2022-08-02
Sinistra antirazzista? Non con gli italiani
La speculazione attorno al delitto di Civitanova non si ferma: fa comodo per la campagna elettorale la narrazione di un paese che perseguita i neri. Piccolo dettaglio: la predica arriva dagli stessi che mettono alla berlina chi (lecitamente) non si vaccina.Ancora parlano. Loro, i segregazionisti, hanno persino il fegato di nominare il razzismo sistemico, di puntare il dito contro la destra, di stuzzicare i sovranisti e i populisti. Hanno, per l’ennesima volta, la faccia tosta di montare il palchetto, salirci sopra e snocciolare il predicozzo. E non è nemmeno la solita, ipocrita e lamentosa esibizione di superiorità morale a infastidire. No: fosse per quella basterebbe una pernacchia, visto che siamo ai livelli di Bombolo. Ciò che davvero fa salire il sangue alla testa è il fatto che si comportino come fossimo nel 2018 o nel 2019. Agiscono come se gli ultimi due anni non fossero mai trascorsi, come se gli italiani non avessero assistito al disgustoso spettacolo che i maestrini progressisti hanno offerto mese dopo mese. Su Repubblica, Ezio Mauro tira in ballo il «sangue d’Europa», accusa la destra di aver giocato con lo stereotipo dell’indigeno bianco, aizzandolo contro i poveri migranti in arrivo dall’Africa. Il raffinato intellettuale s’aggira come uno sciacallo tra gli anfratti oscuri del delitto di Civitanova Marche, e a sentire lui sembra che l’omicidio commesso da un italiano violento e bipolare (è un fatto, non una scusa) sia colpa delle destre che hanno «imbandito il mercato permanente della paura». Potremmo passare giorni a ricordare tutte le scuse patetiche e le giustificazioni immonde che il suo giornale ha imbastito ogni volta che a commettere un delitto era un immigrato o un estremista islamico. Ma il giochino non ci interessa: non abbiamo nulla da giustificare, nulla da nascondere, nulla di cui vergognarci, dunque non abbiamo problemi a definire ripugnante e orrendo l’omicidio dell’ambulante nigeriano. Nulla può giustificare una aggressione bestiale come quella che si è consumata a Civitanova. Di più: evitiamo pure di tirare in ballo la sinistra e la sua politica scriteriata delle frontiere aperte, sorvoliamo sui mostruosi delitti commessi da criminali e spacciatori stranieri. Di fronte a un fatto di sangue come questo, speculare non si può. Tocca avere rispetto, e dignità, ed evitare di usare la morte violenta come argomento di campagna elettorale. C’è però chi, come gli illustri moralizzatori sinistri, la dignità l’ha dimenticata al bagno. In queste ore i predicatori da baraccone si mettono in fila, berciano e ammoniscono, puntano il dito. Corrado Formigli, ad esempio, chiama in causa Giorgia Meloni, nemmeno il povero nigeriano l’avesse ammazzato lei. La accusa di aver creato un racconto in cui gli italiani «sono sempre vittime», e non s’accorge nemmeno di quanto sia ridicolo l’argomento. Su Corrado, e il tuo racconto com’è? Come è sempre stato? Ci permettiamo da spettatori di sunteggiarlo: gli italiani razzisti e ignoranti che votano a destra odiano tutti i diversi e vogliono riportarci al fascismo. E va bene, per carità, ciascuno si diverte come vuole. Però, almeno, si mostri un pizzico di pudore. Si attacchi la destra e il populismo, se proprio non si hanno altri argomenti, tanto poi gli italiani sanno valutare da soli la coerenza dei discorsi. Ma si evitino le tirate sul razzismo sistemico. Perché se qui c’è qualcuno che ha fatto del razzismo e della discriminazione una ragione sociale, beh, quel qualcuno sta a sinistra. Tanto per cominciare, abbiamo uno dei fronti progressisti più intolleranti di sempre. Gente che guarda chiunque dall’alto in basso, che ignora per principio la realtà, che compila liste di proscrizione, che passa il tempo a proporre mordacchie e censure. Il disprezzo dell’avversario - e dunque del diverso - è la regola fra i sedicenti democratici. Poi ci sarebbe la faccenda del Covid, che ci porta dritti al razzismo istituzionale, alla discriminazione più feroce e ottusa che la Repubblica italiana ricordi. I nostri cari amici che adesso frignano per la presunta intolleranza destrorsa sono gli stessi che per mesi e mesi hanno calpestato i diritti delle persone rinchiudendole in casa, privandole del lavoro, impedendo loro di salire sull’autobus e di praticare sport. Hanno creato un sistema paragonabile a quello in vigore nel Sud segregazionista degli Stati Uniti. In Italia un immigrato clandestino poteva accedere alle cure, un non vaccinato veniva lasciato fuori dall’ospedale. Un clandestino poteva prendere il treno, un non vaccinato no. Un clandestino poteva sedersi al ristorante, un non vaccinato no. E nessuno degli antirazzisti di professione ha fiatato. Anzi, approvavano. Riempivano i loro giornali e i loro talk show di propaganda del Reich sanitario, inveivano contro i traditori e i nemici interni, approvavano ogni violenza, ogni oppressione, ogni forma di bullismo governativo. Già: prendere le parti del migrante è molto facile per chi non è costretto a esperire quotidianamente la sua diversità, per chi non abita in un quartiere dominato da gang, per chi non si trova gli spacciatori sotto casa o la moschea abusiva all’angolo. Per chi il migrante lo vive come una figurina da incollare nell’album dei buoni sentimenti, fare il samaritano accogliente è quasi un piacere. Ma non appena i dolci fautori del multiculturalismo devono fare i conti con una diversità vera e radicale - quella di chi pensa e agisce in modo differente da loro - ecco che tirano fuori le zanne e sfoderano il grugno rabbioso. Insultano, sviliscono, e se ne hanno occasione danneggiano. Ora fanno finta di niente, certo. Si comportano come se non avessero trattato da subumani migliaia e migliaia di onesti cittadini. Vogliono che la destra si esprima sul delitto di Civitanova? Molto bene, ne hanno tutto il diritto. Noi invece vorremmo che loro si esprimessero sul razzismo sanitario che hanno imposto e in parte continuano a imporre. Qualcuno forse ha intenzione di chiedere scusa alle madri e ai padri privati dello stipendio? Ai ragazzini cacciati dai campi di gioco? Ai «pericolosi» no vax esclusi dai locali pubblici? Ma certo che no: il diverso piace solo se non disturba. Dice Ezio Mauro che in Italia «siamo giunti alle soglie di un teoria forse inconsapevole ma esplicita del razzismo». Ha quasi ragione: con il Covid quella teoria è stata abbracciata in toto, dal suo giornale e dai suoi referenti politici e televisivi. Adesso costoro vogliono allestire un dibattito sul razzismo? Bene: ingurgitino due involtini primavera e dibattano col proprio stomaco, perché cuore e cervello in questi anni hanno dimostrato di non averli.