2023-07-15
Sequestrato il cellulare di La Russa jr. Ma potrebbe servire l’ok dell’Aula
Ignazio e Leonardo Apache La Russa (Ansa)
La Procura milanese ordina la copia forense del telefono intestato alla società del presidente del Senato. Nei prossimi giorni verifiche sulla necessità di autorizzazione da Palazzo Madama per poterla usare.Nel tardo pomeriggio di ieri, tra le 18 e le 19, Leonardo Apache La Russa, dopo essere stato invitato dalla polizia, si è presentato in questura a Milano per consentire agli agenti della Squadra mobile e della Postale di acquisire il suo iPhone e fare una copia forense dello stesso. Subito dopo è stato riconsegnato al ventunenne indagato per presunta violenza sessuale. La sim card è stata, invece, estratta dal telefonino e restituita immediatamente. Dopo che per giorni i giornali hanno raccontato che non era possibile sequestrare il cellulare di La Russa jr, ieri c’è stato il colpo di scena. In realtà, come abbiamo raccontato ieri, l’acquisizione non era ancora stata decise anche per garbo istituzionale e prima gli investigatori hanno dovuto accertare a chi fosse intestata la sim contenuta nel cellulare. Come abbiamo rivelato ieri risulta collegata alla partita Iva di una società, la Studio legale di Ignazio La Russa, che gestisce lo studio professionale del presidente del Senato (che essendo un parlamentare gode delle garanzie previste dalla legislazione).Adesso il problema diventa un altro: verificare se la copia forense sia utilizzabile o se non sarà necessario rivolgersi alla giunta delle autorizzazioni di Palazzo Madama. «È una questione molto complessa dal punto di vista giuridico» ammette una fonte vicina all’inchiesta. Sulla procedura legata ai contenuti dello smartphone gli inquirenti devono essersi arrovellati non poco. Per ora hanno valutato l’acquisizione, effettuata poi ieri pomeriggio. Nel frattempo gli inquirenti stanno dando la caccia al dj che avrebbe dormito a casa La Russa e che, stando al racconto della ragazza che accusa Leonardo Apache di aver abusato di lei dopo quella notte in discoteca, avrebbe avuto a sua volta con lei un rapporto sessuale. Fonti vicine all’inchiesta non escludono che il secondo uomo possa essere più maturo rispetto a Leonardo Apache, che ha solo 21 anni. Circola un nome: Nicola, classe 1988, proveniente dal Sud, molto attivo sui social (in foto e video compare sempre in consolle, con le cuffie e i dischi di vinile). Ieri però con noi si è sottratto. Non ha risposto alle chiamate e neanche ai messaggi Whatsapp. Gli avevamo chiesto in modo esplicito se era stato ospite a casa La Russa il 18 e il 19 maggio, invitandolo a farci sapere se con questa vicenda non aveva nulla a che fare. Ma non è arrivata alcuna risposta. L’atteggiamento già molto sospetto lo è diventato ancora di più quando siamo riusciti a chiamare il padre che, appena ha sentito la parola giornalisti, ha buttato giù la chiamata e non ha più risposto. Di certo il nome indicato dalla ragazza nella querela, «Nico», non combacia con quelli dei tre che hanno animato la festa del 18 maggio all’Apophis di Milano. Ma non è l’unico aspetto ancora poco chiaro. Una delle testimoni indicate nella querela presentata 40 giorni dopo il 18 maggio, presente la sera della festa all’Apophis, ha riferito agli investigatori di non aver visto la denunciante «in condizioni di particolare alterazione». Si tratta di una amica della ragazza con la quale la presunta vittima era arrivata in discoteca e che ha passato con le due la serata fino almeno alle 3, quando la ragazza che ballava con La Russa sarebbe uscita dai loro radar. Una versione che è entrata in contrasto con quella fornita dall’altra testimone che, invece, l’ha definita «strana, strana» dopo aver bevuto un cocktail che le avrebbe portato Leonardo. È stata quest’ultima a rinfrescare i ricordi alla presunta vittima il giorno seguente con una sfilza di messaggi Whatsapp nei quali sembra cercare di convincere la ragazza a denunciare, sostenendo che di certo era stata drogata. Poi ha mostrato astio nei confronti di La Russa jr con queste parole: «C...o ti ha sicuramente drogata. Comunque, che m...a, sempre odiato». Parole che non sono passate inosservate. Gli inquirenti, infatti, cercheranno di accertare eventuali pregressi dissapori, anche quelli di natura politica. E ora spunta questa evidente contraddizione. Insieme ad alcune coincidenze che hanno unito con un filo rosso il caso di La Russa jr a quello di Ciro Grillo, figlio di Beppe. E che non si fermano alla frequentazione della stessa scuola, almeno all’inizio, delle due ragazze che li accusano. Risulta alla Verità che le due siano state amiche social, su Facebook, almeno dal 2015.Entrambe hanno vissuto un po’ con il padre e un po’ con la madre. Ed entrambe quando si sono svegliate nel letto di uomini incontrati la sera prima hanno avuto come reazione immediata quella di colpevolizzarsi. Ieri è stata ascoltata anche la mamma della denunciante, che ha confermato di aver accompagnato la figlia alla clinica Mangiagalli per gli accertamenti anti stupro, durante i quali la ragazza è risultata positiva alla cocaina e alle benzodiazepine.
(Totaleu)
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