2024-10-22
La sinistra delle emergenze finte nega la più grave: l’immigrazione
Sbarco di immigrati sulle coste della Sicilia (Getty)
Da anni, i progressisti agitano i più svariati allarmi: ambiente, Covid, fascismo, omofobia. Il dramma tangibile degli sbarchi, che causa disagi quotidiani, è invece dipinto come frottola della destra per ingannare i cittadini.Negli ultimi anni abbiamo imparato a conoscere fin troppo bene il paradigma con cui il potere ama manifestarsi: l’emergenza, possibilmente continua e incontrastabile. Sappiamo bene anche come questa emergenza venga imposta - con un misto di coercizione e persuasione - e abbiamo capito quale sorte tocchi a chi la contesta: subito viene bollato di negazionismo. Ovvio: se l’emergenza è verità incontestabile, chi non la riconosce deve per forza essere un pazzo sabotatore, un malvagio e un traditore. A ben vedere, però, questo paradigma può essere ribaltato o smontato a seconda della convenienza. Il fatto è che, per il potere (o i poteri) oggi dominanti, tutte le emergenze sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre. E lo stesso si può dire riguardo ai negazionisti. Qualche piccolo esempio, giusto per capirsi. Prendiamo l’immigrazione. Che sia un fenomeno totalmente fuori controllo lo sappiamo. L’unico motivo per dubitare del fatto che sia una emergenza riguarda la sua persistenza: il problema dura ormai da tanti anni che di fatto è divenuto strutturale. In ogni caso, nella semplificazione del linguaggio politico, si può serenamente parlare di una situazione emergenziale. Per qualcuno, però, non è affatto così. Anzi: l’immigrazione sarebbe una falsa emergenza, una questione montata ad arte. Lo ha scritto ieri, sulla Stampa, Alessandro De Angelis: «Quando Salvini arriva al Viminale, l’emergenza sbarchi non c’è», attacca l’editorialista. «L’aveva risolta, quando c’era davvero, Marco Minniti, mettendo su un modello strutturale di governo del fenomeno in Africa. Però il populismo, per fatturare facili consensi, si nutre del racconto della paura, in cui conta la rappresentazione emotiva più che il merito (“l’invasione”, il “fallimento di quelli di prima”, il “facciamo la storia”). Ecco che Salvini lo smantella. E sostituisce all’approccio strutturale la logica emergenziale, pur non essendo giustificata dai numeri: porti chiusi, battaglia navale, maniere forti anche se inefficaci. Alla fine i migranti sbarcavano comunque, ma vuoi mettere la grancassa della pacchia finita. Stessa logica l’Albania. L’emergenza non c’è, perché gli sbarchi sono diminuiti di oltre il 60 per cento, grazie al controverso accordo con la Tunisia. [...] Riecco la logica tutta emergenziale del paese terzo per preservare il racconto». Lasciamo perdere la ricostruzione completamente falsa (con Salvini gli sbarchi si sono ridotti eccome, per dirne una), e concentriamoci sull’analisi. Secondo De Angelis, l’immigrazione non è una emergenza, e non merita di essere trattata con toni accorati. Che causi disagi praticamente quotidiani non importa, e che in tutta Europa anche le sinistre si muovano per contrastarla non rileva. Poiché la sinistra non gradisce, bisogna declassarla nell’agenda politica. Potremmo semplicemente constatare che De Angelis ha una opinione diversa dalla nostra e fregarcene serenamente. Se non fosse che la Stampa, il resto dei giornali progressisti e la sinistra tutta hanno alimentato negli ultimi anni esattamente quel racconto della paura che De Angelis attribuisce ai populisti, e lo hanno sfruttato per imporre a livello internazionale le loro priorità, dal green alla medicalizzazione forzata. Il Covid, l’espansione russa, il riscaldamento globale, il ritorno del fascismo, la violenza sulle donne, l’odio contro la popolazione Lgbt: tutto è emergenza. Ma l’immigrazione no, anche se tocca milioni di comuni cittadini. Ma facciamo pure un altro esempio, che riguarda nello specifico la questione ambientale. Non passa giorno senza che ci venga ribadita la drammatica urgenza della lotta al cambiamento climatico tramite riduzione delle emissioni e modifica delle abitazioni. Eppure, all’improvviso, la fretta di intervenire viene meno quando ai disastri ambientali bisognerebbe rispondere in modo leggermente diverso. È il caso delle alluvioni che funestano l’Emilia Romagna e altre regioni. È da parecchio mesi che geologi ed esperti di ogni genere vanno ripetendo che servirebbe rivedere l’intero sistema fluviale, che sarebbero necessari interventi di manutenzione veloci e ad ampio raggio. A sostenere la necessità di cambiare radicalmente approccio non sono soltanto coloro che criticano l’attuale amministrazione, ma tra i denti lo ammettono pure i grandi fan del climate change e le voci più istituzionali. Eppure, guarda un po', sembra che di tutto questo non importi a nessuno. Sono anni che la Regione Emilia Romagna dovrebbe realizzare le famose vasche di laminazione per permettere ai fiumi di sfogarsi un poco. Ma i lavori non si vedono. E non si vedono nemmeno opere di portata minore, tanto che persino i fondi già disponibili sono stati utilizzati in piccola percentuale. In alcuni casi questi fondi sono stati addirittura destinati ad altro tipo di interventi. Viene da pensare, allora, che per qualcuno le alluvioni siano una falsa emergenza, eventi che non richiedono chissà quale impegno. In quel caso, di vigilanza e pianificazione si parla davvero poco. In compenso se ne parla moltissimo riguardo al Covid e ad altre presunte pandemie in arrivo, malattie X e simili. L’emergenza, a quanto pare, è tale soltanto se qualcuno può trarne profitto.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.