2024-03-30
Si mette male per gli Agnelli-Elkann: ok al sequestro, l’inchiesta si allarga
Con il disco verde del Riesame, i magistrati di Torino possono utilizzare la documentazione acquisita nel febbraio scorso per indagare pure sugli assetti della Dicembre, la cassaforte dei gioielli di famiglia.Il Tribunale del riesame di Torino ha respinto il ricorso dei legali dei fratelli Elkann e del commercialista Gianluca Ferrero sui sequestri effettuati dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta sull’eredità Agnelli. La decisione, depositata ieri mattina, consente ai pm torinesi di utilizzare per la propria indagine tutto il materiale sequestrato lo scorso 8 febbraio. Compreso una gran mole di documenti relativi alla Dicembre, la società della famiglia che a cascata controlla Exor e le sue partecipazioni, da Ferrari a Stellantis fino a Cnh, Iveco e Juventus. Inoltre, potranno essere utilizzati per acquisire elementi di prova i telefoni, computer, tablet e schede di memoria acquisite nella perquisizione.La decisione de Riesame lascia dunque aperto quello che è il filone più delicato dell’indagine, relativo al riassetto della Dicembre seguito alla morte di Gianni Agnelli nel 2003. La Dicembre è una società semplice (s.s.), con obblighi molto limitati di pubblicità dei propri atti societari. Tra le altre cose, non è tenuta a redigere e depositare un bilancio o un rendiconto finanziario. Fondata negli anni ‘80, aveva inizialmente tra i soci oltre a Gianni e Marella anche Umberto Agnelli, fratello di Gianni, e Cesare Romiti, allora top manager del gruppo Fiat. Negli anno ‘90, dopo l’uscita di Umberto e di Romiti, erano entrati John Elkann, Franco Grande Stevens - avvocato ed esecutore testamentario di Gianni Agnelli - e la figlia Cristina. Tra il 2003 e il 2021, attraverso una serie di passaggi, la quote della finanziaria sono finite ai tre fratelli Elkann. Di questi passaggi però si è avuta certezza solo nel giugno del 2021, quando con un unico atto è stato deciso il deposito di tutta la documentazione della società relativa ai passaggi di quote sociali. Una serie di passaggi contestati anche in sede civile da Margherita Agnelli, figlia di Gianni e Marella, autrice dell’esposto che ha fatto partire l’inchiesta della Procura. La questione della Dicembre è centrale non solo per le vicende ereditarie, ma anche per il controllo del gruppo. La Dicembre è infatti il primo socio con il 40% della Giovanni Agnelli & C., che ha altri soci, con quote molto inferiori, gli esponenti dei vari rami della famiglia Agnelli - gli eredi di Umberto, i Nasi, i Camerana -. Alla Giovanni Agnelli & C. fa capo a sua volta il 52% di Exor, la holding guidata da John Elkann che controlla tutto il gruppo.Se l’inchiesta penale arrivasse a determinare degli illeciti, si potrebbe riaprire la questione del riassetto della Dicembre anche in sede civile, con ovvie ricadute sull’intero gruppo. Una ipotesi esclusa categoricamente dai legali Elkann, che hanno peraltro ricordato a più riprese come tutti i vari procedimenti avviati da Margherita tra Svizzera e Italia negli ultimi venti anni si siano conclusi con un nulla di fatto.I sequestri decisi dalla Procura erano già passati al giudizio del Riesame una prima volta, con il giudice che aveva concluso come una parte consistente non fosse giustificata sulla base del reato contestato inizialmente, la dichiarazione fiscale fraudolenta relativa al 2018 e 2019 per i redditi di Marella Agnelli, scomparsa nel febbraio di quell’anno. Dopo questo primo pronunciamento, i pm avevano emesso un nuovo decreto che ampliava le ipotesi di reato alla truffa ai danni dello Stato e aggiungeva tra gli indagati, oltre a John Elkann, anche i fratelli Lapo e Ginevra. Aggiungendo anche il mancato versamento della tassa di successione relativamente a 750 milioni di euro conservati in conti all’estero che, secondo i pm, sarebbero stati parte dell’eredità della nonna Marella.A rafforzare le ipotesi investigative, anche la documentazione acquisita con i sequestri, dalla quale emergerebbero tra l’altro le prove - secondo i pm - della residenza fittizia di Marella in Svizzera, mentre la donna avrebbe trascorso la maggior parte del tempo, almeno a partire dal 2016, in Italia.Contro questo nuovo decreto, i legali delle difese avevano presentato un nuovo ricorso, sostenendo tra l’altro che il codice non prevede espressamente il mancato versamento della tassa di successione come reato, ma lo punisca con una semplice sanzione amministrativa.In attesa di conoscere le motivazioni, che saranno depositate nei prossimi giorni, il giudice ha ritenuto evidentemente non sussistenti le ragioni della difesa su questo punto.«Siamo naturalmente delusi dalla decisione del tribunale e rimaniamo convinti della solidità degli argomenti giuridici che abbiamo sostenuto. Attendiamo comunque il deposito delle motivazioni per decidere se presentare ricorso per Cassazione», hanno dichiarato Paolo Siniscalchi, Federico Cecconi e Carlo Re, gli avvocati che difendono John, Lapo e Ginevra Elkann.Il prossimo passaggio formale sarà l’incidente probatorio richiesto dalla difesa degli indagati per estrarre i dati ritenuti rilavanti dai dispositivi elettronici sequestrati nel corso delle perquisizioni. La data dell’incidente probatorio non è stata ancora fissata.
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