2024-09-05
Lo Shuttle «Discovery» e il suo primo volo
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Il primo volo dello Shuttle «Discovery» durò dal 30 agosto al 5 settembre 1984 (Getty Images)
Il 5 settembre 1984 concludeva la prima missione all'epilogo della Guerra Fredda, nell'era Reagan. Sopravvissuto dopo i disastri dei gemelli «Challenger» e «Columbia», svolse 39 voli fino al 2011. Storia e immagini.I voli degli Space Shuttle, oggetto del programma STS o Space Transportation System, si susseguirono per esattamente 30 anni dal 1981 al 2011, quando l’ultimo dei velivoli Nasa fu messo definitivamente a terra.Il percorso del programma Shuttle fu particolarmente accidentato per una serie di problemi sia politici che economici. La storia della «navetta spaziale» americana era cominciata alla fine delle precedenti missioni «Apollo», che dal 1969 avevano portato gli astronauti alla conquista della Luna. L’uomo toccò la superficie del satellite per l’ultima volta l’11 dicembre 1972, quando la situazione geopolitica nel quadro della guerra fredda cominciava a mutare. La corsa allo spazio, quella «space race» che aveva caratterizzato gli anni Sessanta come parte del confronto tra le due grandi potenze rivali volgeva al termine, mentre da un punto di vista economico le conseguenze della guerra del Vietnam avevano inciso significativamente sul bilancio di Washington, erodendo risorse al programma spaziale. La presidenza del democratico Jimmy Carter dal 1976 al 1980 si era inoltre rivelata disinteressata se non velatamente ostile al proseguimento del programma STS, che aveva visto la luce già alla fine del 1971. La svolta avvenne soltanto dopo l’elezione del repubblicano Ronald Reagan all’alba del nuovo decennio, sotto la cui presidenza si verificò l’ultima fase di grande tensione tra Stati Uniti e Urss, durata fino all’avvento della Perestrojka di Gorbaciov. Fu nella prima metà degli anni Ottanta che il programma Shuttle decollò definitivamente dopo quasi un decennio di attesa, nel quadro internazionale di una guerra fredda dove la tecnologia occupava ormai un posto di assoluta preminenza. La guerra elettronica, lo «scudo spaziale» dell’era Reagan e le attività di spionaggio si erano trasferite nello spazio, e il programma Shuttle diventò estremamente funzionale agli obiettivi di Washington.Quando nacque nel 1971, l’obiettivo del programma STS era quello di progettare veicoli spaziali riutilizzabili a differenza di quelli usati nelle missioni Apollo, che venivano perduti per sempre dopo ogni volo. Le missioni degli Shuttle riguardavano voli orbitali attorno alla terra, durante i quali l’equipaggio si occupava di svolgere esperimenti scientifici e di posizionare in orbita satelliti. Durante le 139 missioni svolte in un trentennio, il programma STS contribuì in modo essenziale alla costruzione della stazione spaziale ISS (International Space Station). Il progetto dello Shuttle, sviluppato in collaborazione con l’Aeronautica, nasceva concettualmente negli anni Cinquanta con i prototipi dei velivoli a «corpo portante», ossia privi di superficie alare ma in grado di effettuare rientri da voli stratosferici e di essere quindi riutilizzati. I velivoli avevano propulsori propri e decollavano verticalmente da una rampa di lancio, con l’ausilio di un grande razzo che si sganciava dopo aver raggiunto un’altezza e una velocità stabilite. Per proteggersi dall’attrito del rientro nell’orbita terrestre gli Shuttle erano ricoperti da uno strato isolante di mattonelle ceramiche, dato che le temperature sulla superficie del velivolo superavano i 1.600°C. Dopo una lunghissima serie di esperimenti condotti da prototipi e dal primo Shuttle vero e proprio (l’«Enterprise» privo di propulsori, che veniva portato in volo sul dorso di un Boeing 747), la prima missione fu portata a termine il 12 aprile 1981 dal «Columbia», la cui costruzione era iniziata nel lontano luglio del 1972.Il «Discovery» fu il terzo dei velivoli STS costruito dopo il «Columbia» e il «Challenger». Il suo volo inaugurale, in codice STS-41-D, durò dal lancio avvenuto il 30 agosto 1984 al rientro del 5 settembre. Lo scopo della missione era quello di mettere in orbita tre satelliti e di sperimentare il funzionamento di un sistema di pannelli solari che avrebbero in seguito alimentato la Stazione Spaziale Internazionale. Nella stiva del «Discovery» trovarono posto tre satelliti: due erano destinati alle telecomunicazioni mentre il terzo fu concesso alla Marina degli Stati Uniti per usi militari. Il Syncom IV-II «Leasat 2» dove Leasat sta per Leased Satellite (satellite noleggiato), era stato costruito dalla Hughes ed era parte di una serie di 5 satelliti specificamente progettati per il lancio dallo Shuttle.L’equipaggio del «Discovery» era composto dal veterano astronauta dello Shuttle Henry Hartsfield comandante dell'equipaggio, composto da sei membri. Hartsfield era stato il pilota della missione STS-4, l'ultima delle missioni di test dello Shuttle. Era coadiuvato dal pilota Michael Coats e da tre specialisti di missione: Judith Resnik (che perirà tragicamente nel disastro dello Shuttle «Challenger» il 28 gennaio 1986), Steven Hawley e Richard Mullane. L'ingegnere della McDonnell Douglas Charles Walker era lo specialista del carico, responsabile del funzionamento degli esperimenti a bordo. Il lancio avvenne senza inconvenienti dalla rampa 39A del Kennedy Space Center in Florida alle 08:41 (12:41 UTC) del 30 agosto 1984 e il «Discovery» con a bordo i tre satelliti entrò in un’orbita circolare attorno alla Terra alla distanza di 296 chilometri, compiendo una rivoluzione intera in 1 ora e 30 minuti circa. La missione STS-41-D durò complessivamente sei giorni, durante i quali l’equipaggio si occupò della messa in orbita dei satelliti, dei quali il più importante dal punto di vista strategico fu lanciato il secondo giorno della missione, durante la diciottesima rivoluzione dello Shuttle attorno alla Terra. Il Leasat 2 rimarrà in funzione fino agli anni ’90 e fu protagonista durante la prima Guerra del Golfo, garantendo oltre alle comunicazioni militari durante le operazioni, anche quelle personali tra il presidente Usa George H.W. Bush e l’allora Segretario di Stato James Baker. L’ultima fase del viaggio fu dedicata ai test sul sistema OAST-1, i pannelli solari che per la prima volta venivano attivati nello spazio. Il rientro iniziò durante il settimo giorno di missione, dopo che il «Discovery» aveva compiuto 96 rivoluzioni in orbita. Il rientro si svolse perfettamente e lo Shuttle, alleggerito del peso del suo carico, passò la fase critica dell’attrito con l’atmosfera terrestre, atterrando sul greto asciutto del lago di Rogers nei pressi della Edwards Air Force Base in California. Erano le 06:37 del mattino del 5 settembre 1984.Lo Shuttle «Discovery» fu uno tra i più longevi e dopo i disastri del «Challenger» e del «Columbia» rimase a lungo il più anziano in servizio. Si specializzò nel lancio di satelliti, totalizzando la messa in orbita di ben 31 apparecchi. Trascorse un anno intero nello spazio (esattamente 365 giorni, 12 ore, 53 minuti e 34 secondi). Fu messo a riposo al termine dell’ultima missione, dopo un totale di 39 voli, il 9 luglio 2011. Oggi è conservato allo «Steven F. Udvar-Hazy Center», presso l’aeroporto «John F.Dulles» di Washington D.C.
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)