2020-07-02
Sfida fra corazzate per i diritti tv del calcio
Anche il fondo Cinven si fa avanti per un piano d'investimenti miliardario sulla Serie A. Si allunga così la lista, dopo Cvc e Advent, di giganti interessati al pallone italiano. L'assemblea di Lega ha dato mandato a Paolo Dal Pino di valutare ogni offerta. Spunta un nuovo attaccante nel match sui diritti tv della Serie A. Anche il fondo di private equity Cinven è infatti pronto a lanciare un'offerta legata per i prossimi 10 anni aggiungendosi all'elenco dei soggetti - Cvc, di Bain Capital e Advent - che già nelle scorse settimane hanno inviato delle manifestazioni di interesse per la costituzione di una newco con via Rosellini in cui far confluire anche i diritti televisivi del massimo campionato italiano. Secondo indiscrezioni rilanciate ieri da Mf, l'assemblea della Lega ha dato mandato al presidente, Paolo Dal Pino, di proseguire i colloqui con i fondi che hanno tempo fino al 30 luglio per presentare una offerta vincolante. La stessa Lega di serie A dovrà quindi nominare un advisor finanziario per analizzare le manifestazioni nel dettaglio. L'obiettivo è quello di creare una nuova società aprendo le porte al fondo che entrerà con un pacchetto di minoranza compreso tra il 15 e il 20%. In sostanza, il nuovo socio immetterà denaro nella casse della Serie A, in cambio della costituzione di una new company che possa gestire e commercializzare i diritti tv e rilanciare l'immagine del nostro campionato all'estero con nuovi sistemi di promozione e sponsorizzazione.La britannica Cvc Capital Partners (l'unico finora ad avere compiuto un lavoro di due diligence) ha messo sul piatto 2,2 miliardi di euro per arrivare a detenere un 20% della newco in cui vorrebbe concentrare le attività commerciali (diritti televisivi, merchandising, attività immobiliari presenti negli stadi e lo sviluppo del brand Lega Serie A) con un orizzonte temporale di 10 anni sul modello già testato per la Formula 1. Nei piani di Cvc c'è anche la creazione di un fondo infrastrutturale che le società potrebbero usare con gli enti locali per la realizzazione di nuovi stadi o il restyling di quelli già esistenti. Quanto alle altre offerte, l'americana Bain Capital ha proposto 3 miliardi per il 25%, mentre l'impegno dell'altro gruppo Usa, Advent International, si aggira attorno ai 13 miliardi. Anche lo schema sarebbe simile a quello presentata dagli altri fondi: la creazione di una newco in cui Cinven avrebbe una quota di minoranza.Sul fronte dei pagamenti, intanto, Sky continua a non voler versare l'ultima tranche dei diritti tv della stagione in corso e la Lega è in attesa di capire cosa deciderà il Tribunale di Milano a cui è stato presentato un decreto ingiuntivo di pagamento. Per quanto riguarda invece il pagamento della prima tranche della prossima stagione dei diritti, la pay tv guidata da Maximo Ibarra dovrebbe avere inviato ieri il bonifico a Via Rosellini. Dazn e Img invece salderanno la loro quota entro il 20 luglio. Nel frattempo, ci sono novità anche per le leghe «degli altri». La prossima stagione della Bundesliga inizierà l'11 o il 18 settembre, anche se le squadre che giocano in Europa potranno iniziare la loro stagione un po' più tardi, secondo il presidente della Lega calcio tedesca (Dfl), Christian Seifert. Il presidente ha dichiarato in un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano Die Welt che esiste anche la possibilità che i fan possano accedere agli stadi. Seifert ha detto che l'11 o il 18 settembre sono «certamente» le date di inizio previste, ma che sono ancora in trattative con la Federazione calcistica tedesca (Dfv) perché normalmente il primo turno della coppa precede l'inizio della Bundesliga. Per quanto riguarda le cinque squadre tedesche ancora presenti nelle competizioni europee (Champions League ed Europa League, la cui celebrazione è prevista rispettivamente in Portogallo fino al 23 agosto e in Germania fino al 21 agosto), Seifert ha affermato che queste potrebbero vedere ritardata la loro partenza in campionato. «In questi tempi è necessaria una certa flessibilità», ha aggiunto, aggiungendo che «in tempi eccezionali, ciò può portare a decisioni eccezionalmente insolite». Seifert ha anche aggiunto che l'obiettivo rimane quello di consentire ad alcuni fan di rientrare negli stadi, anche se gli incontri di massa sono ancora vietati in Germania fino al 31 ottobre, a meno che non ci sia un rigoroso concetto di igiene e monitoraggio di tutti gli spettatori. «Pertanto, è compito del Dfl sviluppare un quadro per quello che potrebbe essere un concetto generale di igiene», ha affermato. In questo senso, ha spiegato che non può esserci una soluzione per tutti perché «uno stadio può essere situato in una regione con più o meno nuove infezioni e (in cui) le mascherine sono obbligatorie, e un'altra in cui non lo sono». La stagione della maggiore lega di calcio della Cina, la Chinese Super League, inizierà invece il 25 luglio, ha annunciato ieri la federazione calcistica cinese (Chinese Football Association). L'avvio nel 2020 era previsto per il 22 febbraio, poi rinviato a causa dell'epidemia. Tutte le partite della stagione si giocheranno a Dalian e Suzhou, seguendo rigorose misure di sicurezza sanitaria.
Gli abissi del Mar dei Caraibi lo hanno cullato per più di tre secoli, da quell’8 giugno del 1708, quando il galeone spagnolo «San José» sparì tra i flutti in pochi minuti.
Il suo relitto racchiude -secondo la storia e la cronaca- il più prezioso dei tesori in fondo al mare, tanto che negli anni il galeone si è meritato l’appellativo di «Sacro Graal dei relitti». Nel 2015, dopo decenni di ipotesi, leggende e tentativi di localizzazione partiti nel 1981, è stato individuato a circa 16 miglia nautiche (circa 30 km.) dalle coste colombiane di Cartagena ad una profondità di circa 600 metri. Nella sua stiva, oro argento e smeraldi che tre secoli fa il veliero da guerra e da trasporto avrebbe dovuto portare in Patria. Il tesoro, che ha generato una contesa tra Colombia e Spagna, ammonterebbe a svariati miliardi di dollari.
La fine del «San José» si inquadra storicamente durante la guerra di Successione spagnola, che vide fronteggiarsi Francia e Spagna da una parte e Inghilterra, Olanda e Austria dall’altra. Un conflitto per il predominio sul mondo, compreso il Nuovo continente da cui proveniva la ricchezza che aveva fatto della Spagna la più grande delle potenze. Il «San José» faceva parte di quell’Invencible Armada che dominò i mari per secoli, armato con 64 bocche da fuoco per una lunghezza dello scafo di circa 50 metri. Varato nel 1696, nel giugno del 1708 si trovava inquadrato nella «Flotta spagnola del tesoro» a Portobelo, odierna Panama. Dopo il carico di beni preziosi, avrebbe dovuto raggiungere Cuba dove una scorta francese l’attendeva per il viaggio di ritorno in Spagna, passando per Cartagena. Nello stesso periodo la flotta britannica preparò un’incursione nei Caraibi, con 4 navi da guerra al comando dell’ammiraglio Charles Wager. Si appostò alle isole Rosario, un piccolo arcipelago poco distanti dalle coste di Cartagena, coperte dalla penisola di Barù. Gli spagnoli durante le ricognizioni si accorsero della presenza del nemico, tuttavia avevano necessità di salpare dal porto di Cartagena per raggiungere rapidamente L’Avana a causa dell’avvicinarsi della stagione degli uragani. Così il comandante del «San José» José Fernandez de Santillàn decise di levare le ancore la mattina dell’8 giugno. Poco dopo la partenza le navi spagnole furono intercettate dai galeoni della Royal Navy a poca distanza da Barù, dove iniziò l’inseguimento. Il «San José» fu raggiunto dalla «Expedition», la nave ammiraglia dove si trovava il comandante della spedizione Wager. Seguì un cannoneggiamento ravvicinato dove gli inglesi ebbero la meglio sul galeone colmo di merce preziosa. Una cannonata colpì in pieno la santabarbara, la polveriera del galeone spagnolo che si incendiò venendo inghiottito dai flutti in pochi minuti. Solo una dozzina di marinai si salvarono, su un equipaggio di 600 uomini. L’ammiraglio britannico, la cui azione sarà ricordata come l’«Azione di Wager» non fu tuttavia in grado di recuperare il tesoro della nave nemica, che per tre secoli dormirà sul fondo del Mare dei Caraibi .
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