2023-05-22
Vittorio Sgarbi: «La vera rovina sono gli ambientalisti»
Vittorio Sgarbi (Imagoeconomica)
Il critico: «Danno la colpa dell’alluvione al cemento, al turismo, al cambiamento climatico: non sanno quel che dicono. Lavoro a un nuovo soggetto politico con al centro Forza Italia. Fabio Fazio martire? Macché, ha scelto i soldi».Vittorio Sgarbi, come giudica la contestazione al salone del libro di Torino contro il ministro Roccella? «È puro fascismo, perché la censura è un atto tipicamente fascista. E dunque intollerabile, fuori dalle regole. Aveva ragione Pasolini: nulla di peggio del fascismo degli antifascisti».Cosa le risulta inaccettabile? «Non si può impedire a una persona che ricopre una veste istituzionale di presentare un libro. Peraltro, siccome le posizioni di Roccella sono abbracciate in toto dalla Chiesa, sarebbe come impedire di parlare al cardinale Zuppi o a papa Francesco».Il direttore del Salone, Nicola Lagioia, è sotto accusa per aver legittimato il blitz ed essersi poi defilato. «Ha sbagliato, come sbagliò Ricardo Franco Levi a porre il veto su Carlo Rovelli alla Fiera di Francoforte, solo perché aveva criticato Crosetto».Cosa avrebbe dovuto fare Lagioia? «Doveva dichiarare che le contestazioni sono legittime, ma non è legittimo interdire la parola a un ministro, che per sua natura deve parlare. Dobbiamo censurarlo solo perché la platea del Salone è di sinistra?».Elly Schlein ha reagito dicendo che il governo è insofferente al dissenso. «È utile ricordare Sciascia: il più bell’esemplare di fascista di oggi è quello del sedicente antifascista unicamente dedito a dare del fascista a chi non lo è».Spostiamoci in Emilia Romagna. Che effetto le fanno le immagini del disastro? «Dopo questa tragedia, spero che gli ambientalisti la smettano di cianciare di pale eoliche e fotovoltaico, che per il nostro territorio rappresentano una rovina al pari di un’alluvione. Capiranno una buona volta i paladini del green che i problemi veri sono altri?».Ce l’ha con gli eco-manifestanti di Ultima Generazione? «Parlo sicuramente anche di loro. Mi aspetto si rendano conto che la priorità di questo Paese non è certo imbrattare i monumenti. Ci sono temi più importanti. Che vadano a spalare fango in Romagna».Lo scrittore Christian Raimo dice che dietro il disastro c’è il turismo incontrollato. Il geologo Mario Tozzi dice che stiamo divorando il territorio. C’è del vero? «Non sanno quello che dicono. Di quale cementificazione parlano? È crollata una montagna su tanti luoghi incontaminati. Cosa c’entra il turismo? Cosa c’entra lo sviluppo economico?».Il concerto di Bruce Springsteen a Ferrara andava annullato per rispetto? «I morti si rispettano anche con la musica, un valore universale. Altrimenti ci abbandoniamo al politicamente corretto, che forse piace all’opposizione ma per la logica e il buon senso è un’assurdità».Lei non si unisce alla tesi di maggioranza: colpa del riscaldamento globale, delle attività umane, dei motori diesel, eccetera eccetera? «Ma per favore. Il cambiamento climatico non c’entra assolutamente niente».Lei dice? «Paragono gli eventi dell’Emilia Romagna a un terremoto del sesto grado. Cosa puoi fare contro un terremoto? Una violenza della natura che non si aspettava quasi nessuno. Imprevedibile, e per molti versi inevitabile».Però negli ultimi 24 anni sono stati finanziati progetti per la messa in sicurezza per 561 milioni. Ne hanno spesi poco più della metà. Non nota inefficienze politiche? «C’è stata una sottovalutazione generale dei rischi e Bonaccini e Schlein in passato si sono riempiti la bocca di proclami».Però? «Non credo possano esserci opere umane in grado di evitare una simile tragedia. Sto leggendo la lista dei fiumi esondati e non mi pare ci fossero chissà quali allarmi nei mesi scorsi. Non partecipo alla caccia al colpevole».Allora mi parli della caccia di poltrone. Sottosegretario alla Cultura nel governo Meloni, prosindaco di Urbino, assessore alla Bellezza a Viterbo, e ora anche sindaco di Arpino, patria di Cicerone. Una collezione senza eguali, la sua. «Non solo: sono anche presidente del Museo di arte moderna e contemporanea a Rovereto, del Museo dell’Alto Garda, della Fondazione Canova, della Fondazione Ferrara Arte…».D’accordo, ci sarebbe tanto altro, ma non abbiamo abbastanza spazio in pagina. «Sì, ma faccio tutto gratis».Gratis? «Prendo solo lo stipendio da sottosegretario. Se tutti facessero come me, finalmente taglieremmo gli sprechi in questo Paese».Lei dice? «Si immagini: undici posti, per uno stipendio solo. Gli amministratori pubblici dovrebbero imitarmi: risparmieremmo tremila stipendi».Ma perché ha messo in fila tutti questi incarichi? «Perché me li merito. Porto a casa risultati. Basta leggere la realtà dei fatti».Se lo dice da solo? «A Ferrara c’è una mostra sul Rinascimento di grandissimo successo. Ho portato Giotto a Rovereto».Ma come farà a seguire tutto? «Ho ancora il fisico. E ottimi collaboratori. Un sindaco normale ha una funzione sedentaria: vede un ministro una volta ogni tre anni. Io dovunque vado imprimo sterzate: illumino luoghi altrimenti dimenticati, da Salemi a Sutri».E adesso? «Arpino è una città già di suo orgogliosa e laboriosa. Non devo inventare musei, hanno già il Certamen ciceroniano, luogo d’incontro di studenti di tutta Europa da più di 40 anni».Qual è il programma? «Farò eleggere Arpino prossima capitale europea della cultura, e fonderò una scuola di eloquenza per insegnare ai ragazzi come si parla in pubblico».Sgarbi come Cicerone? «Farò una specie di osservatorio sulle stupidaggini propalate da tanti parlamentari, sindaci e consiglieri vari. Io so parlare e convincere, e posso insegnarlo agli altri».Le manca solo la carica di capo dello Stato, e poi ha fatto l’en plein. «Se si procederà con l’elezione diretta del presidente, non vedo perché no».Scherza? «Con il presidenzialismo, i candidati dovranno per forza essere popolari. E io, ogni volta che mi candido a qualcosa, a partire dai piccoli comuni, vengo travolto dall’affetto della gente. Qualcosa vorrà dire».In un Paese come il nostro, ha senso il voto diretto del presidente? «La democrazia parlamentare è oligarchica: se resta tutto com’è, il prossimo inquilino del Quirinale sarà Casini, frutto di un compromesso parlamentare».Lo sa già in anticipo? «No, ma visto che il Parlamento è pieno di gente modesta e molti candidati buoni sono morti…».Quindi? «Piuttosto che far scegliere ancora una volta il capo dello Stato da una casta parlamentare, penso sia preferibile andare a prendersi i voti nel Paese, dando al cittadino la possibilità di scegliere».Ha sentito Berlusconi, adesso che è tornato a casa? «No, ma sono tra quelli che lo hanno ascoltato e approvato, quando diceva che occorreva un soggetto politico nuovo».Quale soggetto? «Bisogna lasciare Meloni e la Lega ai loro partiti e ai loro elettorati, e fondare un raggruppamento di figure di area centrista, intorno a quella che è stata Forza Italia».Immagino si candidi a guidare anche questo soggetto? «Certo. E se questo rassemblement otterrà alle Europee più voti della Lega, potrà dichiararsi seconda forza della maggioranza».Insomma si propone come l’erede di Berlusconi? «Difficile che lui possa candidarsi direttamente nei prossimi appuntamenti elettorali: sicuramente sarò protagonista in questa nuova federazione. Ne ho già parlato con i ragazzi di Forza Italia che hanno avvicendato la Ronzulli».Ebbene? «Forza Italia va resa più moderna. Il suo elettorato medio è sopra i sessant’anni, un voto soprattutto di riconoscenza nei confronti di Berlusconi. I giovani non sanno cosa sia quel partito».In questo suo progetto entreranno anche Renzi e Calenda? «Il più furbo è Renzi. Aver lanciato un giornale guidato da un ex di Forza Italia come Andrea Ruggeri, dà l’idea delle sue mire».Cioè? «Renzi ha capito che a sinistra pescherà poco, perché Bonaccini e Schlein presidiano solidamente quell’elettorato. Dunque lui non potrà che confluire in un’area centrista dove la componente di Forza Italia è molto estesa».E questa federazione centrista che tempi avrà? «Alle Europee bisogna fare il 4%, e forse quella sarà già l’occasione giusta per dare il via al progetto».È ancora convinto che le opere d’arte trafugate all’Italia ed esposte all’estero debbano essere rimpatriate? «Sì, come ad esempio la Negazione di Pietro di Caravaggio che si trova a New York. Spesso i carabinieri si occupano di opere marginali, ma dovremmo cominciare ad occuparci delle prede grosse che dovrebbero essere riportate in Italia. Ed è una cosa che va fatta subito».Tra le prede grosse c’è anche Fabio Fazio, che invece lascia la tv pubblica. Un martire della tv? «Diciamoci la verità. Se avessero detto a Fazio: rimani in Rai a un terzo dello stipendio, probabilmente avrebbe detto di no. Nonostante il suo orgoglio patriottico».E allora? «Fazio ha capito che la proposta economica di Discovery era molto allettante, e dunque non ha neanche aspettato controfferte da parte della tv pubblica. Avrà pensato: meglio di così non mi può andare».Nessun esilio, dunque? «Sicuramente l’occupazione è sempre stata il modo di procedere della sinistra. Ed è la tentazione di chiunque acceda al potere. Ma in questo caso non esiste alcun esilio e alcuna cacciata. È stata semplicemente una sua scelta commerciale, come avvenne per Crozza. Martiri, in giro, proprio non ne vedo».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.