2024-11-16
La sinistra scherza col fuoco e manda i poliziotti in ospedale
Le parole dei vari Maurizio Landini, Matteo Lepore e Christian Raimo scatenano le piazze nel colpevole silenzio (o peggio) di Elly Schlein & C. A farne le spese sono sempre le forze dell’ordine: ieri a Torino 20 feriti da un ordigno. Un’escalation che fa paura.Prima o poi bisognerà parlare dei cattivi maestri che stanno infiammando le piazze. Infatti, non si può continuare a ignorare le parole di chi, per puro tornaconto politico e personale, dipinge questo Paese come una dittatura e legittima la rivolta dei manifestanti. Ogni riferimento a Maurizio Landini, leader della Cgil, a Matteo Lepore, sindaco di Bologna, a Christian Raimo, professore che ha incitato a colpire il ministro Giuseppe Valditara, è ovviamente voluto. Così come intenzionale è il richiamo alla sinistra antagonista e a quella che, pur non essendo abituata a lanciare sassi contro la polizia, fa sempre finta di non vedere e di non capire di chi sia la colpa, scegliendo immancabilmente di stare dalla parte sbagliata. Il clima creato da quando Giorgia Meloni ha vinto le elezioni punta a una lotta continua contro un governo che è stato democraticamente eletto. E a farne le spese sono le forze dell’ordine, costrette a contrastare una violenza che si fa ogni giorno più pericolosa.Ieri, contro gli agenti intervenuti a Torino per contenere un corteo che rischiava di esondare, è stato lanciato un ordigno che gli inquirenti definiscono artigianale ma che ha mandato 20 poliziotti al pronto soccorso. A Bologna, una settimana fa, altri tre erano rimasti feriti perché una banda di scalmanati voleva impedire la manifestazione di CasaPound in precedenza autorizzata. Dal 22 ottobre dello scorso anno, 309 uomini delle forze dell’ordine hanno dovuto farsi medicare e, insieme a loro, sono finiti in ospedale anche 122 civili. Un bilancio che si ferma ad agosto e che, dunque, è suscettibile di essere ritoccato al rialzo visto ciò è accaduto negli ultimi mesi, in particolare con le manifestazioni pro Palestina, rinverdite ora con i cortei No Meloni. Si può, a questo punto, continuare a far finta di niente e pensare che tutto ciò faccia parte della normale dialettica fra maggioranza e opposizione e che l’unica colpa sia di chi ha il compito di gestire le proteste di piazza, garantendo il diritto di contestare? È ovvio che c’è qualche cosa di più di semplici cortei. Ed è evidente che quanto sta accadendo sia frutto di calcolo politico di quanti, sconfitti alle elezioni, pensano di ottenere una rivincita nelle strade.Basti pensare al leader del più importante sindacato che chiama tutti alla rivolta sociale contro le politiche del governo, usando una frase che legittima la rabbia e anche l’odio. Ed è inutile che poi, a seguito delle reazioni, Landini corregga il tiro dicendo che la rivolta sociale da lui caldeggiata non fa uso della violenza. Le parole hanno un senso e basta sfogliare un dizionario per leggere che «la rivolta va contro l’ordine e il potere costituito ed è più di una sommossa anche se indica azione più improvvisa e meno estesa e organizzata di una rivoluzione» (Treccani, cfr). Certo, l’ex segretario dei metalmeccanici rossi può sempre dire di non essere stato compreso, di non aver mai alzato una mano. Tuttavia, chi scende in piazza per usare le mani potrà sempre sentirsi legittimato dall’invito alla rivolta.Lo stesso si può dire del sindaco di Bologna che, per non perdere l’appoggio degli antagonisti che sorreggono la giunta (il suo numero due, Emily Marion Clancy, viene da quel mondo e sabato era con i contestatori), di fatto giustifica l’aggressione di un corteo autorizzato da parte di un migliaio di ultras di sinistra. Si possono non condividere le tesi di CasaPound, ma fino a che il movimento non sarà messo fuorilegge e i suoi esponenti non minacciano o commettono reati, essi hanno diritto di manifestare proprio come ce l’hanno i compagni della vicesindaca, se non proibiscono ad altri di esprimersi. Schierarsi contro le camicie nere invece che contro i fascisti rossi che hanno tentato di impedire il corteo, significa avallare l’uso della forza per un presunto bene superiore, ma come si sa - e come abbiamo visto in passato - se il fine giustifica i mezzi, tutto è consentito, anche l’uso delle armi.Quanto a Christian Raimo c’è poco da dire: si definisce scrittore ma le sue uniche opere note restano le provocazioni. Di lui si è parlato solo perché ha invitato a colpire il ministro dell’Istruzione (il cui fantoccio, ieri, è stato dato alle fiamme). Una lezione degna di chi pensa che gli avversari siano nemici da abbattere. Il pensiero che costui insegni filosofia in un istituto di Roma fa venire i brividi lungo la schiena. Purtroppo, nella scuola come in politica e nel sindacato i cattivi maestri sono numerosi, anche se a sinistra fanno finta di non vedere i compagni che sbagliano.
Edoardo Raspelli (Getty Images)
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
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