2024-07-26
Sfatate le balle tedesche sul virus. «Pandemia dei no vax? Una bugia»
I verbali del Koch Institute, resi finalmente pubblici, svelano che pure in Germania le restrizioni non erano dettate dalla scienza. In privato, infatti, gli esperti smentivano il ministro: «Anche i vaccinati contagiano».«La “pandemia dei non vaccinati” viene smascherata come una menzogna», titola la Berliner Zeitung. Da tre giorni sono disponibili online tutti i protocolli, riferiti al periodo gennaio 2020 - luglio 2023, del Robert Koch Institute (Rki) l’istituto nazionale di sanità pubblica tedesca con sede a Berlino. In uno dei verbali, alla voce comunicazione scientifica si legge: «I media parlano di una pandemia di non vaccinati. Errato dal punto di vista tecnico. Tutta la popolazione contribuisce (alla diffusione dei contagi, ndr). Questo dovrebbe essere recepito nella comunicazione?», chiedeva il professor Walter Haas, epidemiologo, responsabile dell’unità per le infezioni respiratorie del Rki. Un altro componente dell’unità di crisi affermava: «Ciò che il ministro dice in ogni conferenza stampa, probabilmente consapevolmente, difficilmente può essere corretto», riferendosi con ogni probabilità all’allora ministro federale della Sanità, Jens Spahn. Non c’è una risposta all’interrogativo di Haas, nel documento, solo la precisazione che il ministro non va contraddetto, ma l’obiezione dell’esperto smentiva la narrazione di quel periodo che tanto fece presa pure nel nostro Paese. Gli Rki-Files erano documenti riservati, migliaia di pagine di verbali dell’unità di crisi dell’Istituto con valutazioni sui vaccini anti Covid, misure di distanziamento, blocchi, chiusura delle scuole, requisiti di mascherine e altre considerazioni di un gruppo ristretto di cosiddetti esperti del nuovo virus e che determinarono le restrizioni adottate in Germania. Molto similmente a quanto avvenne in Italia. Lo scorso marzo erano diventate pubbliche solo le prime parti dei verbali, desecretate dal tribunale amministrativo di Berlino dietro richiesta della rivista online Multipolar diretta dal giornalista Paul Schreyer. La Verità ne aveva dato conto, c’erano già contenuti che mostravano l’approssimazione di decisioni cruciali per la gestione dell’emergenza Covid, ma gran parte delle pagine erano oscurate. Secondo il Freedom of Information Act, il Robert Koch Institute ha dovuto nascondere determinati nomi e anche alcune cose che riguardavano terzi, ma viste le proteste generali il ministro federale della Sanità Karl Lauterbach fu costretto a promettere una maggiore trasparenza nei protocolli. Il 30 maggio, «per l’interesse pubblico» il Rki aveva reso così disponibili sul proprio sito Web i protocolli della squadra di crisi anti Covid, sempre relativa al periodo da gennaio 2020 ad aprile 2021. In gran parte senza revisioni ma ancora con vistosi sbianchettamenti. L’autorità indipendente federale competente in materia sanitaria annunciava, inoltre, che la pubblicazione dei restanti verbali sarebbe avvenuta «il più rapidamente possibile». È stata battuta sul tempo, un ex dipendente del Robert Koch Institute li ha forniti a un gruppo di ricerca guidato dalla giornalista freelance berlinese Aya Velázquez, che ha caricato online i file, finalmente disponibili per il download. Sono così consultabili tutti i verbali, non solo della prima parte della pandemia ma anche quelli da maggio 2021 a luglio 2023, con tutti i nomi dei partecipanti. «Stiamo vivendo soprattutto una pandemia dei non vaccinati, ed è massiccia», annunciò il 3 novembre 2021 Jens Spahn. L’espressione, sebbene del tutto falsa perché non corrispondeva alla situazione epidemiologica, piacque tanto a politici e media pure di casa nostra. «È la pandemia dei non vaccinati», dichiarò pochi giorni dopo, l’11 novembre, il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, commentando i dati del bollettino sanitario. «Siamo di fronte a una sorta di epidemia dei non vaccinati», sostenne l’infettivologo Massimo Galli, allora primario dell’Ospedale Sacco di Milano, in un’intervista del 20 novembre 2021 sull’Eco di Bergamo. Il lockdown solo per i non vaccinati contro il Covid-19, in caso di un’impennata di casi e terapie intensive in sofferenza, è «un’opzione possibile e interessante, che abbassa il livello di rischio nei contatti interumani», affermava Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario del Galeazzi di Milano, già il 3 novembre.Anche senza usare le stesse parole, l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, e gli allora premier Giuseppe Conte e Mario Draghi la pensavano allo stesso modo. Adottarono misure restrittive pesantissime, non basate su considerazioni razionali e scientifiche. Erano decisioni puramente politiche alle quali il Cts, l’Istituto superiore della Sanità e le numerose virostar fornivano una presunta legittimità scientifica. Ecco perché è sempre più necessario fare chiarezza con la commissione parlamentare d’inchiesta.Scorrendo i verbali dell’unità di crisi anti pandemica in Germania, sono diverse le analogie con quando accadeva in Italia. «Anche se la vaccinazione dei bambini non è raccomandata da Stiko, (il Comitato permanente per le vaccinazioni, ndr), il ministro federale della Sanità Jens Spahn sta pianificando un programma di vaccinazione» (protocollo Rki del 19 maggio 2021).Altro passaggio: «Spahn raccomanda a tutti la vaccinazione di richiamo, sebbene questa non sia stata raccomandata dalla Stiko. Nonostante la mancanza di dati, ha anche sostenuto la doppia vaccinazione dei guariti» (protocollo Rki del 29 ottobre 2021). «E ancora: «Non ci sono prove per l’utilizzo delle maschere Ffp2 al di fuori della sicurezza sul lavoro, ma queste potrebbero anche essere messe a disposizione del pubblico» (protocollo Rki, 30 ottobre 2022). L’analisi accurata dei file rivelerà quali altri misure restrittive, adottate anche dall’Italia durante la pandemia, in realtà non erano giustificate dalla scienza.