2018-05-29
Amministrative, per il Pd si preannuncia una nuova batosta
Il 10 giugno andranno a votare 6,7 milioni di elettori in 797 Comuni (20 i capoluoghi di provincia). Numerose le roccaforti rosse a rischio ribaltone, con Lega e M5s che puntano a fare il pieno.Tutti i partiti di centrodestra uniti per strappare Brescia alla sinistra con la prima sindaco donna.Lo speciale contiene due articoliPer la politica, tutta, sarà più di un semplice test locale. Le Amministrative in programma domenica 10 giugno (eventuali ballottaggi il 24), infatti, rappresenteranno un'occasione per misurare gli umori degli elettori dopo mesi di estenuanti trattative infruttuose, che non hanno portato alla formazione di un governo espressione del risultato elettorale emerso lo scorso 4 marzo. Si voterà in 797 Comuni (6,7 milioni gli elettori convocati ai seggi), dei quali 203 nelle regioni a statuto speciale ed è facilmente ipotizzabile una nuova sconfitta per i partiti tradizionali e filo Ue che hanno espresso sostegno alla linea imposta dal presidente Sergio Mattarella. Movimento 5 stelle e, soprattutto, Lega sperano dunque in un nuovo exploit che farebbe da traino per il probabile ritorno alle urne dopo l'estate. Il centrosinistra, al contrario, rischia grosso visto che governa, in diversi casi con risultati non esaltanti, gran parte dei Comuni che tornano al voto. Si prefigura, dunque, una nuova batosta per i dem, già usciti con le ossa rotte dalle Regionali in Molise e Valle d'Aosta.Tra i centri chiamati alle urne ci sono 20 capoluoghi di provincia (Ancona, Avellino, Barletta, Brescia, Brindisi, Catania, Imperia, Massa, Messina, Pisa, Ragusa, Siena, Siracusa, Sondrio, Teramo, Terni, Trapani, Treviso, Vicenza e Viterbo), 7 dei quali (Ancona, Brescia, Catania, Messina, Siracusa, Terni e Vicenza) hanno più di 100.000 abitanti e uno è anche capoluogo di regione (Ancona). Le attenzioni maggiori sono puntate su Siena e Vicenza, città nelle quali il M5s non schiera candidati e simbolo. La mossa potrebbe avvantaggiare il centrodestra considerato che l'elettorato pentastellato potrebbe essere attratto dalla proposta politica del centrodestra. Nella città del Palio la coalizione a guida Lega-Fi-Fdi punta su Luigi De Mossi. Di fronte si troverà il sindaco uscente del centrosinistra Bruno Valentini. A Vicenza la coalizione a guida dem non potrà ricandidare il primo cittadino Achille Variati per il limite di mandati raggiunti. Al suo posto si candida Otello Dalla Rosa che dovrà battere il candidato del centrodestra unito, Francesco Rucco. È probabile che su quest'ultimo si concentri il voto grillino. Anche un'altra roccaforte rossa rischia di cadere in questa tornata elettorale. A Pisa il centrosinistra che governa da 47 anni potrebbe cedere il passo a un esponente del centrodestra. In terra toscana la Lega di Salvini sogna il colpaccio e punta forte su Michele Conti, ex aennino, oggi candidato a sindaco, espressione di una lista civica ma sostenuto da tutta la coalizione. Per evitare una débâcle, l'ennesima, il Pd si è affidato a un ex assessore, Andrea Serfogli, che tuttavia non ha l'appoggio di tutto il centrosinistra. I bersaniani di Mdp non lo sostengono e hanno deciso di non presentare una lista nel capoluogo pisano.La Lega spera di confermare il trend positivo anche a Treviso, città veneta che ha regalato al centrodestra percentuali quasi bulgare alle ultime Politiche. In questa città il Carroccio candida Mario Conte, sostenuto anche dagli altri partner della coalizione. Conte dovrà vedersela Giovanni Manildo, sindaco eletto con il centrosinistra nel 2013, dopo la lunga parentesi Gentilini. Il M5s, con Domenico Losappio, spera almeno di replicare il risultato del 4 marzo quando riuscì ad arrivare davanti al Pd e ai suoi alleati. Centrodestra favorito anche a Brescia con Paola Vilardi, che sfiderà l'uscente Emilio Del Bono. Più marginale il ruolo dei grillini, in campo con Guido Ghidini. E anche a Terni il centrosinistra, che schiera Paolo Angeletti dopo il flop dell'uscente Leopoldo Di Girolamo, potrebbe soccombere di fronte al centrodestra guidato da Leonardo Latini. Il M5s sarà capitanato da Thomas De Luca. Ad Ancona, in terra marchigiana, in un territorio dove i pentastellati hanno raggiunto recentemente risultati importanti, si ricandida la sindaca uscente sostenuta dal centrosinistra, Valeria Mancinelli, che sarà sfidata da Stefano Tombolini, rappresentante di una lista civica che ha ricevuto il sostegno di tutto il centrodestra, e da Daniela Diomedi, del Movimento 5 stelle. La sfida si annuncia incerta e, in un eventuale ballottaggio, potrebbe rivelarsi decisivo un patto di desistenza tra Lega e M5s. Altre soddisfazioni per Di Maio e Casaleggio potrebbero arrivare dalla Sicilia. A Catania, alle Politiche, il Movimento ha raggiunto il 47 per cento dei consensi. In queste elezioni sostiene Giovanni Grasso, che tenterà di sfilare la poltrona di sindaco al pluriconfermato Enzo Bianco del Pd. Il centrodestra punta, invece, su Salvo Pogliese. A Siracusa il compito dei grillini è ancora più agevolato dall'estrema frammentazione degli altri schieramenti (il centrodestra mette in campo 2 candidati a sindaco e altrettanto fa il centrosinistra). La candidata del Movimento è Silvia Russoniello. A Messina l'uscente Renato Accorinti, esponente della sinistra movimentista, sfiderà 6 concorrenti, tra cui il candidato del M5s Gaetano Sciacca. Il centrosinistra sarà guidato da Antonio Saitta mentre il centrodestra sosterrà Dino Bramanti. Antonio Ricchio<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/sindaci-lega-e-m5s-puntano-a-fare-il-pieno-2573021976.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-centrodestra-alla-riconquista-della-leonessa" data-post-id="2573021976" data-published-at="1757946253" data-use-pagination="False"> Il centrodestra alla riconquista della Leonessa È una poltrona che si contenderanno in otto. Perché altrettante sono le candidature depositate per diventare, per un quinquennio, il nuovo inquilino di Palazzo Loggia. Ma se il 10 giugno i cittadini di Brescia dovranno scegliere tra otto aspiranti sindaci, nella disfida per insediarsi alla guida del governo della Leonessa d'Italia, tre sono i big in campo, Ovvero il primo cittadino uscente, Emilio Del Bono, a capo di una maggioranza di centrosinistra, Paola Vilardi, la candidata del centrodestra - che a Brescia marcia compatto nella tornata amministrativa a differenza di quanto sta avvenendo a livello nazionale - e Guido Ghidini, artigiano presidente del Consiglio di quartiere di Urago Mella, schierato dal Movimento 5 stelle. A comporre il parterre di candidature, oltre ai tre big, cinque outsiders: Laura Castagna per Bs Italiana - Forza nuova - Azione sociale, Davide De Cesare per Casa Pound, Leonardo Peli per Pro Brixia - Il Bigio, Alberto Marino per Potere al popolo e Lamberto Lombardi per il Pci. I numeri della disfida elettorale bresciana parlano di diciotto liste a sostegno degli otto candidati e di 534 aspiranti ad un posto nel prossimo Consiglio comunale: nel 2013, quando l'allora sindaco uscente di centrodestra, Adriano Paroli, ora tornato in Parlamento da senatore non riuscì ad agguantare la riconferma e al ballottaggio dovette cedere l'ufficio della Loggia a Del Bono, si presentarono dieci candidati a sindaco, 25 liste e 680 aspiranti consiglieri. Nella partita a scacchi per governare la città nel prossimo mandato, lo scenario bresciano, sul fronte centrodestra, va in controtendenza rispetto a quel che sta avvenendo all'ombra dei palazzi romani. A Brescia la Vilardi, già assessore all'Urbanistica nella giunta Paroli e già presidente del Consiglio provinciale, può contare sull'appoggio compatto delle truppe di centrodestra. E sull'alleanza formata da Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia, Udc, Il popolo della famiglia e X Brescia Civica. Una differenza di scenario con il proscenio romano, resa plastica pure dall'approdo a Brescia, per ribadire il supporto alla Vilardi, di nomi di peso di Forza Italia, dal capogruppo degli azzurri alla Camera, la bresciana Mariastella Gelmini, al governatore della Liguria, Giovanni Toti, e della leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. In casa centrosinistra, Del Bono è in lizza per il bis da sindaco con il supporto, oltre che del suo partito, il Pd, di Sinistra a Brescia (che riunisce Leu, Verdi, Al lavoro con Brescia e Area civica prodiana), Bs per passione, lista che fa capo all'attuale vicesindaco, Laura Castelletti, Civica Del Bono sindaco, Brescia 2030, Del Bono 2.0. Vilardi, che se eletta sarebbe la prima donna a insediarsi sulla poltrona più importante della Loggia, ribadisce le priorità del suo carnet elettorale, ovvero «restituire a Brescia il ruolo di centralità che ha perso e diventare realmente una città metropolitana. Cinque anni di amministrazione Del Bono ci hanno condotto a una Brescia addormentata, ripiegata su sé stessa. Più sicurezza, la famiglia al centro, sostegno ai giovani e agli anziani, una Brescia più attrattiva per il commercio sono parole d'ordine centrali del mio programma». Del Bono - che ha già chiarito, riferendosi al ticket in Loggia con il vicesindaco Castelletti, «tandem che vince non si cambia» - rimarca che «i risultati di questi cinque anni di buona amministrazione sono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo rimesso a posto i conti, avviato le bonifiche, investito sulla cultura, sulla sicurezza e sul trasporto pubblico, riqualificato strade e piazze. Oggi la città è più bella e forte». Per Loggia 2018, l'opzione ballottaggio resta tra quelle sul terreno. E in quel caso, tra primo e secondo turno si aprirebbe, per i due aspiranti primi cittadini a quel punto in lizza, la partita degli eventuali apparentamenti. Nel 2013, per Del Bono tra i fattori decisivi per la vittoria, fu l'appoggio, al ballottaggio, di Laura Castelletti, che al primo turno era invece tra i candidati sindaco in corsa. Paola Gregorio
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È stato pubblicato sul portale governativo InPA il quarto Maxi Avviso ASMEL, aperto da oggi fino al 30 settembre. L’iniziativa, promossa dall’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali (ASMEL), punta a creare e aggiornare le liste di 37 profili professionali, rivolti a laureati, diplomati e operai specializzati. Potranno candidarsi tutti gli interessati accedendo al sito www.asmelab.it.
I 4.678 Comuni soci ASMEL potranno attingere a queste graduatorie per le proprie assunzioni. La procedura, introdotta nel 2021 con il Decreto Reclutamento e subito adottata dagli enti ASMEL, ha già permesso l’assunzione di 1.000 figure professionali, con altre 500 selezioni attualmente in corso. I candidati affrontano una selezione nazionale online: chi supera le prove viene inserito negli Elenchi Idonei, da cui i Comuni possono attingere in qualsiasi momento attraverso procedure snelle, i cosiddetti interpelli.
Un aspetto centrale è la territorialità. Gli iscritti possono scegliere di lavorare nei Comuni del proprio territorio, coniugando esigenze professionali e familiari. Per gli enti locali questo significa personale radicato, motivato e capace di rafforzare il rapporto tra amministrazione e comunità.
Il segretario generale di ASMEL, Francesco Pinto, sottolinea i vantaggi della procedura: «L’esperienza maturata dimostra che questa modalità assicura ai Comuni soci un processo selettivo della durata di sole quattro settimane, grazie a una digitalizzazione sempre più spinta. Inoltre, consente ai funzionari comunali di lavorare vicino alle proprie comunità, garantendo continuità, fidelizzazione e servizi migliori. I dati confermano che chi viene assunto tramite ASMEL ha un tasso di dimissioni significativamente più basso rispetto ai concorsi tradizionali, a dimostrazione di una maggiore stabilità e soddisfazione».
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Roberto Occhiuto (Imagoeconomica)