2025-04-10
Sgarbo all’Italia, scintille in Stm. Pronta la sfiducia all’ad transalpino
Marcello Sala (Imagoeconomica)
Dopo lo stop a Marcello Sala, vacilla Jean-Marc Chery. «Il Mef vuole avviare un’azione di responsabilità».È bagarre all’interno del consiglio di sorveglianza di StMicroelectronics, la società di chip guidata dall’ad Jean-Marc Chery. Ciò che è successo è che, dei due candidati a entrare nel cds di Stm in sostituzione dell’ex presidente Maurizio Tamagnini (che si è già dimesso) e di Donatella Sciuto, che ancora siede nel supervisory board, uno è stato bocciato. Tutto regolare per Simonetta Acri, il cui curriculum è passato senza problemi al vaglio degli altri membri del consiglio. Al contrario, quello di Marcello Sala, direttore generale del dipartimento economia del Mef a cui fanno capo la gestione delle imprese partecipate dallo Stato e le privatizzazioni, è stato respinto, nonostante abbia tutti i requisiti richiesti per ricoprire l’incarico. Tanto da aver mostrato pubblicamente disappunto per la strategia dell’ad di Stm. Ora, l’esecutivo italiano sarebbe pronto a ritirare il suo sostegno all’amministratore delegato di StMicroelectronics e a valutare la possibilità di riproporre Sala per il ruolo all’interno del consiglio di sorveglianza. Il Mef, dal canto suo, ha definito il fatto «gravissimo e inaccettabile» e starebbe valutando anche la possibilità di avviare una azione di responsabilità verso il consiglio di sorveglianza. Resta, però, da capire in quale forma il governo intenda mettersi di traverso contro l’ad Chery, anche perché sembra che il partner francese, Bpi France, che detiene il 50% della Stm holding insieme al Mef, e che a sua volta possiede il 27,5% della multinazionale, non sia disposto a rinunciare a Chery, il cui mandato scadrà tra un anno. Nonostante i segnali inviati da Roma, va detto che a Parigi non è mai stata messa in discussione la leadership attuale. Il Mef ha anche proposto alcuni nomi alternativi di manager francesi, ma la situazione rischia di peggiorare se non si trova un accordo.Secondo alcune ricostruzioni, nei giorni scorsi, il consiglio di sorveglianza di StMicroelectornics aveva già informato il Mef in merito alle perplessità del cda legate a Sala. In particolare, al dirigente del Mef venivano contestate le sue critiche verso l’ad Chery e le richieste di una sua sostituzione, questo anche se anche i membri italiana del Cds avessero appoggiato la sua riconferma. Chery era stato criticato per i risultati in calo l’anno scorso e per un piano di contenimento dei costi dall’impatto non ancora chiaro sull’Italia. Inoltre, fa sapere Il Sole 24 Ore, il voto favorevole dei membri del Cds era «legato all’accordo preso con i soci francesi (e dimostrato da documenti) per avviare un percorso di sostituzione di Chery, soprattutto per gli scarsi risultati portati nella gestione, percorso che non è stato intrapreso».Il problema, insomma, è che Sala non è stato bocciato per mancanza di requisiti, ma solo perché non simpatico all’attuale amministratore delegato, motivo per cui il ministero di Giancarlo Giorgetti intende riproporre comunque la sua candidatura. Va aggiunto, poi, che il consiglio di sorveglianza di StMicroelectronics è composto da otto membri, con la componente italiana in posizione di minoranza. Questa situazione potrebbe rappresentare un problema durante le discussioni sui piani di riorganizzazione della presenza produttiva, che potrebbero sfavorire l’Italia a vantaggio della Francia. Ad ogni modo, la sostituzione di Tamagnini non avverrà durante l’assemblea generale prevista per il prossimo 28 maggio, poiché i termini per la presentazione delle candidature sono scaduti l’8 aprile. Sarà quindi necessario convocare una nuova assemblea per procedere con la sostituzione.
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
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