
Sindaci dem, coppie etero e ricche, sanatorie: le norme anti Gpa rischiano di venire aggirate. Più paletti rigidi per tutelare i bimbi.il Comune aveva registrato come genitore anche il cosiddetto «padre intenzionale». Sulle trascrizioni degli atti di nascita, dunque, sembra che chiarezza sia stata fatta. Restano, tuttavia, numerose altre incognite: la partita riguardante i «figli arcobaleno» non è ancora chiusa. Tanto per cominciare, è facile immaginare che le associazioni Lgbt riproveranno a presentarsi di fronte a una corte nel tentativo di ottenere una nuova sentenza favorevole. Beppe Sala, sindaco di Milano, ha annunciato che il Comune valuterà se «intervenire nel giudizio». Resta da capire in che modo l’amministrazione meneghina vorrà rendersi parte in causa e, soprattutto, se ci siano le premesse - politiche e istituzionali - che le consentano di farlo. Tradotto: per quale motivo un Comune dovrebbe opporsi alla decisione di un tribunale che fa riferimento a una legge dello Stato? E per quale motivo dovrebbe farlo con i soldi di tutti i contribuenti? È un mistero che andrà svelato.C’è poi, grande come un palazzo, la questione dell’utero in affitto. Il tribunale di Milano ha ribadito con decisione che la surrogata resta vietata e che questo divieto non si può aggirare. Di fatto, però, ha indicato una via di uscita serena a coloro che abbiano acquistato i figli all’estero. I giudici hanno spiegato che il genitore intenzionale - come già stabilito dalla Cassazione - può richiedere l’adozione in casi particolari. È facile immaginare, dunque, che questa diventerà la via prioritaria per le coppie arcobaleno. Qualche giorno fa, il ministro per la Famiglia, Eugenia Roccella, ha addirittura proposto una sorta di sanatoria per i bambini già nati nella prospettiva che venga approvata in Parlamento la legge che renderà l’utero in affitto reato universale. Le reazioni, tuttavia, sono state tiepide (per usare un eufemismo) su vari fronti. Associazioni come Famiglie arcobaleno hanno respinto l’idea con rabbia, ritenendosi offese. Il suggerimento non è piaciuto nemmeno alla galassia pro vita e il motivo è piuttosto chiaro. Se una sanatoria si facesse, è probabile che - in sede tribunalizia - verrebbe poi resa permanente al fine di evitare possibili discriminazioni. In sostanza, l’introduzione di una misura pro tempore potrebbe effettivamente sdoganare la cosiddetta stepchild adoption, a cui la stessa Roccella, in passato, si era opposta. Sembra di capire, in ogni caso, che l’attuale maggioranza di governo non sia intenzionata a sostenere interventi di questo genere. Esiste un vuoto legislativo sulle registrazioni dei bambini arcobaleno, ma nella pratica - giusto o sbagliato che sia - è stato colmato proprio dai tribunali, in particolare dalla Cassazione che ha indicato appunto la via della adozione in casi particolari. L’idea, quindi, dè i lasciare tutto così com’è e di provvedere al più presto ad approvare la legge sul reato universale, su cui la discussione in Aula riprenderà a luglio.Nella migliore delle ipotesi, dunque, la surrogazione verrà vietata in maniera ancora più stringente, chi già vi ha fatto ricorso non sarà punito, mentre i «padri intenzionali» dovranno affrontare il percorso dell’adozione se vorranno farsi riconoscere ufficialmente come genitori. Non bisogna nascondere il fatto, però, che anche così rimangono aperti degli spiragli. Per prima cosa, tutta la discussione si sta concentrando sulle coppie omosessuali ma tocca ricordare che la maggioranza dei casi di ricorso all’utero in affitto riguarda le coppie eterosessuali. Teoricamente, nel caso degli etero, sfuggire alle sanzioni dovrebbe essere più facile, per ovvi motivi. Ergo, occorrerà intensificare i controlli.Esiste sempre la possibilità, inoltre, che qualcuno - magari con una situazione patrimoniale particolarmente florida - decida comunque di fare ricorso alla surrogazione, correndo il rischio di essere condannato. Certo, le pene previste sono pesanti ma per un incensurato evitare il carcere dovrebbe essere facile: si tratterebbe, perciò, di sborsare una bella cifra, magari ben più alta del previsto, ma la possibilità di ottenere il figlio, per quanto remota, resterebbe.Secondo Carolina Varchi - relatrice della proposta di legge per conto di Fratelli d’Italia - la nuova norma avrà una potente azione deterrente e, se verrà approvata, risolverà i problemi. E può sicuramente darsi. C’è però chi - soprattutto sul fronte pro life - sostiene che si debba compiere qualche passo ulteriore. Ad esempio, introducendo norme che proibiscano a chi ricorre alla surrogazione - etero o omosessuale chi sia - di tenere il bambino una volta rientrato in Italia, un po’ come accade a chi acquista piccini all’estero per saltare il percorso di adozione. Si tratta, ovviamente, di una misura piuttosto drastica ma su cui sarebbe importante ragionare. L’idea non è tanto quella di colpire i bambini, ma di creare una legge talmente severa da scongiurare qualsiasi violazione o aggiramento.Un’altra ipotesi in campo fa riferimento al disegno di legge contro il turismo riproduttivo presentato nel 2019, di cui Simone Pillon era primo firmatario. In quel testo, all’articolo tre, si stabiliva il «divieto assoluto di iscrizione o trascrizione di atti di nascita da parte di genitori non biologici». Anche su questo argomento si dovrebbe aprire una discussione. Un simile articolo, infatti, non solo difenderebbe un diritto del bambino (quello di essere curato e cresciuto dai genitori naturali) ma andrebbe a sanzionare gli amministratori locali che - forzando le leggi già vigenti - intendano procedere per ragioni politiche alle trascrizioni degli atti di nascita. Tutto il caos degli ultimi giorni, infatti, è stato causato più che altro dalle decisioni di alcuni sindaci i quali - per ragioni politiche - hanno deciso di registrare i bambini nati da surrogazione o eterologa. Per quale motivo costoro non dovrebbero subire alcuna conseguenza per l’improvvido gesto che ha danneggiato pure le coppie Lgbt? Vedremo nelle prossime due o tre settimane quanti di questi spunti entreranno effettivamente nel dibattito parlamentare. Di sicuro c’è che fermare una volta per tutte l’utero in affitto è più difficile di quanto possa sembrare. E se si vuole ottenere qualche risultato, occorre che in Aula l’attuale proposta di legge sul reato universale non sia ammorbidita nemmeno un po’. Anzi, semmai sarebbe il caso di inasprirla ulteriormente. C’è in gioco la vita dei bambini e non è il caso di usare i guanti.
2025-11-16
Borghi: «Tassare le banche? Sostenibile e utile. Pur con i conti a posto l’Ue non ci premierà»
Claudio Borghi (Ansa)
Il senatore della Lega: «Legge di bilancio da modificare in Aula, servono più denari per la sicurezza. E bisogna uscire dal Mes».
«Due punti in più di Irap sulle banche? È un prelievo sostenibilissimo e utile a creare risorse da destinare alla sicurezza. Le pensioni? È passato inosservato un emendamento che diminuisce di un mese l’età pensionabile invece di aumentarla. La rottamazione? Alla fine, anche gli alleati si sono accodati». Claudio Borghi, capogruppo della Lega in commissione Bilancio del Senato e relatore alla legge di bilancio, sciorina a raffica gli emendamenti di «bandiera» del suo partito con una premessa: «Indicano una intenzione politica che va, poi, approfondita». E aggiunge: «Certo, la manovra avrebbe potuto essere più sfidante ma il premier Giorgia Meloni non ha fatto mistero di volerci presentare nella Ue come i primi della classe, come coloro che anticipano il traguardo di un deficit sotto il 3% del Pil. Io, però, temo che alla fine non ci daranno alcun premio, anche perché, ad esempio, la Bce ha già premiato la Francia che ha un deficit superiore al nostro. Quindi, attenti a non farsi illusioni».
Roberto Fico (Ansa)
Dopo il gozzo «scortato», l’ex presidente della Camera inciampa nel box divenuto casa.
Nella campagna elettorale campana c’è un personaggio che, senza volerlo, sembra vivere in una sorta di commedia politica degli equivoci. È Roberto Fico, l’ex presidente della Camera, candidato governatore. Storico volto «anticasta» che si muoveva in autobus mentre Montecitorio lo aspettava, dopo essere stato beccato con il gozzo ormeggiato a Nisida, oggi scaglia anatemi contro i condoni edilizi, accusando il centrodestra di voler «ingannare i cittadini». «Serve garantire il diritto alla casa, non fare condoni», ha scritto Fico sui social, accusando il centrodestra di «disperazione elettorale». Ma mentre tuona contro le sanatorie, il suo passato «amministrativo» ci racconta una storia molto meno lineare: una casa di famiglia (dove è comproprietario con la sorella Gabriella) è stata regolarizzata proprio grazie a una sanatoria chiusa nel 2017, un anno prima di diventare presidente della Camera.
Edmondo Cirielli e Antonio Tajani (Ansa)
L’emendamento alla manovra di Fdi mira a riattivare la regolarizzazione del 2003. Così si metterebbe mano a situazioni rimaste sospese soprattutto in Campania: all’epoca, il governatore dem Bassolino non recepì la legge. E migliaia di famiglie finirono beffate.
Nella giornata di venerdì, la manovra di bilancio 2026 è stata travolta da un’ondata di emendamenti, circa 5.700, con 1.600 presentati dalla stessa maggioranza. Tra le modifiche che hanno attirato maggiore attenzione spicca quella di Fratelli d’Italia per riaprire i termini del condono edilizio del 2003.
I senatori di Fdi Matteo Gelmetti e Domenico Matera hanno proposto di riattivare, non creare ex novo, la sanatoria introdotta durante il governo Berlusconi nel 2003. Obiettivo: sanare situazioni rimaste sospese, in particolare in Campania, dove la Regione, all’epoca guidata da Antonio Bassolino (centrosinistra), decise di non recepire la norma nazionale. Così migliaia di famiglie, pur avendo versato gli oneri, sono rimaste escluse. Fdi chiarisce che si tratta di «una misura di giustizia» per cittadini rimasti intrappolati da errori amministrativi, non di un nuovo condono. L’emendamento è tra i 400 «segnalati», quindi con buone probabilità di essere discusso in commissione Bilancio.
Friedrich Merz (Ansa)
Con l’ok di Ursula, il governo tedesco approva un massiccio intervento sul settore elettrico che prevede una tariffa industriale bloccata a 50 euro al Megawattora per tre anni, a partire dal prossimo gennaio. Antonio Gozzi (Federacciai): «Si spiazza la concorrenza».
Ci risiamo. La Germania decide di giocare da sola e sussidia la propria industria energivora, mettendo in difficoltà gli altri Paesi dell’Unione. Sempre pronta a invocare l’unità di intenti quando le fa comodo, ora Berlino fa da sé e fissa un prezzo politico dell’elettricità, distorcendo la concorrenza e mettendo in difficoltà i partner che non possono permettersi sussidi. Avvantaggiata sarà l’industria energivora tedesca (acciaio, chimica, vetro, automobile).
Il governo tedesco ha approvato giovedì sera un massiccio intervento sul mercato elettrico che prevede un prezzo industriale fissato a 50 euro a Megawattora per tre anni, a partire dal prossimo gennaio, accompagnato da un nuovo programma di centrali «a capacità controllabile», cioè centrali a gas mascherate da neutralità tecnologica, da realizzare entro il 2031. Il sistema convivrebbe con l’attuale attuale meccanismo di compensazione dei prezzi dell’energia, già in vigore, come ha confermato il ministro delle finanze Lars Klingbeil. La misura dovrebbe costare attorno ai 10 miliardi di euro, anche se il governo parla di 3-5 miliardi finanziati dal Fondo per il clima e la trasformazione. Vi sono già proteste da parte delle piccole e medie imprese tedesche, che non godranno del vantaggio.






