 5 stelle e una parte del centrodestra hanno fortemente voluto norme, leggi, regolamenti e commissioni utili a levare di torno i perfidi fascistoni odiatori. C'è stata la commissione Jo Cox promossa dalla Boldrini, poi il comitato di esperti per vigilare su fake news e odio online, poi ancora la commissione Segre contro gli hate crimes. E ancora le iniziative delle amministrazioni locali per impedire la diffusione delle «parole di odio», e ovviamente il ddl Zan che impone la mordacchia allo scopo di bloccare chi odia i gay e i trans (questa almeno è la versione ufficiale, chiaramente falsa). Il Partito democratico ha costruito la sua intera narrazione politica sulla lotta all'odio. Odiatore è chi critica l'ideologia Lgbt, chi si oppone all'immigrazione di massa, persino chi osa porsi dei dubbi sull'origine cinese del Covid. L'odio, ci hanno detto e ripetuto, è il tratto caratteristico della destra e va combattuto senza quartiere, sradicato a ogni costo. Ma ecco che, all'improvviso, esso ritorna accettabile, praticabile, legittimo e bene accetto. Odiare il presunto no vax, ci spiegano ora i cari progressisti, è sacrosanto; odiare chi contesta il green pass è più che lecito. Insultare filosofi e docenti universitari che denunciano la deriva intollerante è considerato attività meritevole. Si può chiedere che il dipendente pubblico non vaccinato sia ridotto alla fame, che l'italiano sprovvisto di lasciapassare sia confinato in casa come un sorcio, che il sindacato contrario alle restrizioni sia deriso. Chiunque non si converta al culto medico va disprezzato pubblicamente, multato, danneggiato, confinato. Il vaccinato, anche se contagioso, appartiene invece alla casta superiore, al novero degli eletti a cui si può tributare rispetto. Tutto questo perché i «nemici dell'odio» hanno deciso che odiare si può, ma solo se conviene a loro. Anzi, più predicano amore e più sdoganano l'odio per il nemico ideologico. Questo il ragionamento: il no vax e il no green pass sono di destra, dunque fascisti, e i fascisti sono odiatori, dunque è giusto odiarli perché odiare l'odio è il comandamento da rispettare. Allora lustrate i ceppi, incerate i cappi, ungete le fruste: i (presunti) no vax - che, per altro, sono sempre meno - attendono di essere castigati. E se gli odiosi renitenti insistessero a chiedere tamponi gratis per tutti, li si accontenti: ma che siano tamponi anali.