2022-11-19
Sei ispettori del Mise indagano sulla società dei Soumahoro
Aboubakar Soumahoro (Ansa)
Così Marie Therese Mukamitsindo si premiava con 100.000 euro di redditi dalla coop che dirigeva.Il ministero delle Imprese e del made in Italy (già ministero dello Sviluppo economico) guidato da Adolfo Urso ha deciso di vederci chiaro nella vicenda del presunto sfruttamento di manodopera nella cooperativa guidata dai famigliari del parlamentare dell’Alleanza Verdi e sinistra Aboubakar Soumahoro, originario della Costa d’Avorio.Lo abbiamo scoperto contattando il dicastero di via Veneto che ha compiti di vigilanza sul sistema cooperativo. Ieri mattina, dopo aver appreso dalla stampa la notizia, la Direzione generale che si occupa dei controlli sul sistema cooperativistico ha incaricato la divisione quinta di fare un’ispezione approfondita sulla questione. Il direttore generale Fabio Vitale è un esperto in materia, essendosi già occupato sia di coop che di vigilanza quando era dirigente di prima fascia all’Inps.«Gli elementi di fatto su cui sta investigando l’autorità giudiziaria riguardo alla cooperativa Karibu di Sezze e al Consorzio Aid di Latina (di cui fa parte la Karibu, ndr), per l’accertamento di eventuali responsabilità penali, nonché l’Ispettorato del lavoro per i possibili risvolti giuslavoristici, costituiscono per la mia Direzione generale altrettanti campanelli d’allarme circa la non genuinità delle due strutture» ci spiega Vitale.«Le cooperative godono nel nostro ordinamento giuridico di specifiche tutele e benefici, fiscali, contributivi e di altra natura. Il nostro compito è di verificare se la cooperativa non sia spuria e meriti, quindi, questo regime agevolato».E come avviene questo esame? «Verifichiamo se vi sia mutualità tra i soci, partecipazione democratica e aperta di tutti alla vita della cooperativa, se la documentazione riguardante i bilanci e gli atti degli organi interni di governo sia regolare. Il nostro dunque è un controllo di natura particolare che, nei casi di irregolarità gravi, possono comportare anche sanzioni di rilievo, quale lo scioglimento della finta cooperativa. È quanto dovranno accertare i nostri ispettori nei prossimi giorni».Si tratta di due task force di sei funzionari in tutto: tre si occuperanno della coop (sociale integrata) Karibu («Benvenuto» in lingua swahili) e altrettanti del Consorzio Aid.Ma come funzionano le ispezioni straordinarie, come quella decisa dal Mise?Preliminarmente si verificano statuto e ultimi due bilanci poiché visibili su banche dati del Mise. Quindi vengono richiesti, via mail, documenti come il regolamento interno, i contratti di lavoro e le dichiarazioni fiscali.In cooperativa vengono acquisiti, invece, i libri contabili, quelli dei soci e delle assemblee. Infine vengono esaminate le domande di ammissione, il recesso dei soci, le comunicazioni del cda riguardo a queste, le convocazioni delle assemblee, le deleghe e i fogli di presenza alle assemblee.Infine si controllano eventuali vertenze giudiziarie.Ricordiamo che l’articolo 45 della Costituzione «riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata» e specifica che «la legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità».I soci lavoratori dovrebbero essere sovrani e avere il diritto-dovere di partecipare alle assemblee che devono prendere decisioni riguardo a emolumenti e ripartizioni dei vantaggi.Dalle prime indiscrezioni raccolte dalla Verità risulta che la Mukamitsindo, in veste di presidente e amministratore della Karibu (di Aid è, invece, solo consigliera) intaschi da alcuni anni oltre 100.000 euro di redditi da lavoro dipendente o assimilato. La signora, vedova dal 2002, oltre al lauto stipendio, ha intestate tre auto, ha un contratto di affitto a Latina e un appartamento di proprietà di 5,5 vani a Sezze.A quanto ci risulta la donna era già stata segnalata nel 2009 per indebita percezione di erogazioni a danni dello Stato, ma non sappiamo come si sia chiusa la questione.Detto questo, è possibile che i soci della Karibu abbiano approvato il ricco stipendio della presidente, considerati i problemi con i salari di altri lavoratori?Nelle scorse settimane la divisione Turismo commercio e servizi della Uil ha presentato un esposto dopo aver raccolto la denuncia di una ventina di operatori che si sono lamentati di non aver ricevuto diverse mensilità di stipendio e le competenze di fine rapporto anche dopo «l’intervenuta sottoscrizione di conciliazione innanzi all’ispettorato territoriale del lavoro di Latina». In poche parole, mentre la Karibu non pagava alcuni collaboratori, la presidente (da marzo, prima era vice) percepiva un salario da circa 5.000 euro al mese.Presto sapremo se alla Karibu e in Aid sia tutto a posto. Ma le prime avvisaglie ci fanno dubitare che sia così.
Simona Marchini (Getty Images)